Speciale Borgen

La storia professionale e le vicende personali di Birgitte Nyborg e colleghi, prima politica donna a diventare Primo Ministro di

Speciale Borgen
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Per la serie "cose dell’altro mondo" vi offriamo una chicca proveniente direttamente dai Paesi Scandinavi, o per meglio dire, dalla Danimarca. È Borgen, la serie che ha fatto scalpore qui e oltremare. Partiamo innanzitutto dal titolo: Borgen è il "Palazzo del Potere", ovvero il soprannome che viene dato a Christiansborg, la struttura che ospita i tre rami del sistema danese. La serie, scritta da Adam Price, racconta le vicende professionali e personali di Birgitte Nyborg (ovvero Sidse Babett Knudsen), una donna politica, accattivante e determinata, dell’ala dei Moderati, che diventa inaspettatamente Primo Ministro di Danimarca.
Borgen è stato trasmesso in Patria per la prima volta il 26 settembre 2010 sulla rete televisiva nazionale DR1 mentre in Italia si è affacciato per la prima volta ai teleschermi a partire dal maggio 2013 su LaEffe (le repliche della terza e ultima stagione sono appena terminate).
Ma vediamo più a fondo di che cosa si tratta, per farlo conoscere a chi, di Borgen non sapeva nulla fino a oggi.

Di che si tratta

Le avventure borgeniane si snocciolano in dieci episodi per stagione da 60 minuti l’una e si dividono tra la vita professionale e quella privata di Birgitte Nyborg (alleati, soci, and un po' meno co., come i nemici e gli oppositori). Quello a cui assistiamo dunque è un vero e proprio telefilm a sfondo politico, dove è possibile assistere anche a qualche tecnicismo e conoscere le stanze del potere. Come si muovono le cose? Come viene creata una legge? Borgen ci concede anche un breve insight su quella che è la vita di Danimarca, i problemi del Paese, le controversie e i temi scottanti; ma più di tutto, Borgen è vita: la vita di una donna, con una famiglia (sposata e con due figli) che cerca al pari di una persona normale di destreggiarsi tra lavoro e vicende personali. Stesso discorso per tutti i protagonisti principali della serie. Borgen è un political drama ben concepito. Una serie televisiva diversa dal solito dunque, meno la pesantezza di un trattato di Micromega; ci sono infatti risate, e il giusto pizzico di romanticismo e intrigo che servono giusto a far scorrere al meglio trama e tempo.

Perché guardarlo

Borgen è il telefilm che illustra come un mondo migliore sia possibile. Il discorso di insediamento di Birgitte ad esempio, prende soprattutto spunto da quello di Barack Obama con il suo "yes we can" (non è un mistero che la storia danese e quella statunitense siano indissolubilmente intrecciate) e similmente da quello di Steve Jobs: lo stesso trionfalismo, lo stesso ottimismo, la stessa carica propositiva e positiva che riscontriamo in Birgitte, nelle persone che lavorano con lei e per lei, e nell’intero telefilm.

Ovviamente non manca la politica, con i suoi accordi sottobanco e la corruzione, i personaggi meno puliti, quelli attaccati alla poltrona e quelli stantuffati e stagionati come il formaggio. È un mondo sicuramente "degno" quello di Borgen, composto e ordinato, forse troppo, penserete (anche se parlando di Danimarca, non ce ne stupiremmo), ma capace di darci un’infarinatura di quella che è la politica e come funziona (ricordatevi che è pur sempre un telefilm).

Un breve sunto, senza spoilerare troppo

La prima stagione dunque, ci accompagna verso la salita al potere di Birgitte; donna determinata dai forti valori, Birgitte è parte dell’ala dei Moderaten, ovvero dei Conservatori, della Destra per intenderci. Ma non fatevi fregare da questo nomignolo: la Danimarca ha avuto una storia piuttosto curiosa in fatto di politica; la Destra danese non è esattamente la Destra italiana, guardare per credere.
Quest’ascesa difatti, si fa molto meno facile di quello che possa sembrare o di quanto la stessa Nyborg potesse immaginare. I detrattori sono molti, e tenere a bada gli alleati è un lavoro al pari di quello necessario per tenersi stretti i nemici (come recita il proverbio).

La seconda stagione ci spiega cosa è necessario fare per tenersi il potere; colpi di scena e ‘fregature’ sono dietro l’angolo e all’ordine del giorno, ma è soprattutto la famiglia a risentirne e qui, le carte in tavola cambiano, e il gioco si fa più duro, tanto duro che.
La terza stagione finisce con l’essere inaspettata. In tutti i sensi. Non era infatti stata prevista e forse è per questo che si discosta dalle altre due. Si riparte a due anni e mezzo di distanza; le cose sono cambiate, sia per il Paese, che per Birgitte, che per i compagni di battaglia di Birgitte. Ma non fatevi ingannare, la sua determinazione si rifarà una strada dentro Borgen.

Curiosità e riconoscimenti

La serie è stata molto ben accolta, sia da pubblico che critica. Sui suoi scaffali, annovera infatti diversi premi come Miglior Serie Televisiva e Miglior Attrice Drammatica per Sidse Babett Knudsen, premi assegnati da diversi festival internazionali legati al mondo della tivù, come ad esempio il British Academy Television Awards, Prix Italia o il Monte Carlo TV Festival. Il telefilm ha inoltre ricevuto diverse nomination, tra cui una agli Emmy come Miglior Attrice per la Knudsen.
Una curiosità: la serie ha interessato così tanto Oltreoceano, che da tempo alla HBO e alla BBC Worldwide gira voce che presto un remake potrebbe finire sui teleschermi americani. Per ora non se ne sa nulla, perciò voi gustatevi l’originale, che siamo certi possa essere anche meglio; e se proprio amate il genere ma lo volete americano come il caffè, date un occhio a Scandal, ehm ehm, con i dovuti distinguo.

Borgen Borgen è un political drama danese molto ben congeniato. Più che la trama sono gli argomenti a renderlo interessante; i monologhi e i dialoghi sempre molto avvicenti, mai banali ma non per questo meno reali. Ottima anche la recitazione, soprattutto per quanto riguarda Sidse Babett Knudsen. Incredibilmente chiara quanto concisa la capacità degli Scandinavi di riuscire ad arrivare, a far capire con poco; è questa la caratteristica principale di Borgen, che è un ottimo telefilm di qualità sulla politica ben raccontata, con la giuste dose di leggerezza però, elemento che serve ad una serie per essere guardata, compresa, amata.