War of The Worlds 2 Recensione: il deludente secondo atto su Disney+

Dopo una sconclusionata prima stagione, War of the Worlds ritorna con un arco ancora deludente, costellato di scelte bizzarre e incomprensibili.

War of The Worlds 2 Recensione: il deludente secondo atto su Disney+
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Già ormai due anni fa War of the Worlds ci aveva lasciato con dei sentimenti particolarmente contrastanti al termine della sua prima stagione, nonostante i buoni presupposti descritti nella nostra anteprima di War of the Worlds. Quella che doveva essere una riscrittura contemporanea di un classico della fantascienza come l'omonima opera di Wells si era rapidamente trasformata in un miscuglio neanche troppo bilanciato di spunti intriganti e scelte incomprensibili, che davvero sembravano aver poco a che vedere con il contesto della serie.

Ad esempio, era chiaro fin dai trailer che l'invasione avrebbe assunto caratteri decisamente molto umani - come ci è stato confermato nella nostra intervista al cast di War of the Worlds - e dunque l'attenzione si sarebbe concentrata sui personaggi e le loro peripezie, ma gran parte delle puntate erano dedicate a problemi e tematiche tipici di un family drama, che inevitabilmente stonano con un'umanità quasi sterminata da dei misteriosi alieni. La fine del mondo è giunta, animali meccanici stanno uccidendo a sangue freddo i pochi esseri umani rimanenti, eppure gli avvenimenti più pressanti erano uno zio non raccomandabile o il comportamento un po' anomalo di uno dei protagonisti.

Scelte estreme in sostanza, che però non possono non apparire forzate e la seconda stagione, andata in onda nelle ultime settimane su Disney+, doveva innanzitutto porre rimedio a ciò. E in parte ci riesce, ma è il modo in cui è stata strutturata a lasciarci, ancora una volta, sorpresi e non in senso positivo.

Un inizio promettente e poi il buio

Per prima cosa, la seconda stagione di War of the Worlds parte subito a svelare il cliffhanger che vedeva Emily (Daisy Edgar-Jones) a bordo di una delle navi aliene, per poi prendere realmente il via solo sei mesi dopo, durante la prima vera controffensiva organizzata dagli uomini. Offensiva che naturalmente fallisce in modi disastrosi, ma i suoi postumi apriranno delle possibilità prima impensabili, soprattutto per il virus sperimentale di Bill (Gabriel Byrne), ancora legato a doppio filo alla promessa fatta alla moglie di sterminare l'intera razza aliena.

Nel frattempo, la situazione sulle Alpi francesi - tallone d'Achille assoluto della prima stagione - sembra movimentarsi, poiché nell'osservatorio guidato dalla scienziata Catherine (Lea Drucker) improvvisamente irrompe un misterioso individuo, che si rivela essere proprio uno degli alieni così simili a noi.

E le prime due puntate, lo scrivevamo anche nella nostra anteprima di War of the Worlds 2, facevano effettivamente ben sperare: i ritmi erano più elevati, le tematiche mielosamente drammatiche lasciavano il posto a discussioni e dilemmi morali più pregnanti nonché contestualizzati, nuovi misteri venivano a galla riuscendo a scatenare una dose generosa di suspense. Era sinceramente tutto ciò che War of the Worlds doveva fare, ovvero puntare con decisione sulla sua trama senza sacrificare il ruolo centrale riservato ai personaggi; l'equilibrio era possibile e fruttava anche risultati tutt'altro che deplorevoli, anzi.

Da lì in poi tuttavia il buio, uno stato assurdo di congelamento dove a fare da padrone vi è una successione infinita di eventi che non hanno alcuna rilevanza e non fanno che girare intorno al mistero introdotto così finemente dai primi due episodi. War of the Worlds diventa letteralmente un manuale scolastico su come far svanire qualunque parvenza di suspense o tensione, un testo sacro delle storyline introdotte e in seguito mai approfondite - in primis le esperienze di Emily - o persino nominate o tematizzate, disperdendo ancor di più una sospensione dell'incredulità già messa a dura prova dalla radicalità apocalittica del setting e le già discusse soluzioni insoddisfacenti; si azzera tutto e i buoni propositi messi in mostra si dissolvono in una nebbia ben nota ai fan di litigi familiari fuori posto e romance casuali.

Esclusa Zoe (Pearl Chandra), nessuno dei protagonisti sembra rendersi conto di star vivendo una guerra totale senza alcuna via d'uscita e, a distanza dei sei mesi percorsi off-screen, è quasi un risvolto tragicomico. Anche se forse il momento più basso viene toccato per l'ennesima volta dalle vicissitudini di Catherine, che si risolvono in uno spudorato riutilizzo del viaggio lungo la Francia per raggiungere l'Inghilterra, ovvero lo stesso intrapreso da Jonathan (Stephen Campbell Moore) nella passata stagione.

Una struttura scellerata

I momenti migliori, infatti, sono proprio quelli che riescono a centrare la tragicità dell'invasione: il dilemma di Bill sugli effetti del suo virus, le scelte sempre più disumane di Zoe, le tattiche di guerriglia sporche e disposte a tutto degli alieni; c'è del buono in War of the Worlds, ma si tratta di singoli momenti, singole scene che emergono con una potenza concettuale e una messa in scena adeguate, capaci di assestare colpi emotivamente decisi, funzionali, concreti.

Il resto è un insieme di storie intime pretenziose che vorrebbero far leva sulla stessa emotività dello spettatore, fallendo miseramente poiché si chiudono poco dopo essere state introdotte. Non c'è il tempo materiale per interessarsi ed entrare in contatto con questa raccolta di esperienze e l'esempio più lampante è la gravidanza di Sophia (Emilie de Preissac), oltretutto continuamente richiamata dai riassunti degli episodi precedenti ed in realtà archiviata in un cassetto mai riaperto. Tempo che non mancherebbe affatto sulla carta, ma che è stato usato in altri modi. Una gestione indecifrabile del canovaccio narrativo, incapace di concentrarsi su pochi elementi da raffinare e cui neanche quei momenti convincenti possono porre rimedio, se non in minima parte.

Una sequela di escamotage e ritmi grotteschi che non può non avere un'influenza negativa sul finale di stagione: una chiusura che fin dai primi secondi dell'episodio accelera vigorosamente - e per molti versi innaturalmente - le vicende per lanciarsi in una corsa disperata verso la risoluzione. Un season finale che non dà il tempo di respirare, di comprendere davvero cosa stia accadendo, di assorbire un susseguirsi forsennato di rivelazioni e plot point che War of the Worlds non ha voluto minimamente coprire attraverso il suo minutaggio.

Narrativamente è un epilogo che avrebbe meritato molto più spazio, poiché è uno di quei segmenti che esplora le ramificazioni della viscerale atrocità dell'invasione, seppur ricorrendo a topoi delicati e soprattutto portatori da sempre di buchi di trama e distorsioni della sceneggiatura. Insomma, War of the Worlds si conferma un'opera oltremodo deludente.

War Of The Worlds Con la sua seconda stagione War of the Worlds si conferma una produzione deludente. Una serie che sembrava aver capito perfettamente dove veniva a mancare il suo primo atto, con la sua bizzarra concentrazione su tematiche che apparivano totalmente fuori luogo durante una vera e propria apocalisse, e che di conseguenza metteva al centro una volta per tutte dei pregnanti dilemmi morali e un ritmo più asciutto. Però poi il buio più totale, un abbandono insensato e progressivo di una miriade di storyline intriganti, un rinnovato interesse per pigri litigi familiari e persino una ripetizione stantia del viaggio attraverso la Francia per raggiungere l'Inghilterra. Sono pochi i momenti che si salvano, per quanto piuttosto validi e coinvolgenti, ma non possono comunque salvare una nave in pieno procinto di affondare, e il season finale, che tenta disperatamente di correre coprendo tutti i plot point che l'intera stagione non ha degnato nella sua indolenza, non fa che confermare la mediocrità del progetto.

4.5