What If...? 1x06 Recensione: la strana coppia Killmonger-Tony Stark

La sesta puntata di What if...? mescola con sapienza elementi di Iron Man e Black Panther, sfornando un insieme soddisfacente ma non sorpredente.

What If...? 1x06 Recensione: la strana coppia Killmonger-Tony Stark
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Ciò che ad ora manca a What if...? è un senso di stabilità, di certezza, essenziale per una serie travagliata da troppe fluttuazioni qualitative. Si passa troppo celermente da ambiziose riscritture di un'intera fase del Marvel Cinematic Universe a puntate dalla sceneggiatura altalenante, da un'esperienza intima e squisitamente drammatica ad una discreta visione del genere zombie, fatta però naufragare da un tono scanzonato che annulla l'impatto degli eventi - qui potete trovare la nostra recensione della quinta puntata di What If. Lo show ha disperatamente bisogno di mostrare delle certezze, magari anche tramite un capitolo che non farà fuoco e fiamme, lontano dalle ambizioni colossali dei momenti migliori, ma solido e convincente.

E la strana alleanza creatasi tra Tony Stark e Killmonger nel sesto episodio risponde proprio a questi criteri, grazie anche ad un deciso distanziamento dalla vena più umoristica ormai tipica dei prodotti Marvel.

Killmonger: tedesco o soprannome?

È a tutti gli effetti un ritorno alle radici ciò che What if...? ci propone, almeno inizialmente, poiché si torna al capostipite dello stesso MCU, quell'Iron Man che nel lontano 2008 colse di sorpresa il mondo. Veniamo allora rapidamente introdotti al viaggio di Tony Stark in Afghanistan e all'attacco subito da parte dei Dieci Anelli, oltretutto condotto grazie alla sua tecnologia. Ma proprio quando il missile targato Stark Industries stava per esplodere vicino a lui ecco giungere - quasi letteralmente dal nulla - il soldato Erik Stevens, detto Killmonger, per salvarlo. Una fortunata coincidenza, un segno del destino che come sempre sembra arridere al buon Tony o qualcosa di molto più pericoloso o calcolato?

Certamente non è un problema del miliardario Stark, rimasto il solito donnaiolo con ben poca coscienza che abbiamo imparato a conoscere nelle sequenze iniziali della pellicola. Tuttavia la differenza sostanziale è che ora al suo fianco c'è Killmonger, che conquisterà pian piano la sua fiducia. E, come detto in apertura, è un episodio che riserva tutto sommato pochi sussulti o sorprese, preferendo la netta via della concretezza piuttosto che vaghe promesse.

Killmonger è infatti ancora lo spietato assassino a sangue freddo che abbiamo imparato a conoscere in Black Panther, così come sono identici i suoi obiettivi sostenuti da idee fortemente radicali, soprattutto sul ruolo che il Wakanda dovrebbe avere nel mondo. Tutta la puntata è infatti incentrata sul suo immenso piano volto non solo a prendere possesso della sua terra natia, ma anche ad eliminare qualunque possibile concorrenza. Una serie di eventi che sfoceranno in una battaglia stimolante soprattutto dal punto di vista emotivo - in fondo è un modo riuscito per dare l'addio a T'Challa e al compianto Chadwick Boseman - e in un discreto finale aperto, che potrebbe aprire scenari estremamente intriganti per questo universo.

C'è sempre un elemento all'apparenza troppo randomico e casuale in What if...? e qui non si fa eccezione, così come il piano di Killmonger sembra eccessivamente complesso e convoluto; ma alla fine a dominare è il piacere di una trama chiara ed eseguita decentemente, che cattura con fedeltà le atmosfere del primo indimenticabile Iron Man, ancora distante dall'onnipresente ed omogeneo umorismo della Casa delle Idee. Non si avvicina alle straordinarie prove di forza che questa serie animata ha dimostrato di poter proporre, eppure il risultato è soddisfacente.

What If...? Mescolando atmosfere del primo indimenticabile Iron Man e di Black Panther, What if...? ritrova una vena di concretezza che in Zombie sembrava essere un po' svanita. La sesta puntata della serie animata Marvel non si avvicina alle straordinarie riscrittura di intere fasi dell'universo condiviso e neanche all'odissea esistenzialistica e drammatica di Doctor Strange, ma svolge il suo dovere senza perdere focus e senza disperdersi in toni che hanno poco a che vedere con gli eventi. Manca sicuramente l'elemento sorpresa, poiché alla fine Killmonger è lo stesso assassino a sangue freddo e dalle posizioni radicali ed estremiste che avevamo imparato a conoscere e a volte il suo piano può apparire un po' troppo complesso e convoluto; tuttavia alla fine a prevalere è il piacere di guardare un episodio solido, una mezz'ora che sa precisamente cosa deve fare e come farlo. È di sicuro soddisfacente e apre scenari intriganti, ma a dir la verità per lo sprint finale ora ci aspettiamo qualcosa in più.