Come sarà Boris 4? Un ultimo viaggio su Disney+ fra nostalgia e streaming

Dopo l'annuncio dell'attesissima quarta stagione di Boris su Disney+, cerchiamo di capire assieme cosa aspettarci dalla serie cult.

Come sarà Boris 4? Un ultimo viaggio su Disney+ fra nostalgia e streaming
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Ci eravamo lasciati un po' appesi, con lo squillo di un cellulare e Gli occhi del cuore 3 sui binari di partenza. Poi però tutto era rimasto lì, che altrimenti subito la stampa ci ricamava sopra, con un salto dalla tv al cinema, e poi... la radio e la morte? No, poi arriva la quarta stagione di Boris. La notizia è ormai ufficiale: Boris 4 approderà su Stars, il catalogo per adulti di Disney+. Dopo settimane di depistaggi, come era successo fra Pirlo e Gattuso in Medical Dimension, ecco arrivare l'ufficialità, il Francesco Totti che il piccolo Biascica dentro ognuno di noi sperava. Disney+ si prende l'onere di riportare in vita un prodotto che ormai è adorato alla follia, soprattutto grazie al suo ritorno su Netflix.

Come vi avevamo raccontato nel nostro speciale, Boris è una serie cult che ha vissuto decine di vite, e ora è pronta a quella più inaspettata di tutte. Perciò mettetevi comodi, voi che viaggiate sulla Roma-L'Aquila, perché assieme cercheremo di capire cosa aspettarci da Boris 4, sperando tanto di non ritrovarci con un Sergio Brio che palleggia con le arance.

La quarta stagione di un cult molto poco italiano

La parabola ascendente di Boris non ha eguali nel panorama italiano. Passata prima in sordina su Fox, poi recuperata in streaming illegale, con la conquista dello status di cult e infine la riscoperta per il grande pubblico su Netflix. La serie è ormai sdoganata, divorata da ogni forma di parodia, accostamento, meme, dimostrandosi sempre attuale, tra pandemie/epidemie e ribaltoni politici.
Ecco perché ogni anno spuntava il ritorno di Boris, la domanda veniva spesso fatta agli attori che si sono sempre detti disponibili alla reunion. Ma nessuno se lo aspettava davvero. E invece eccoci qua, come se Sergio ci avesse appena consegnato la busta con gli straordinari di aprile. Proprio quelli di Libeccio. Un fremito di timore e adrenalina ci pervade, perché l'amore per Boris è ormai infinito, e la quarta stagione dovrà essere all'altezza delle aspettative. Però come?

Boris e lo streaming

Quando si parlava di una quarta stagione su Netflix in tanti avevano speculato che proprio lo streaming sarebbe stato al centro della serie. Boris ha sempre ragionato sulla contemporaneità italiana, e dopo aver sbudellato soap opera e cinepanettoni mancava solo il salto nel futuro: una serie in streaming.
Sono ormai tantissimi i prodotti della nostra penisola creati per l'on demand, e la quarta stagione di Boris si concentrerà proprio su questo. René e la troupe dovranno quindi girare un teen drama per un'equivalente non troppo velata di Netflix?

Sarebbe coerente con l'evoluzione della serie. Permetterebbe uno sguardo lucido e disincantato tipico di Boris sulla nostra contemporaneità seriale. E porterebbe anche un discorso di distanza culturale e, ovviamente, anagrafica, dato che sono passati undici anni dall'ultima puntata e dieci dal film. Immaginiamoci soltanto la troupe alle prese con l'equivalente di Corinna e Stanis, però ragazzini, che magari interpretano proprio i figli del dottor Giorgio e della dottoressa Giulia in uno strambo collegamento tra Gli occhi del cuore e la fiction che prenderà vita in Boris 4.
Due mondi opposti, uno fatto di smarmellamenti e l'altro di paillettes, mentre fuori continua a esserci la morte. Magari per una pandemia di aviaria.

Per Mattia Torre e Roberta Fiorentini

Il più grande dubbio che i fan si sono sempre portati dietro è l'assenza di Mattia Torre. Boris infatti ha preso vita grazie a lui, Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo, ed è con il trio di autori che l'abbiamo sempre amata.
Come si poteva fare una quarta stagione senza Mattia Torre? Forse, dedicandogliela. Tutto parlerà di lui, come se ci fosse ancora, perché Mattia ha lasciato un vuoto ricolmo della sua presenza dappertutto, dalla Linea verticale al monologo letto da Valerio Mastandrea e diventato quella piccola gemma di Figli, dimostrando ancora una volta quanto avrebbe ancora potuto dare alla nostra cultura visuale.
Ciarrapico e Vendruscolo punteranno a renderlo fiero, continuando il suo lavoro come Stanis dopo la morte di Francesco Campo. Anche se loro lo porteranno a casa con tutta la cerveza possibile, proprio come avrebbe fatto lui.
Stessa cosa vale per Roberta Fiorentini, la nostra Itala, senza la quale sarà impossibile bere vino di straforo e mangiare lardo di colonnata. La sua mancanza si sentirà, tantissimo, ma in qualche maniera omaggeranno anche lei, con tutta l'ironia possibile, pronta a mescolare vita vera e fiction, come la serie è sempre riuscita a fare.
Questa infatti dovrà essere la forza di Boris 4: far cadere i muri tra sceneggiatura e vita vera, tra influencer e TikTok, con qualcuno che a inizio serie potrebbe tranquillamente dire "Io tra sei mesi so' la Ferragni, capito?".

Un'altra televisione italiana è (di nuovo) possibile

Le operazioni nostalgia spaventano sempre. Il rischio di scheggiare un prodotto che è ormai parte integrante della nostra vita c'è, perché c'è, però c'è anche la gioia. Quella di rivedere un minuto scarso di Pannofino nelle vesti di Renè, o immaginare un ritorno di Mariano Giusti che spacca almeno un camerino.
Boris 4 potrebbe essere il vero colpo di coda della televisione italiana, l'ultima sferzata a un mondo a cui Gli occhi del cuore non dovrebbe più appartenere, ma che sottotraccia è sempre presente.
Ancora una volta, proprio quando serve, uno dei migliori prodotti italiani tornerebbe a insegnarci come si fa una serie tv, come si crea un cult e come si piange, perché alla fine è inutile prendersi in giro: lo faremo tutti.

Sei episodi in cui ogni elemento dovrà essere dosato, senza un'eccessiva retorica auto-citazionista, quella è per chi dovrà poi scrivere della serie.
Dalla quarta stagione di Boris vogliamo la sua comicità sopra le righe, mai banale, dissacrante in ogni aspetto e capace di devastare il nostro Paese. Noi saremo lì, davanti alla tv esattamente come nel 2007, pronti a ridere anche alle 7 del mattino. Ci rivediamo tutti a Sulmona fra cent'anni, portate il monopattino.