Better Call Saul: come si lega al finale di Breaking Bad

I due show sono collegati non solo dai personaggi e dalle situazioni, ma anche dalla velata ironia che unisce i destini dei suoi protagonisti.

Better Call Saul: come si lega al finale di Breaking Bad
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H.G. Wells pubblicò La macchina del tempo nel lontanissimo 1895, utilizzando il pretesto temporale per raccontare la società britannica nell'era vittoriana e finendo col dar vita ad un filone letterario che continua a riscuotere successo anche ai nostri giorni. Il fantascientifico dispositivo sovviene alla mente di uno sperduto Saul Goodman che vaga nel deserto, portandosi dietro i sette milioni della cauzione per Lalo Salamanca, chiedendo a Mike ed a se stesso cosa cambierebbe del proprio passato se ne avesse l'occasione. Un furibondo Walter White, svariati anni dopo, lo obbligherà a mettere da parte le inutili fantasie quantistiche per trovare il coraggio di porre la stessa domanda come una persona adulta: "quali sono i tuoi rimpianti?"

Vince Gilligan e Peter Gould ci hanno quasi fatto viaggiare nel tempo a nostra insaputa, perché quel capolavoro di Better Call Saul non solo rimanda con frequenza ai personaggi ed alle situazioni viste in Breaking Bad, riprendendo dal vecchio show anche i luoghi e citando di continuo la serie madre, ma intreccia con una malcelata ironia anche i destini dei suoi protagonisti soprattutto negli istanti fatali della loro dipartita. Seguono, come è ovvio che sia, pesanti spoiler che riguardano entrambe le serie tv.

Gli ultimi pensieri di Mike

Cominciamo proprio con la genesi di un tema che si ripercuote per tutta la puntata finale di Better Call Saul (trovate qui la recensione di Better Call Saul 6X13): Saul è distrutto nel corpo e nello spirito da quella gita non programmata nel deserto del New Mexico, ma durante una sosta dissetante ha l'occasione di condividere un momento di intimità con uno dei personaggi più riservati e scontrosi visti sullo schermo.

Mike sa con estrema precisione cosa farebbe se avesse una macchina del tempo, perché il suo più grande rimpianto è l'aver accettato la prima tangente quando lavorava come agente di polizia, un gesto il cui eco continua a riverberare nella personalità leale e concreta di un uomo che ha fatto qualsiasi cosa per tenere al sicuro la propria famiglia. Il viaggio seguente avverrebbe verso il futuro, per controllare che le persone a cui tiene stanno bene e sono felici anche se non c'è più lui a vegliare su di loro. I due uomini sono seduti uno affianco all'altro, vicini ma distanti al tempo stesso, persi nella terribile natura di un deserto da cui non c'è scampo, facendo tornare alla memoria gli attimi finali che Mike è costretto a condividere con Walter White sulla riva di un fiume. Adesso sappiamo cosa, o meglio a chi, sta pensando l'infallibile braccio destro di Gus Fring mentre la vita scorre via dal suo corpo: lo sguardo perso nell'orizzonte davanti a lui è una preghiera per la felicità della nuora e della nipote, un momento di rilassatezza e dolce preoccupazione che non vuole affatto condividere con l'egotico assassino al suo fianco, ma che scelse di raccontare a quell'avvocato diventato mulo del cartello, sfinito e accasciato sul terreno proprio come sarà lui nel giro di pochi anni.

Un tuffo in piscina

Un intreccio a più fili vede come protagonista Gus Fring e la sua lunghissima vendetta contro Don Eladio, il grande capo che comanda il cartello messicano, e tutti i suoi sgherri, compreso l'affascinante Lalo Salamanca. Dopo aver appreso che è stato proprio il famoso proprietario della catena Los Pollos Hermanos a costringere Hector Salamanca sulla sedia a rotelle che causerà l'incredibile esplosione a Casa Tranquila, un nuovo rimando collega il passato ed il futuro di Gustavo quando Lalo scopre i lavori per il laboratorio segreto di meth.

Il criminale tiene sotto tiro Fring mentre registra la confessione da far vedere a Don Eladio, così da smascherare le operazioni personali condotte dall'uomo dei polli condotte all'oscuro del cartello, pentendosi però di un piccolo particolare: Lalo ci teneva tantissimo a parlare dell'argomento di persona, magari durante una delle famose feste in piscina del boss dei narcotrafficanti, ma non ha potuto a causa di evidenti difficoltà. Proprio una festa in piscina sarà l'occasione sfruttata dal Gus di Breaking Bad per sterminare l'intera famiglia del cartello, avvelenandoli con una bottiglia di tequila Zafiro Añejo (la stessa che unisce nel malaffare Jimmy e Kim, dando via agli sviluppi visti con l'evoluzione di Kim Wrexler e al passaggio da Jimmy McGill a Saul Goodman) e godendo nel vedere il terrore negli occhi di Don Eladio mentre, morendo insieme a tutti i suoi amici e parenti, precipita nella piscina della sua splendida villa.

Morire da immortali

La morte di un Salamanca torna utile anche nell'esplorare la fine di Walter White, perché la dipartita di Heisenberg torna a più riprese sullo schermo con Better Call Saul, ma il primo accenno lo vediamo nello sguardo volto al soffitto di Lalo mentre muore per mano di Gustavo a causa del proiettile nel collo.

Una risata soffocata nel sangue e l'inquadratura dall'alto che riprende gli ultimi istanti dell'uomo in quel cantiere che da lì a poco diventerà un'industria di metanfetamine blu, un ambiente che vedrà esalare anche l'ultimo respiro di Walter nel laboratorio allestito da Jack per schiavizzare Jesse Pinkman. Sul piano tematico la fine dell'ex professore di chimica è molto simile a quella di Jimmy McGill, perché entrambi muoiono tra i loro strumenti: l'iconico personaggio interpretato da Bryan Cranston trascorre i suoi ultimi momenti insieme all'attrezzatura che l'ha reso il più grande creatore di meth d'America, carezzandola e lasciandosi andare ad un'amorevole nostalgia verso un lavoro che ha adorato, mentre l'avvocato di Bob Odenkirk è scortato in carcere nell'acclamazione generale dei criminali intorno a lui, confuso nel provare orgoglio e vergogna al tempo stesso. Walter White e Jimmy McGill scompaiono nelle puntate finali dei rispettivi show, ma Heisenberg e Saul Goodman gli sopravvivono in quanto personaggi idealizzati e privi di umanità, delle autentiche leggende della malavita e della serialità televisiva.