You: recensione della nuova serie disponibile su Netflix

Dopo un intenso binge-watching, parliamo di questa serie dai toni thriller con protagonista un Penn Badgley sempre più ossessionato

You: recensione della nuova serie disponibile su Netflix
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Lo scorso dicembre è approdata su Netflix You, basata sull'omonimo libro di Caroline Kepnes. La serie racconta la storia del libraio Joe Goldberg (Penn Badgley) e della sua insana ossessione per una nuova cliente, Guinevere Beck (Elizabeth Lail) che inizierà a seguire sia online che nella vita reale. Andata in onda lo scorso autunno su Lifetime e recentemente comprata da Netflix, la serie è composta da dieci episodi ed è già stata rinnovata per una seconda stagione, di cui però ancora non si hanno molte notizie. È difficile parlare di questa serie trascurando il finale perché, oltre ai temi introdotti sin dal primo istante, che si ripropongono all'interno della serie tra un colpo di scena e l'altro, un altro grandissimo tema d'attualità fa capolino proprio nell'ultimo episodio. Per questo, un avviso spoiler è necessario per chi non avesse ancora visto la serie e volesse godersela appieno senza sapere nulla della trama.

Penn Badgley è lo stalker perfetto

Sarà che il ruolo di Dan Humphrey ci aveva già abituati a vedere Badgley nelle vesti di ragazzo ossessionato e alienato dal resto della società, ma l'attore è molto convincente nella sua interpretazione di Joe Goldberg. Badgley ha una presenza fisica capace di far emergere i veloci cambiamenti d'umore e l'insanità mentale nascosta dietro falsi sorrisi. Il personaggio risulta abbastanza ben scritto, con una storia alle spalle che scopriamo attraverso dei flashback e che ci permettono di comprendere come la mente di Goldberg sia stata plasmata da un uomo altrettanto folle. Sebbene l'infanzia di Joe non sia ancora totalmente chiara, i traumi causati dai genitori violenti, lo spostarsi tra diverse famiglie adottive e l'arrivo dal discutibile signor Mooney (Mark Blum) costruiscono il personaggio dello stalker femminicida. Dall'altro lato, però, abbiamo il Joe vicino di casa, che si prende cura di Paco (Luca Padovan), ma sa a che tipo di futuro andrebbe incontro se fosse separato dalla madre. Joe rivede in Paco se stesso, un bambino perso che vorrebbe solamente che la madre tornasse a prendersi cura di lui, e che l'uomo brutto e cattivo se ne andasse di casa. In questo parallelismo, Joe diventa per Paco ciò che Mooney è stato per lui, fino alla complicità nel nascondere un omicidio. Ed è proprio l'uccisione di Ron che taglia finalmente la dualità tra il Joe ossessionato e pericoloso e quello attento e caritatevole: il vero Joe appare senza più maschere anche davanti alla persona più innocente, rivelando la sua vera morale.

Perché è femminicidio


È proprio il femminicidio un tema importante che si insinua nella trama a poco a poco, e che prepotentemente fa la sua entrata nell'ultimo episodio. Se il mistero intorno alla sparizione di Candace (Ambyr Childers) ci aveva già fatto pensare al suo omicidio, ogni dubbio viene tolto negli ultimi secondi dell'episodio (o quasi). Ma la morte di Beck arriva quasi inaspettata, poiché mai potremmo immaginarci che a vincere sia il serial killer. Invece, Joe sembra aver convinto tutti della sua separazione da Beck per una tradimento che, assieme alla storia scritta da Beck, crea il movente perfetto per incolpare il dottor Nicky dell'omicidio della ragazza. Ma cosa mostra realmente questa serie sul femminicidio? Nonostante You non sia niente più di una mediocre serie d'intrattenimento, c'è sempre qualcosa su cui un prodotto del genere può far riflettere. Se il tira e molla tra Beck e Joe non ha portato quest'ultimo ad azioni estreme è perché Joe ancora crede che Beck possa amarlo e non ha mai avuto veramente intenzione di lasciarla perdere (difatti, impazzisce quando Beck scompare dai social media). Quello che porterà Joe a ucciderla è la totale consapevolezza che lei non lo amerà mai: la consapevolezza che Beck è una donna indipendente, un essere umano e non un suo oggetto. Inoltre, la serie mostra la totale inconsapevolezza di Beck della vera identità di Joe, parzialmente a causa della capacità di Joe di girare le carte in tavola (chiamarla il vero mostro dopo aver scoperto il suo tradimento), e farle credere che sia lui a darle tutto ciò di cui ha bisogno (che nella sua mente si trasforma nell'uccisione di quelle persone che abusavano di Beck). Osservare la serie da questo punto di vista, ovvero da cosa abbia effettivamente portato all'omicidio di Beck, rende il prodotto più interessante e apre un dialogo nuovo.

Una serie da bingewatching

Nel bene e nel male, non c'è molto da dire sulla serie in quanto tale. You funziona come serie da binge-watching quando il pomeriggio fa troppo freddo per uscire o si è a casa con la febbre. Non richiede troppa attenzione, la trama si trascina da sola e non ci sono grandi misteri da risolvere. Molti indizi vengono forniti sin dal primo episodio, per poter elaborare cosa succederà per il resto della serie: dal passato di Joe al ritorno della sua ex, a ciò che il futuro riserverà per Peach. Anche il cast è molto azzeccato, non c'è nessuno che stoni nel suo ruolo, e la serie avrà sicuramente avuto la capacità di dare nuova popolarità ai suoi protagonisti, inclusa Elizabeth Lail - che si rivela capace di gestire bene le emozioni, soprattutto nell'ultimo episodio.

You, Serie TV su Netflix You non è il nuovo prodotto del secolo, ma offre interessanti riflessioni e punti tematici su cui poter discutere. Se non c'è niente da lodare in questa serie, non c'è nemmeno niente da biasimare: You fa bene il suo lavoro da intrattenitore e da tale varrà sicuramente il vostro tempo.

6.5