Cowboy Bebop 2: cosa dovremmo aspettarci dal sequel Netflix?

La serie live action di Cowboy Bebop, disponibile su Netflix, ha fatto tanto discutere. Ci sarà un seguito? Noi vi diciamo cosa nel caso aspettarvi.

Cowboy Bebop 2: cosa dovremmo aspettarci dal sequel Netflix?
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Nella realizzazione di un live action, tratto da un'opera animata o disegnata, in un modo o nell'altro la responsabilità del regista è decisiva per la riuscita del progetto. Se mostrerà un adattamento troppo fedele all'originale, verrà criticato per la mancanza di originalità. Se si discosterà troppo, sarà bersaglio dei fan più accaniti. Questo dogma inviolabile è tanto più vero e assodato per quanto riguarda la recente serie di Cowboy Bebop prodotta da Netflix: l'idea complessiva degli spettatori è quella di uno spettacolo godibile, dalle giuste tinte noir e western che, come ben sappiamo, caratterizzano (in parte) il cartone animato.

Eppure, a maggior ragione, a fronte del grande investimento di Netflix, questo live action non soddisfa le alte aspettative di coloro che hanno amato l'anime del 1998 di Shin'ichiro Watanabe. Cerchiamo di capire cosa aspettarci da un'eventuale seconda stagione, non ancora confermata ma, per alcuni buoni motivi, soltanto in attesa di una taglia da riscuotere.

Questione di adattamento

Ci sono diversi motivi per cui (anche giustamente) i fan hanno criticato quest'ultimo adattamento di Cowboy Bebop: dalle premesse con cui Netflix ci aveva suggerito una fedeltà smisurata al materiale d'origine, fino alla scelta di avere la diretta supervisione del visionario regista che dell'anime, Shin'ichiro Watanabe, la prospettiva era che ben presto avremmo visto

qualcosa di sorprendente, forse addirittura rivoluzionario; insomma una serie "degna di nota". Anche se abbiamo già potuto dimostrarvi che non sono così rari i buoni adattamenti, come dimostrano 10 migliori live action tratti da anime e manga, è giusto sottolineare, in sintesi, perché non abbiamo inserito in questa lista il titolo Netflix: le premesse ci sono, manca tutto il resto. La percezione generale, per un fan o per chi approccia la trama per la prima volta, è che il Cowboy Bebop di Andrè Nemec "suoni bene". Noi che abbiamo amato la serie originale, possiamo dire che ha le note jazz e ombrose dell'opera a cui si ispira, ma si sente che cerca di adattarsi nei confronti di un pubblico che non è più quello della fine degli anni ‘90, velocizzando e limando la trama e i personaggi per strizzare forse l'occhio ad uno spettatore contemporaneo. Non ci dilungheremo troppo a raccontare cosa ha funzionato e cosa no nella prima stagione dello show, per questo vi rimandiamo alla nostra recensione di Cowboy Bebop. Qui parliamo del futuro, cowboys, parliamo di cosa possiamo aspettarci dopo aver visto un finale simile, che è riuscito a colpire (letteralmente) persino un malinconico disilluso dalla vita quale Spike Spiegel.

Prospettive future

Riconosciamo una certa audacia a Nemec nel discostarsi così tanto dalla trama di fine anni '90. Nel live action Netflix, l'ordine degli eventi è mescolato, amalgamato e cambiato sensibilmente rispetto alla sequenza dell'anime, dando forma a qualcosa di nuovo con lo spirito della precedente serie. Anche i personaggi, però, mutano irrimediabilmente, e nel tentativo di approfondirli perdono purtroppo quell'aria malinconica e, diciamolo, anche un po' western/samurai dell'opera originale che tanto l'aveva caratterizzata (e che tanto piaceva).

È difficile fare un pronostico su cosa succederà dopo l'entrata in scena di Ed, ma è la stessa giovane hacker che ci suggerisce le possibili evoluzioni per una seconda stagione: Ed ha un lavoro per Spike, una taglia legata a qualcuno chiamato "Volaju" alias "The Butterfly Man".

I fan della serie potrebbero ricordarsi questo nome, proveniente dal film Cowboy Bebop del 2001. Ma vedendo come Nemec ha elaborato i suoi Bebopper, potremmo anche aspettarci un ulteriore cambiamento, proprio come è stato nei confronti di Julia. Svincolandosi dalla possibilità di confrontarsi con la trama originale, una nuova season amplia le possibilità per la stessa ex amante di Spike, chissà, posizionandola persino come la principale antagonista del cacciatore di taglie.

Cowboy Be Top

Una cosa che certamente ci piacerebbe vedere, al di là delle questioni di trama, è una maggiore coesione tra le varie sfumature di generi che hanno sempre fatto dell'anime quel caleidoscopico spettacolo narrativo. Ci riferiamo, ad esempio, agli episodi "Mushroom Samba" e "Toys in the Attic", il primo probabilmente uno dei momenti più divertenti della serie e il secondo un neanche troppo velato (e simpatico) richiamo all'Alien di Ridley Scott.

Supponendo, ovviamente, che Netflix decida di andare avanti con lo show. Perché il malcontento generale nei confronti del nuovo adattamento potrebbe distruggere completamente ogni possibilità di una seconda stagione. Sembra proprio che oltre ad avere un passato tormentato, i Bebopper del live action dovranno fare i conti anche con il loro stesso futuro.