Yellowjackets recensione: una prima stagione di grande impatto su Sky

Su Sky e NOW arriva Yellowjackets, avvincente thriller/horror che vi terrà fino all'ultimo col fiato sospeso, tra colpi di scena e intrecci coinvolgenti.

Yellowjackets recensione: una prima stagione di grande impatto su Sky
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Il flusso costante di prodotti seriali, cinematografici e videoludici spinge l'industria a sfornare una marea di titoli tra i quali a farcela sono pochi. Un dato oggettivo che, ovviamente, ha il suo peso e le sue ricadute anche sulla freschezza delle idee proposte, perché è chiaro che più andiamo avanti e più lo sguardo volge al passato, alla ricerca di uno spunto per una storia che possa destare interesse dopo un paio di ritocchi. E dopo la nostra recensione di The Book of Boba Fett 1X04 sul fronte Disney+ e l'affascinante mistero del quale vi abbiamo parlato nella recensione di Archive 81 su Netflix, ora ci addenteremo nella foresta ricca di mistero di Yellowjackets su Sky e NOW.

Come già altre volte abbiamo sottolineato, non sempre un incipit poco originale corrisponde ad un prodotto banale, e questa serie rientra proprio in questa categoria, riuscendo a catturare sin dal primo istante. L'idea di un gruppo di ragazzini che restano sperduti nella foresta dopo un incidente aereo non è certamente innovativa, ma in questo caso, come capirete nel corso della nostra recensione, l'esecuzione ha fatto la differenza, dimostrando come spesso conti più l'approccio che l'idea in sé.

Istinto selvaggio

Dopo aver visto i 10 episodi che compongono la prima stagione di Yellowjackets, possiamo affermare che questo è sicuramente uno show al quale non manca il carattere. Come detto nella nostra introduzione, leggendo la trama sembra di trovarci di fronte all'ennesima trama incentrata su dei ragazzetti sperduti, ma in realtà questa è solo la superficie di una formula che comunque si rivela nuovamente vincente.

La storia principale è suddivisa in due linee temporali che rappresentano il presente e il passato, ma il tempo non è la sola caratteristica che le contraddistingue, poiché nel presente, oltre a vedere come i nostri personaggi sono da adulti, seguiremo anche un'indagine che prenderà corpo seguendo gli sviluppi della storia ambientata circa 20 anni prima, rivelando una gestione sicuramente riuscita che lascia spazio a dei buoni colpi di scena. Le vicende nel passato d'altro canto hanno un fascino ancora superiore, sia per la costante sensazione di pericolo che per la fluidità della storia che passa in fretta dal tipico racconto di formazione all'horror e al thriller, mescolando generi e sfruttando a dovere i punti di forza dati dalla situazione che si crea.

L'incidente aereo che coinvolge la squadra femminile delle Yellowjackets sposta subito il racconto dai campi di calcio ad un luogo sperduto in mezzo ad una foresta senza fine, e apre le danze per lo spaesamento delle protagoniste e dei tre maschi che le accompagnano. Il mondo esterno sembra irraggiungibile, e proprio come in Lost e altri racconti che partono da spunti simili, si crea del terreno fertile per un racconto che ci porta a scoprire un passo alla volta i personaggi principali, mostrandoci poi come l'istinto di sopravvivenza e la natura selvaggia prendono possesso dei loro corpi, cambiandoli e plasmandoli.

E, infatti, l'ibridazione tra generi diversi che riguarda soprattutto il passato non impatta solo sulla narrazione, ma anche sui protagonisti e sul ritmo della vicenda principale. Inizialmente seguiamo le giovani alle prese con la catastrofe, alla ricerca di materiale utile per sistemarsi il più fretta possibile prima dell'arrivo dei soccorsi, ma quando si rendono conto che gli aiuti tardano, il loro errare trova fine in un rifugio abbandonato, ed è qui che le relazioni all'interno del gruppo iniziano a svilupparsi sul serio, così come il lato più mistico e misterioso della serie. Simboli, visioni e la natura selvaggia che li circondano trasformano la squadra di calcio in un branco, come lupi affamati che cercano la propria preda, arrivando anche alla vera e propria liberazione del loro lato selvaggio tra ululati e allucinazioni, mentre anche le dinamiche si fanno più violente ed esplosive.

Sull'altro fronte nel presente le protagoniste sono adulte e hanno famiglie, carriere e vite problematiche, ma anche qui il lato selvaggio che precluderebbe la loro riammissione nella società non è scomparso, ma semplicemente nascosto, e si legherà alla misteriosa indagine che le donne porteranno avanti, tra ricatti in cambio del silenzio sulla loro storia e un misterioso suicidio che però sembra nascondere un assassinio ben pianificato, che potrebbe mettere a rischio la loro vita e mostrare al mondo la loro trasformazione avvenuta nel bosco. Entrambe le vicende hanno quindi delle basi avvincenti, e da subito si capisce che Yellowjackets non è una semplice imitazione di successi del passato.

Un tuffo nel passato

Come avrete capito il contesto nel quale vengono presentate le vicende è fondamentale, ma anche il lato tribale e mistico ha la sua importanza, come se fuori dal mondo che conosciamo se ne creasse uno parallelo. In questo senso significativo quello che a conti fatti sarà un vero e proprio rito di iniziazione che certifica l'ingresso nel mondo selvaggio, e quelli che ne restano fuori anche successivamente sembrano pagarne le conseguenze. L'eco di ciò che avviene nei boschi non ha fine; in modo subdolo influisce anche sulla linea temporale del presente e le storie continuano ad intrecciarsi e svelare segreti oscuri. Un altro aspetto interessante dello show è la rievocazione degli anni '90, e questo non solo tramite mode o oggetti che erano in voga in quel periodo, ma anche attraverso la colonna sonora, con riferimenti agli Oasis e ai Jane's Addiction.

Notevole anche la performance degli interpreti principali, e soprattutto la caratterizzazione di alcune protagoniste, tra le quali spiccano: Natalie (Sophie Thatcher / Juliette Lewis), ribelle sia da ragazza che da adulta ma anche protagonista delle scene più emotive; Taissa (Jasmin Savoy Brown / Tawny Cypress), contraddistinta da caratteristiche da leader ma anche da un lato oscuro più cinico; e Misty (Christina Ricci / Sammi Hanratty), apparentemente emarginata e docile ma anche capace di manipolare e colpire in modo subdolo, sia da adolescende che da adulta, e proprio nella seconda fase la sua attitudine quasi da psicopatica è portata a livelli ancora più spinti. Infine da sottolineare il legame tra Shauna (Melanie Lynskey / Sophie Nélisse) e Jackie, che porterà sviluppi interessanti e una scena molto significativa.

Da non dimenticare anche l'aspetto tecnico, che mette in mostra una fotografia e una regia di ottimo livello, contornate da un ritmo che mostra il fianco soltanto a qualche fase nel presente meno riuscita. E, guardando proprio agli aspetti meno riusciti, i difetti principali riguardano soprattutto alcune situazioni non molto realistiche, in particolare nelle scene del passato, a partire dall'incidente aereo e dall'impossibilità di comunicare col mondo esterno. Per quanto concerne invece le vicende ambientate nel presente, le maggiori perplessità sono rappresentate dalla scarsa attrattiva iniziale di ciò che ci viene mostrato; nei primi episodi in più di un'occasione il passato sarà molto più interessante e soltanto sul finale le due storie si intrecceranno alla perfezione.

In ogni caso parliamo di problematiche che non pregiudicano l'ottima fattura di Yellowjackets, che ci ha convinti e ha mostrato molti punti di forza. Per questo ci sentiamo di consigliare la serie a tutti gli abbonati Sky, grazie ad una vicenda coinvolgente che tra terrore e tensione raramente annoia, anzi, spesso riesce a sorprendere.

Yellowjackets Yellowjackets si presenta con una prima stagione convincente, ricca di mistero e rafforzata da grandi personaggi e interpreti. Dall'ambientazione, alla gestione dei vari intrecci, la vicenda principale riesce a catturare sin dal principio, lasciando spazio soltanto a qualche sbavatura legata a situazioni non proprio credibili, e sollevando dei dubbi riguardo la vicenda ambientata nel presente, che non sempre riesce a tenere testa al passato. Nonostante questo il ritmo è ottimo, e l'attrativa delle dinamiche che si creano è tale che difficilmente vi annoierete. In conclusione, se siete ancora indecisi vi consigliamo di dare una chance a questa serie che si è rivelata una piacevole sorpresa.

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