1899 intriga su Netflix, ma è una serie per tutti?

Tante suggestioni e poche risposte: lo show è un esperimento a dir poco affascinante che approccia in maniera peculiare il medium televisivo.

1899 intriga su Netflix, ma è una serie per tutti?
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Un transatlantico alla deriva nell'oceano, personaggi che nascondono a stento dei segreti inconfessabili e tecnologie dall'estetica di complicata attribuzione temporale: sono questi gli ingredienti fondamentali di quella astrusa e bizzosa ricetta che è 1899, uno d show Netflix del momento - ma non perdete le prossime uscite tra le serie tv Netflix di Dicembre 2022 - che sta polarizzando critica e spettatori. Il prodotto partorito dalla mente di Jantje Friese e Baran bo Odar è ancora una volta un labirinto narrativo, composto da svolte improvvise e repentini cambi di scenario, contenuto all'interno di una cornice artistica dall'indiscutibile fascino.

Probabilmente non è abbastanza per incontrare i gusti di un pubblico molto vasto, poiché la sua trama volutamente misteriosa - non esente da qualche sparuto difetto, come vi dicevamo nella recensione di 1899 - potrebbe innervosire gli spettatori più concreti, che si scontreranno a più riprese con un ordito capace di intrigare ma anche di evaporare nel nulla.

Sinapsi impazzite

Non è la prima volta che una serie orgogliosamente criptica incontra il favore dell'utenza, ed è probabile che non sarà nemmeno l'ultima. Se anche Lost, uno dei maggiori esponenti della nuova corrente televisiva, si vantava del proprio ermetismo e lo spremeva per tenere incollati allo schermo milioni di spettatori, va però ricercato in Twin Peaks il parallelo più vicino all'esperimento tedesco firmato Netflix.

Neanche la creazione precedente degli stessi autori è paragonabile nell'approccio narrativo a 1899 perché, al netto di continui misteri e rivelazioni implicite, la storia a tre linee temporali di Dark si palesava in tutte le sue certezze nella seconda stagione, diventando in qualche modo anche "prevedibile" nell'assiduo rispetto di quelle regole create proprio per la serie. Esattamente come il capolavoro di Lynch e Frost, invece, 1899 sceglie di nascondere le proprie carte senza dare alcun punto di riferimento allo spettatore: tralasciando qualsiasi spoiler di trama - e quindi "dimenticando" il finale dello show - si può affermare fin dal primo episodio che la navigazione del Kerberos ha qualcosa di strano ed innaturale, ma non si riescono mai ad inquadrare con esattezza i confini della storia.

L'ordito si aggroviglia su se stesso ad ogni puntata, tralascia personaggi per riaccoglierne altri, spinge via le ipotesi che vanno formandosi piazzando sullo schermo nuovi simbolismi dalla definizione sempre più complicata. Con il tempo diventa molto difficile anche solo sperare di trovare il proverbiale bandolo della matassa, perché nessuna soluzione narrativa, nemmeno la più audace, risulterebbe plausibile e capace di dare un senso alle assurdità viste nel corso dello show.

L'uomo delle stelle

Puntellate dalle teorie neuroscientifiche di una protagonista un po' troppo perspicace per i suoi tempi, si susseguono i richiami alla tradizione tragica creando un assurdo contesto basato sullo scontro moderno/antico: i nomi delle navi propongono un approccio mitologico alla faccenda, ma le tecnologie maneggiate dai personaggi trascendono qualsiasi attualizzazione e strizzano l'occhio all'illogico, mentre le svolte narrative rimescolano in continuazione lo scenario e rischiano di sconfortare per la loro oscurità.

Proprio come spettatori confusi al teatro greco, il pubblico finisce con il pregare la venuta di un deus ex machina che risolva tutto con la sua infinità saggezza, perché ormai la trama si è fatta troppo convoluta e nessuna rivelazione sarà in grado di scioglierla. L'opera tedesca chiede in questo modo un abbandono totale dei principi di causa ed effetto, un'immersione al buio nell'oceano di suggestioni ed immagini contraddittorie che propone senza soluzione di continuità, confidando nel proprio fascino per tenere incatenata l'utenza disponibile a questo monologo concettuale.

Chiedere cotanta responsabilità ad un pubblico che, nella maggior parte dei casi, è abituato ad esperienze "mordi e fuggi" è un vero salto nel vuoto da parte degli showrunner, confortati però dai buoni numeri registrati sulla piattaforma e dal sano passaparola venutosi a creare intorno al prodotto: lontano dai motivi che hanno reso già The Sandman una serie non per tutti, 1899 è allo stesso modo un esperimento televisivo audace e riuscito nella sua astrusità, capace di intrigare con i confini di un mistero impossibile da risolvere, esponendosi anche ad una pioggia di critiche per quell'orgogliosa chiusura in se stesso che tende a respingere lo spettatore e le sue idee.