Vikings 5x12: la calma prima della tempesta

Nella calma che precede la tempesta proseguono gli intrighi e le crudeli macchinazioni di numerosi personaggi. Che una svolta sia vicina?

Vikings 5x12: la calma prima della tempesta
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Vikings ha deciso di procedere con calma, ormai è chiaro. Il ritmo blando che ha contraddistinto lo scorso episodio poteva essere giustificato alla luce di una sua natura riflessiva e preparatoria verso una seconda parte di stagione probabilmente ricca di colpi di scena. Con il passare del tempo e il fluire degli eventi, tutta la carne gettata sul fuoco deve però essere consumata, in modo da non rischiare di irritare la pazienza di un pubblico sempre più esigente. Questa dodicesima puntata chiarifica invece la volontà degli sceneggiatori di procedere con cautela, in modo da gettare le basi per nuovi tradimenti e cospirazioni, capaci di scuotere con violenza il futuro della serie.

Segreti ed ambizioni

Come già successo nelle stagioni passate, anche in questa circostanza la narrazione si articola su diverse ambientazioni, seguendo le sventure di personaggi distanti migliaia di chilometri tra di loro. Se, nelle piovose terre del Wessex Bjorn, Lagertha e Ubbe persistono nel tentativo di conquistare una fragile sicurezza in modo da poter volgere la propria attenzione sulla riconquista del regno perduto nella battaglia contro Ivar, nella fredda Kattegat il re senz'ossa è invece impegnato nel consolidamento della propria posizione. La città natia di Ragnar sembra essere d'altronde sempre più in bilico, continuo bersaglio delle mire di innumerevoli guerrieri e destinata probabilmente a sopportare un nuovo susseguirsi di padroni.

Ciò che foraggia la progressione di questo episodio sono i piccoli intrighi che si annidano nelle sfarzose corti inglesi oppure nelle piccole tribù di terre lontane e dimenticate. Gli sguardi sfuggenti, le rare parole profetiche che sembrano essere proferite per caso, i giochi di potere dei protagonisti sono gli ingredienti principali di una strategia narrativa che però deve ancora dare i suoi frutti, soprattutto nel corso di questa seconda parte di stagione. Eppure, sembrano essere queste le caratteristiche che accomunano ogni insediamento umano, dalle spoglie terre scelte da Floki fino al Wessex e ai fiordi che si affacciano sul Mare del Nord. Un intreccio di ambizioni e desideri che non riguarda solamente i personaggi principali, ma che al contrario trascina sul palco anche una serie di alleati e nemici.

Personaggi e personalità

Un simile sovraccarico di personaggi inizia ad avere evidenti conseguenze sulla la trama, soprattutto per quanto riguarda la caratterizzazione delle "nuove leve" e la capacità di far inquadrare allo spettatore le loro motivazioni ed i loro obiettivi. Se per personaggi come Floki, grazie anche al numero di stagioni sulle spalle di quest'ultimo, l'introspezione e l'approfondimento psicologico risultano più naturali, lo stesso non si può affermare per Heahmund, ancora difficile da inquadrare sia per la monodimensionalità che ha caratterizzato il suo percorso, sia perché, anche in puntate estremamente dialogiche come quella in questione, non sembra esserci un vero interesse nell'indagare il suo passato o le radici delle sue credenze.

La riflessività che caratterizza questo episodio poteva permettere di imbastire uno sviluppo delle psicologie e delle relazioni tra i personaggi. Da questo punto di vista, l'occasione persa sembra essere palese, soprattutto per quanto riguarda il personaggio interpretato da Jonathan Rhys Meyers, ancora misterioso nonostante la considerevole importanza in termini di screen time che gli è stata concessa fin dalla sua prima apparizione. Per quanto il carisma di Ivar, riesca ancora, con molto successo, a monopolizzare l'attenzione del pubblico, uno sviluppo narrativo ripartito in più piani spaziali come quello scelto dagli sviluppatori richiede una partecipazione corale di tutti i protagonisti coinvolti.

Vikings - Stagione 5 Prosegue ancora la relativa tranquillità che ha abbracciato i panorami di Vikings lo scorso episodio. Si tratta però di una calma nervosa e inquieta, preludio per nuove sventure che colpiranno i protagonisti nel prossimo futuro. Gli spunti offerti dagli sceneggiatori iniziano a essere molti e il rischio di creare confusione piuttosto che interesse diventa sempre più consistente.

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