Zootropolis+ Recensione: è bello tornare a Zootopia con la serie Disney+

La città di Zootropolis torna protagonista dopo sei anni dall'uscita del Classico al cinema. Un modo per dimostrare quanto sia declinabile quell'universo

Zootropolis+ Recensione: è bello tornare a Zootopia con la serie Disney+
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Quando nel 2016 Zootropolis arrivò al cinema ci colpì l'aver deciso, da parte di Disney, di creare un universo metropolitano che potesse dar vita non solo a una storia, ma a un ecosistema funzionante e in grado di alimentarsi costantemente (vi ricordate la nostra recensione di Zootropolis?). Un open world, per metterla giù in termini videoludici, che fosse in grado di procedere nel quotidiano a prescindere dall'occhio scrutatore dello spettatore o dell'interesse della protagonista, Judy.

All'interno di questa costruzione, agiva un fitto sistema di inclusività e di biodiversità, con una società costruita tra topi, conigli, volpi e bufali pronti a cooperare nell'interesse del collettivo e raramente del singolo. A distanza di sei anni su Disney+ arriva Zootropolis+, un modo per riportarci in quella metropoli che impazziva al canto di Gazelle e che aveva spinto Judy a lasciare la sua fattoria per coronare il sogno di diventare una poliziotta.

Sei storie in cerca di genere

Zootropolis+ è composta da sei mini-storie, della durata di poco più di dieci minuti l'una, incentrate su un personaggio specifico dell'universo del Classico Disney. La formula, già utilizzata da Cars of the Road (recuperate qui la nostra intervista ai registi di Cars of the Road), va a riprendere un genere cinematografico o televisivo per esaltarlo e per declinarlo nella formula di Zootropolis.

Si passa dalla origin story criminale fino ad arrivare al musical, senza reinventare nessun tipo di personaggio, perché i protagonisti erano già tutti lì, nel cast espanso della metropoli. Oltre questo, i sei episodi sono ambientati in momenti specifici del film originale, così da andare a creare un insieme di sottotrame in grado di donarci anche dei risvolti in segmenti narrativi che ci eravamo persi. Ne è un esempio lampante il primo episodio, in cui Stu e Bonnie, i genitori di Judy, hanno appena lasciato la loro coniglietta alla stazione di Bunyburrow. Per noi, in quel momento specifico, iniziava il film, in direzione Zootropolis, musica nelle orecchie e occhi colmi di sogni; per i genitori di Judy, però, prendeva il via una nuova avventura, che ora finalmente abbiamo l'occasione di vedere, spostando l'occhio di bue su un'altra vicenda. La corsa contro il treno in direzione metropoli per evitare che Molly, la sorella più piccola di Judy, possa lasciare la fattoria prima del tempo.

Tra origin story e musical

Gli altri episodi vanno, invece, a porre l'accento su altri film e generi, come ad esempio The Real Mousewives che riprende Bride Wars e che nel suo titolo richiama palesemente anche The Real Housewives, arrivando anche a due episodi musical: il primo con protagonista Duke Donnolesi, la donnola che non riesce a prendere decisioni giuste nella vita, pronta però a danzare sulle musiche di Michael Giacchino; il secondo, invece, vede Clawhauser, il ghepardo che lavora alla reception del distretto di polizia, lanciarsi in una sorta di Zootropolis Got Talent per riuscire a diventare ballerino di Gazelle.

Forse tra i capitoli più interessanti per i risvolti inclusivi e per la capacità di farci notare un lato nascosto del Capo Bogo, capitano della squadra di polizia apparso sempre molto austero e burbero. Prima del grande finale, un fan service che abbiamo apprezzato moltissimo e che riteniamo giusto tornasse al proprio posto, una menzione d'onore va anche al lavoro fatto con l'origin story di Mr. Big, che in occasione del matrimonio della figlia Fru-Fru ha l'occasione, vestitosi da Padrino, di raccontare la propria genesi e come è arrivato a ricoprire quel ruolo. L'episodio numero quattro di Zootropolis si sveste di quello stile un po' scanzonato e molto colorato che ha caratterizzato l'intera serie e anche l'intero Classico, per abbracciare dei toni più noir e anche più tendenti, per la colorazione, a un seppia malinconico. Una mafia story tra animali, che ricorda gli anni passati e che l'inclusività a Zootropolis non è mai stata come quella del presente. Un ottimo spaccato di vita di com'era la città prima che ci venisse mostrata e un'occasione per affondare ancora di più le mani e i piedi nel contesto suburbano della metropoli creata da Disney.

Il ritorno di Flash!

Dicevamo appunto del gran finale, dedicato a Flash e alla sua fidanzata Priscilla. Il bradipo aveva conquistato tutti quando era stato presentato sia in anteprima che poi sul grande schermo a tutto il pubblico in sala. Perfetta maschera ironica dell'impiegato statale, lo ritroviamo protagonista di una cena al ristorante, con l'intento di far impazzire una povera cameriera desiderosa di prendere le loro ordinazioni. Flash, così come nel finale di Zootropolis, ha l'occasione anche in questo caso di sorprenderci e di strapparci delle risate dovute alla sua mimica facciale e corporea. Un personaggio davvero riuscito, perfetta spalla comica dell'intero ecosistema.

Rimettendo in piedi tutti questi pezzi, quindi, Disney+ riesce a darci un'oretta di intrattenimento molto leggiadra e che in qualche modo andrà a risvegliare il mai sopito interesse nei confronti di Zootropolis. Quello che possiamo pensare è che in un futuro non troppo prossimo l'azienda di Burbank voglia pensare di riprendere in mano il franchise per donarci un sequel, per ridare spazio a Judy e per andare a intessere una storia ancora più votata al crime e al poliziesco che aveva corredato l'esordio della metropoli sul grande schermo.

Zootropolis Zootropolis+ è un ottimo modo per tornare a vivere la metropoli Disney e per riscoprire personaggi che nel Classico di sei anni fa erano a tutti gli effetti dei comprimari. Il loro poter avere dieci minuti di notorietà ci permette di riscoprire anche alcuni caratteri che potrebbero risultare fondamentali per un eventuale sequel. L'esperimento, per adesso, potrebbe però rimanere tale, senza dare nessun tipo di seguito all'universo di Zootropolis, destinato forse a rimettersi a dormire. Intanto ci restano degli esercizi di stile molto interessanti, che potranno accontentare tutti gli spettatori, qualunque sia il genere prediletto.

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