Dalle pagine allo schermo: le migliori serie TV tratte da libri

Tra adattamenti fedeli e rivisitazioni originali, vediamo insieme le produzioni televisive di maggior successo ispirate a racconti e opere letterarie

Dalle pagine allo schermo: le migliori serie TV tratte da libri
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Quello degli adattamenti e delle trasposizioni letterarie non è certo un trend recente: il cinema ha visto da sempre di buon occhio libri e romanzi da cui trarre ispirazione per portare su schermo grandi storie, ma con l'exploit delle produzioni televisive la situazione sta cambiando radicalmente. Sempre più spesso miniserie, serie antologiche o intere stagioni vengono scelte come veicolo ideale per mettere in scena lavori che hanno coinvolto e appassionato i lettori di ogni angolo del mondo, sia per la possibilità di diluire meglio i contenuti, sia per l'opportunità di approfondire contesti e spazi dando sfogo alle proprie esigenze creative.

Col passare del tempo, produzioni di questo tipo sono in costante aumento e il fenomeno che si sta sviluppando avvicina sempre di più i due medium. Buon per i lettori, insomma, ma anche per chi è abituato a divorare serie e vorrebbe avvicinarsi alla lettura. Le produzioni di cui parleremo hanno contribuito a portare la TV al suo apice produttivo facendo affidamento su una solida base letteraria di partenza: dai romanzi ai racconti brevi, dalle grandi saghe alle biografie, queste serie hanno sorpreso pubblico e critica per qualità e popolarità nel corso degli anni. Vediamo quali sono le migliori serie in assoluto tratte dai libri: vi ricordiamo anche un altro nostro approfondimento dedicato ai migliori show Netflix ispirati a libri.

American Gods

Il romanzo fantasy pubblicato nel 2001 da Neil Gaiman, celebre autore conosciuto soprattutto nel mondo fumettistico per opere come Sandman, fu uno dei maggiori successi letterari dell'anno. Dopo diverso tempo e numerosi rumors, è stata l'emittente americana Starz ad aggiudicarsi i diritti per un possibile adattamento televisivo.

Con l'intenzione di mantenersi abbastanza fedele al materiale originale, la serie ha debuttato nel 2017 conquistando da subito pubblico e critica. Gran parte del merito, oltre a un cast di tutto rispetto, va dato agli showrunner Bryan Fuller (di cui riparleremo più avanti) e Michael Green: portando su schermo la storia di Shadow Moon (Ricky Whittle) e Mr. Wednesday (Ian McShane) alle prese con un'imminente guerra fra Dei vecchi e nuovi, la serie riesce a muovere una pungente critica alla società moderna e al concetto di fede in un mondo in cui prevalgono il culto dell'individualità e del materialismo. Lo show, disponibile su Amazon Prime Video in Italia, conta due stagioni, mentre la terza stagione di American Gods è attualmente in produzione.

Big Little Lies

Quando la HBO si è impegnata per accaparrarsi i diritti del romanzo Piccole grandi bugie di Liane Moriarty ha smosso l'interesse di molti. La storia della miniserie che ha brillato negli ultimi anni nasce dalle intenzioni congiunte di due grandi attrici, Reese Witherspoon e Nicole Kidman: già prima che il network ordinasse la produzione di una miniserie, le due star avevano inizialmente acquisito un'opzione sui diritti del romanzo per portarlo al cinema.

Vedendo poi l'opportunità di una produzione importante, con la promessa di un'impronta marcatamente cinematografica, entrambe si sono convinte a scegliere il piccolo schermo per un lavoro concentrato su più episodi.

Sia la Kidman che la Witherspoon figurano come produttrici della serie, ma anche come protagoniste insieme a Shailene Woodley, Laura Dern e un cast di grandi nomi (cui si è aggiunta Meryl Streep nella seconda stagione).

Ciò che rende fenomenale Big Little Lies è però la firma stilistica dello showrunner David E. Kelley, che unita alla visione del regista della serie, Jean-Marc Vallée (director di Dallas Buyers Club e Wild), ha permesso di veicolare un potente messaggio attraverso immagini di struggente bellezza e performance d'altissimo livello.

Questo limited drama racconta, così come l'opera originale, la forza delle donne: contro la violenza e le contraddizioni, Big Little Lies punta a smascherare le ipocrisie dietro i rapporti umani con grande arguzia. Nel solo 2017, la miniserie disponibile su Sky è riuscita a vincere 5 Emmy e 4 Golden Globes, riscuotendo un ottimo successo anche con l'inattesa seconda stagione.

Boardwalk Empire

Sempre rimanendo fra gli spazi del network HBO, uno dei primi esempi di avvicinamento alla qualità delle produzioni cinematografiche fu Boardwalk Empire - L'impero del crimine: questo period drama creato da Terence Winter conquistò subito il cuore degli spettatori e dei critici per la sua cura scenica e gli intrighi fra i vari personaggi, diventando in poco tempo una delle serie più viste e premiate di sempre.

Trasmessa per cinque stagioni, dal 2010 al 2014, l'epopea dei criminali di Atlantic City racconta le storie di personaggi profondi e interessanti, tra fatti realmente accaduti al tempo del proibizionismo e artifici narrativi ispirati dal saggio Boardwalk Empire: The Birth, High Times, and Corruption of Atlantic City di Nelson Johnson, che a sua volta si ispira alla vita di Enoch L. Johnson, politico e criminale del tempo.

Con lo stesso Winter nelle vesti di produttore esecutivo insieme a Mark Wahlberg, la serie ha potuto vantare un regista del calibro di Martin Scorsese per l'episodio pilota e un cast d'eccezione in cui spiccano Steve Buscemi, Michael Pitt e Michael Shannon. Facendo un veloce calcolo, lo show recuperabile su Sky ha vinto 20 Premi Emmy su 57 nomination totali.

Dexter

Fra le serie più chiacchierate, Dexter è quella che ha tenuto gli spettatori col fiato sospeso in più occasioni. Complici una narrazione intrigante e un protagonista carismatico, lo show che ha fatto la storia recente del network Showtime si è guadagnato la fama di piccolo cult nonostante una produzione altalenante nell'arco delle sue otto stagioni. La storia si ispira chiaramente al romanzo La mano sinistra di Dio di Jeff Lindsay e ruota intorno al personaggio di Dexter Morgan, un membro della scientifica sotto le cui vesti si nasconde un vero e proprio serial killer.

Lo show ideato da James Manos jr regge il paragone con la sua controparte letteraria solo per la prima stagione, deviando poi verso una continuity differente rispetto a quella degli altri scritti che vedono Dexter protagonista. Come spesso è capitato in un periodo in cui i network televisivi puntavano a "spremere" ogni prodotto finché possibile, anche la serie è caduta vittima di stagioni poco interessanti e piene di difetti.

Nonostante ciò, la caratterizzazione del personaggio interpretato da Michael C. Hall e i risvolti avvincenti della trama hanno sorretto per lunghi tratti la serie garantendo buone dosi di intrattenimento ai propri fan. Dexter, attualmente recuperabile su Sky, vanta in bacheca 2 Golden Globes e 4 Emmy.

Game of Thrones

Fra i vari elementi di questa lista non poteva certo mancare Il Trono di Spade, l'epica serie fantasy creata da David Benioff e D. B. Weiss ispiratasi alle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R.R. Martin. Il prodotto più popolare del network HBO ha tenuto incollati allo schermo milioni di telespettatori dal 2011 al 2019 con otto stagioni e 73 episodi ricchi di intrighi, conflitti, personaggi e giochi di potere. Sebbene gli eventi della serie si siano discostati sempre più dalla saga letteraria, fino a deviare completamente verso il finale, la lotta per la conquista di Westeros ha segnato un nuovo standard produttivo per il panorama televisivo.

Con un budget senza precedenti, un cast adorato dai fan e un numero immenso di spettatori sparsi per il mondo, la serie ha ottenuto vasti consensi da parte della critica e detiene attualmente nove record mondiali (dallo show più piratato al più ampio simulcast di sempre). Oltre a rendere il ciclo di romanzi fra le opere più vendute e redditizie al mondo, la serie ha fatto anche la storia degli Emmy vincendo 59 Premi su 160 nomination totali. Lo show HBO, recuperabile su Sky, ha così gettato solide basi per lo sfruttamento di altre opere dell'autore: si sa già di una serie prequel di Game of Thrones attualmente in lavorazione e ispirata all'ultimo scritto di Martin sulla dinastia Targaryen: Fuoco e Sangue.

Hannibal

Ricordate quando avevamo detto che avremmo riparlato di Bryan Fuller? Fu lui il principale artefice di uno degli adattamenti più amati e affascinanti degli ultimi anni, l'autore di un lavoro imponente che ha contribuito al suo coinvolgimento in progetti futuri quali American Gods e Star Trek: Discovery. Hannibal, come prevedibile dal nome, è interamente basata sui romanzi di Thomas Harris e sulla vita del celebre Lecter: fungendo quasi da prequel rispetto alle vicende narrate nei libri, ma ambientandole in un mondo contemporaneo, la serie segue in parte i romanzi per poi concentrarsi sul complesso legame tra il protagonista interpretato da un fenomenale Mads Mikkelsen e Will Graham, interpretato da Hugh Dancy.

Lo show di Fuller gioca spesso sul concetto di male e sul fascino che possa trasmettere, perdendosi fra i chiaroscuri di personalità macabre e complesse in costante confronto. Sfortunatamente, il successo e l'interessante produzione non sono bastate a risparmiare Hannibal dalla cancellazione. Nonostante ciò, lo showrunner non si è dato per vinto e ha più volte sparso indizi circa un suo interesse a tornare al timone della serie insieme a cast e crew.

Dopo il decadimento dei diritti, il momento propizio sembra avvicinarsi sempre di più, con lo show che potrebbe oggi venire "recuperato" da un altro network per continuare il suo sviluppo. Molti fan sperano che Netflix si faccia avanti, mentre lo stesso Fuller ha già smosso le acque dichiarando di aver già alcune idee sul futuro di Hannibal.

House of Cards

Caso ancor più particolare, forse più di qualsiasi altro, è quello di House of Cards - Gli intrighi del potere. Creata da Beau Willimon, diretta e prodotta da David Fincher, la serie che riadatta il romanzo omonimo di Michael Dobbs ha fatto parlare di sé per diverso tempo. Composto da sei stagioni, questo prodotto originale Netflix andato in onda fino al 2018 racconta la scalata al potere del politico Frank Underwood (Kevin Spacey) e della moglie Claire (Robin Wright), una coppia disposta a tutto pur di ottenere ciò che desidera. Vantando grandissimi nomi, sia in scena che dietro le quinte, la serie ha subito conquistato consensi unanimi da pubblico e critica raccontando intrighi e complotti in maniera del tutto originale.

House of Cards non è stato solamente un prodotto di buon livello, ma ha anche contribuito a fare la storia del piccolo schermo negli ultimi anni. In totale, la serie ha vinto 7 Emmy a fronte di 33 nomination, 2 Golden Globes a fronte di 8 ed è stato il primo prodotto distribuito in digitale ad aggiudicarsi simili premi. Pur avendo di fronte un discreto futuro per la fase finale della serie, la produzione è stata stravolta nel 2017 dopo le accuse di molestie mosse nei confronti di Kevin Spacey: a seguito del licenziamento del suo protagonista e dei numerosi dubbi sul prosieguo dello show, Netflix ha chiuso i battenti con una sesta stagione incentrata sul personaggio di Robin Wright.

Mindhunter

Fra i prodotti più apprezzati del catalogo Netflix, Mindhunter è considerata da molti utenti della piattaforma una delle migliori serie crime in circolazione. Lo show, che vede David Fincher nelle vesti di regista e - principalmente - produttore, è liberamente ispirato al libro Mindhunter: La storia vera del primo cacciatore di serial killer americano, scritto da Mark Olshaker e John E. Douglas. Nel corso di due stagioni, coordinate dallo showrunner Joe Penhall, Mindhunter riesce a rendere intrigante la narrazione dei fatti storici e a colmare eventuali carenze di ritmo con elementi di tensione crescente legati alle attività dei protagonisti.

La storia narrata, abbastanza fedele anche se in parte romanzata, racconta gli eventi che hanno portato gli agenti dell'FBI Holden Ford e Bill Tench a stravolgere il mondo della criminologia, legando gli studi delle scienze comportamentali alle azioni perpetrate dai serial killer. Gran parte della serie vede i due mettere in pratica il cosiddetto "profiling", attraverso il quale intervistano i maggiori serial killer presenti nelle prigioni americane per tracciare eventuali dettagli in comune fra le loro esperienze. La qualità della messa in scena, unita alla curatissima scelta in fase di casting per i più celebri criminali della storia americana, ha contribuito enormemente al successo della serie, peccato che il futuro di Mindhunter sembra davvero oscuro.

Orange is the new Black

Sempre su Netflix è possibile recuperare Orange Is the New Black: ideato da Jenji Kohan e ispirato alle memorie di Piper Kerman Orange Is the New Black: My Year in a Women's Prison, questo drama non le manda certo a dire e fa della potenza comunicativa il suo maggior punto di forza. Raccontando il soggiorno in carcere di numerose detenute dai vissuti differenti, la serie tiene incollati allo schermo affrontando senza paura tematiche sensibili: forte di un'eccellente scrittura alla base dello show, il variegato cast riesce a trasmettere con grande emotività le forti relazioni che si instaurano fra i personaggi e al contempo a far riflettere sulla violenza e gli abusi di potere, sull'omofobia e il razzismo, sui diritti delle minoranze e il contrasto agli stereotipi.

Allontanandosi dai luoghi comuni, OITNB veicola con forza i propri messaggi di denuncia, schierandosi senza alcuna paura contro un sistema che non supporta e non rispetta le condizioni dell'essere umano - elemento persino più evidente nell'opera originale. La produzione è riuscita in diverse occasioni a conquistare pubblico e critica: Orange is the New Black ha lasciato un ricordo indelebile nel cuore degli spettatori e ha ricevuto numerosi premi nel corso delle sue sette stagioni.

Outlander

Dal 2014, Outlander è la produzione più ambiziosa del canale Starz. Creata da Ronald Moore, questa lunga serie che mescola drama e fantasy è l'adattamento televisivo di un celebre ciclo di romanzi scritti da Diana Gabaldon. La premessa narrativa è già intrigante di per sé: un'infermiera da campo degli anni '40 si trova di colpo catapultata indietro nel tempo di duecento anni. A detta dei responsabili di produzione, ogni stagione porterà su schermo un libro della saga originale attualmente ancora in corso: con la quinta serie di episodi giunta recentemente al termine, l'attesa si sposta ora sull'uscita della sesta stagione.

Tra duelli cappa e spade fra le splendide lande scozzesi, intrighi, sotterfugi e misteri, Outlander si rivela in più occasioni un dramma intelligente che gioca molto sull'immaginazione dello spettatore e non ha paura di prendersi i propri rischi. Considerando che la scrittrice ha già in programma altri due libri nei prossimi anni, è molto probabile che lo show possa continuare a lungo e rappresentare il fiore all'occhiello dell'emittente americana.

Poldark

Rimanendo in territorio britannico, Poldark rappresenta una delle produzioni meno popolari della lista, ma al contempo una delle più sorprendenti. Basando la propria narrazione sui romanzi della saga dei Poldark, scritta da Winston Graham e già adattata negli anni '70, la serie BBC sceneggiata da Debbie Horsfield è partita con la grande ambizione di confermare l'enorme successo avuto dalla prima trasposizione.

Diretta da Edward Bazalgette e Will McGregor, il nuovo adattamento con protagonista Aidan Turner ha riscosso un grande successo in patria e all'estero, venendo trasmesso in Italia da Sky.

Le prime quattro stagioni dello show sono basate sui primi sette romanzi storici della saga, mentre la quinta e ultima stagione cerca di colmare un vuoto temporale lasciato tra le ultime opere dell'autore originale. Raccontando la vita di un uomo afflitto dai propri drammi e alle prese con numerose peripezie, la serie conclusasi lo scorso anno rappresenta uno degli adattamenti più fedeli e rispettosi visti finora sul piccolo schermo.

Sharp Objects

Tornando a parlare di miniserie, esiste un collegamento tra Big Little Lies e il prodotto qui inserito: HBO, network dietro quest'altra produzione, ha portato il regista Jean-Marc Vallée a dirigere un ulteriore adattamento letterario sotto forma di limited drama. Anche qui lo stampo cinematografico è evidente, ma lo stile e il genere sono molto diversi: in Sharp Objects, serie nata dal romanzo Sulla Pelle di Gillian Flynn, si parla di crimini efferati e traumi familiari, osservandoli dal punto di vista di una reporter di cronaca nera. La donna, già alle prese con la propria serie di problemi, si ritroverà quindi a rivivere i complessi rapporti familiari e gli aspetti più cupi del proprio passato.

Chi conosce l'autrice, penna dietro quel famigerato Gone Girl che David Fincher trasformò in un thriller da Oscar, sa già che tensione e mistero non potranno mancare. Eppure, ciò che meglio emerge dai vari episodi di quest'opera è una profonda introspezione, già evidente dal taglio stilistico del regista e dal modo in cui riprende le protagoniste - una Amy Adams in grandissima forma e una sorprendente Patricia Clarkson, vincitrice del Golden Globe come miglior attrice non protagonista. La serie costruisce un racconto teso, intimo e straziante (qui la nostra recensione di Sharp Objects), in grado di soddisfare senza troppe difficoltà la maggior parte degli spettatori.

Sherlock

Non poteva certo mancare la trasposizione in chiave moderna e quasi supereroistica dello Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle. La serie BBC creata da Steven Moffat e Mark Gatiss rappresenta il prodotto televisivo britannico più popolare di sempre insieme a Doctor Who e ha lasciato un segno indelebile nella storia della TV inglese. L'investigatore di Benedict Cumberbatch e il Watson di Martin Freeman sono una delle coppie più acclamate dai fan e le loro avventure rappresentano la perfetta sintesi tra originalità e ispirazione.

A dispetto dell'altro adattamento contemporaneo su Sherlock Holmes, quell'Elementary che gioca più sulla componente poliziesca che sulla teatralità e l'impatto scenico, la miniserie di Moffat e Gatiss ha rappresentato per diverso tempo le vette produttive più alte della televisione britannica, con budget da capogiro e riprese vissute come veri e propri eventi.

Col passare degli anni è stato sempre più difficile rimettere insieme cast e crew per lo sviluppo di nuovi episodi, ma finora il conto ammonta a quattro stagioni, ognuna delle quali composta da tre episodi, e un episodio speciale uscito nelle sale cinematografiche. Nonostante i fan si sforzino di credere ancora in un futuro per la serie, è ormai evidente che gli impegni dei due protagonisti e la complessità della produzione non lascino molte speranze sul futuro di Sherlock - almeno nel breve periodo.

The Handmaid's Tale

Fra i prodotti di punta del catalogo Hulu c'è lo scoppiettante adattamento del romanzo distopico di Margaret Atwood. The Handmaid's Tale è stata una delle serie più premiate delle ultime edizioni degli Emmy a cui ha partecipato, vincendo 9 statuette e conquistandosi anche 2 Golden Globes. Lo show conta attualmente 3 stagioni e 36 episodi, con altre puntate attualmente in produzione per garantire l'uscita di una nuova stagione.

Ambientato in un futuro in cui un regime teocratico ha conquistato gli Stati Uniti, riducendo in schiavitù le donne e assegnando le pochissime "ancelle" fertili a famiglie selezionate, Il racconto dell'Ancella mira con prepotenza a scuotere le coscienze sul valore della parità sociale e a mettere in guardia sulla sottomissione della donna nella società moderna. Un messaggio femminista, ma completamente sano e veicolato attraverso un linguaggio crudo e violento, ma non del tutto improbabile. Dopo un lungo periodo di esclusiva su Tim Vision, la serie è stata da poco inserita nel catalogo di Amazon Prime Video.

The Haunting of...

Fra i progetti a lungo termine di Netflix, The Haunting of... rappresenta una vera e propria chicca per tutti gli amanti del brivido. Dopo numerosi rumors, lo showrunner e regista Mike Flanagan è stato confermato al timone di questa serie antologica che intende portare su schermo alcuni fra i più grandi racconti horror della storia letteraria contemporanea. Da qui deriva il già famoso The Haunting of Hill House, prima stagione della serie e adattamento di uno dei racconti sui fantasmi più famosi del ventesimo secolo ad opera di Shirley Jackson, L'incubo di Hill House.

L'elemento che rende più intrigante la serie, a dispetto delle attese, è però la maestria con la quale Flanagan ha sostituito la paura con l'angoscia, inserendo con più forza una componente drammatica alle vicende che permette alla narrazione di elevarsi su un altro livello di profondità. Tenendosi ben ancorato su paure molto umane, la componente sovrannaturale diventa il mezzo di espletazione di un terrore già latente e percettibile in ogni istante anche nelle azioni quotidiane. Dopo il successo della prima trasposizione, Flanagan si è confermato con la seconda serie, come vi abbiamo raccontato nella nostra recensione di The Haunting of Bly Manor, che porta su schermo Il Giro di Vite di Henry James.

The Leftovers

La serie HBO The Leftovers è la prima opera creata interamente dal geniale Damon Lindelof insieme a Tom Perrotta, autore del romanzo Svaniti nel nulla. Questo complesso drama sull'esistenza esplora i misteri legati alla vita e i meccanismi di superamento della perdita attraverso un fenomeno impensabile: il 14 ottobre del 2010 il 2% della popolazione mondiale scompare improvvisamente senza lasciare alcuna traccia. La serie comincia tre anni dopo questo tragico evento, con il resto della popolazione che si trova suo malgrado a fare i conti con una defezione impossibile da razionalizzare.

Forte dell'esperienza e dell'eredità lasciate da Lost, Lindelof ha qui deciso di osservare dall'interno il turbamento umano e di non concentrarsi sul dare risposte allo spettatore. Il racconto che The Leftovers è riuscito a mettere in piedi nell'arco di tre stagioni ha radici molto profonde nella storia recente del medium televisivo ed è attualmente considerato dalla critica uno dei prodotti più rivoluzionari della serialità recente.

The Man in the High Castle

Primo prodotto di grande calibro plasmato da Amazon Studios, The Man in the High Castle è stato una piacevole scoperta per molti appassionati di fantascienza e non. Questa serie, composta da quattro stagioni e conclusasi lo scorso anno, è tratta da un romanzo ucronico del celebre Philip K. Dick:

l'autore dietro Blade Runner ha infatti scritto nel '62 La svastica sul sole, un racconto che vede le potenze dell'Asse vincitrici della seconda guerra mondiale e i nazisti al controllo di gran parte del mondo. Con 40 episodi e due Emmy all'attivo, la serie Amazon ha reso in maniera impeccabile contesti e distopie che hanno fatto la fortuna del romanzo, giocando sul dualismo tra un passato irrealizzabile e un futuro mai del tutto certo. L'angoscia e il clima di tensione generati nel corso degli episodi hanno riscosso grandi consensi su più fronti, con la serie che ancora oggi spicca fra i prodotti di punta disponibili su Prime Video.

The Night Manager

Menzione speciale per una miniserie ispirata dalle opere del maestro delle spy stories, John le Carré: The Night Manager è una co-produzione tra BBC e AMC composta da sei episodi, diretta da Susanne Bier e tratta dal romanzo Il direttore di notte dello scrittore britannico. La serie evento scritta da David Farr vanta un cast d'eccezione in cui spiccano Tom Hiddleston, Hugh Laurie, Olivia Colman ed Elizabeth Debicki, i quali hanno mostrato sin da subito una particolare alchimia sul set.

Oltre alla produzione imponente, che ha spinto le riprese fino in Egitto, la serie ha fatto incetta di premi: la Bier ha vinto l'Emmy per la regia, mentre i principali attori del cast hanno conquistato i Golden Globes.
Prendendo spunto dai più celebri Bond movie, gli episodi di The Night Manager seguono l'avventura dell'ex soldato Jonathan Pine, oggi direttore notturno di un albergo, che si ritrova invischiato tra i servizi segreti inglesi e un trafficante d'armi. Ripercorrendo fra le scene le pagine del romanzo, la serie garantisce tanta adrenalina e grandi colpi di scena.

The Witcher

Pur condividendo la fama con l'omonima saga videoludica, il The Witcher di Netflix si ispira molto più marcatamente alla celebre saga di romanzi fantasy dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski. Distribuita lo scorso anno sulla piattaforma streaming, la serie è divenuta in poco tempo il prodotto di punta dell'emittente e ha sbaragliato la concorrenza a suon di ascolti. Accontentando i fan della saga da un lato e i curiosi assetati di fantasy dall'altro, The Witcher mette in scena un'ambientazione ricca di particolari, personaggi carismatici e un intreccio narrativo caratterizzato da più trame che vanno legandosi fra loro.

La showrunner Lauren Schmidt Hissrich sta dando fondo a tutte le proprie energie per trasporre fedelmente il mondo dello Strigo su schermo: forte dell'acclamato successo della prima stagione, la qualità della produzione non potrà che migliorare nella seconda. Completando il quadro del prodotto, proprio come fatto da HBO con le opere di Martin, anche il mondo di The Witcher verrà presto approfondito con due prequel: un film d'animazione chiamato Nightmare of the Wolf e la miniserie Blood Origin.

Watchmen

Ultima presenza, ma non per questo meno importante, riservata alla storica graphic novel di Alan Moore e Dave Gibbons. Dopo una trasposizione cinematografica non all'altezza della profondità dell'opera, HBO si è affidata a Damon Lindelof per portare avanti lo spirito di Watchmen con una miniserie evento che riuscisse a stupire anche i più scettici. Ambientando le vicende come un sequel dell'opera originale ambientato ai giorni nostri, lo showrunner ha così giocato sul contrasto tra eroi e antieroi in un clima di spiccata tensione razziale.

Mescolando elementi distopici con divagazioni sui temi originariamente trattati nell'opera di riferimento, Lindelof è riuscito a sconvolgere ancora una volta gli spettatori e la critica, confezionando il prodotto televisivo migliore dell'anno. La miniserie disponibile su Sky è stata la regina assoluta dell'ultima edizione degli Emmy, vincendo 11 statuette a fronte di 26 nomination e aggiudicandosi i premi più prestigiosi - da miglior miniserie a miglior attrice protagonista.

Fra budget sempre più alti e produzioni in costante aumento, l'elenco di prodotti seriali di valore potrebbe facilmente non aver fine. Riservando questo spazio a future aggiunte o a eventuali suggerimenti, godiamoci un periodo ricco di serie e opere da ammirare.