Doctor Who: come siamo arrivati al Dottore donna

In attesa del debutto di Jodie Whittaker nei panni del Tredicesimo Dottore, ripercorriamo le tappe che hanno portato a questo momento storico.

Doctor Who: come siamo arrivati al Dottore donna
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La lunga attesa è quasi finita: il 7 ottobre, a più di un anno dal primo annuncio e quasi dieci mesi dopo la prima fugace apparizione nel Christmas Special 2017, assisteremo all'esordio ufficiale di Jodie Whittaker nei panni del Tredicesimo Dottore. Un debutto storico dato che l'attrice inglese, classe 1982 (coetanea di Matt Smith), è la prima protagonista femminile di Doctor Who, dopo oltre cinquant'anni e dodici incarnazioni del Signore del Tempo (con l'aggiunta del War Doctor interpretato da John Hurt). Un traguardo importante, lungamente atteso dai fan e anche dai Dottori precedenti, che ha richiesto un percorso lungo e tortuoso. Un percorso che noi, per l'occasione, abbiamo deciso di rivisitare.

Desideri dall'alto

Il primo a pronunciarsi ufficialmente sulla possibilità di un Dottore donna fu nientemeno che Tom Baker, quarto interprete del personaggio, amatissimo dal pubblico e ancora oggi l'incarnazione più longeva (dal 1974 al 1981). Secondo lui una donna sarebbe stata perfetta per sostituirlo, per dare alla serie un'aria di novità, ma la BBC preferì puntare su un inedito di tipo diverso: Peter Davison, all'epoca il primo Dottore under 30. Qualche anno dopo, sulla questione espresse il proprio parere anche il creatore dello show, Sydney Newman. Allora la serie era in crisi, con un'interruzione di quasi due anni durante il periodo in cui Colin Baker era il Sesto Dottore (in parte per presunti dissapori personali tra l'attore e il responsabile della programmazione della BBC).

Per risollevare le sorti del programma, Newman propose due soluzioni, in netta contrapposizione: da un lato, ripescare Patrick Troughton, il Secondo Dottore, già tornato per un episodio speciale nel 1985, subito prima della lunga pausa; dall'altro, introdurre un Dottore di sesso femminile. Anche in questo caso le alte sfere della televisione britannica ignorarono i consigli, e per il Settimo Dottore fu scritturato Sylvester McCoy.

La maledizione della morte fatale

Nel 1999, all'interno della trasmissione di beneficenza Comic Relief, andò in onda uno speciale parodistico di Doctor Who, intitolato The Curse of Fatal Death. L'episodio, scritto nientemeno che da Steven Moffat, mette alla berlina gran parte delle convenzioni del programma, tra cui l'idea della rigenerazione: nel corso dei venti minuti dello speciale, infatti, il Dottore cambia aspetto quattro volte, passando da Rowan Atkinson a Richard E. Grant a Jim Broadbent a Hugh Grant e, nonostante un'apparente morte definitiva, a... Joanna Lumley. Una scelta volutamente autoreferenziale, poiché la nota attrice comica era stata suggerita come possibile interprete ufficiale del Dottore negli anni Novanta, e il caso vuole che la sua incarnazione nello speciale sia proprio la tredicesima. All'epoca la si buttò sul ridere, ma una volta che Moffat ha preso le redini della serie le cose hanno iniziato a farsi più serie...

Tempi che cambiano

Per molti anni c'è stato il dibattito tra i fan: i Signori del Tempo, quando si rigenerano, possono cambiare sesso? Durante la gestione di Russell T. Davies (2005-2009) la questione fisiologica è stata ridotta a una gag. Nel 2011 va invece in onda l'episodio The Doctor's Wife, scritto da Neil Gaiman (con alcune revisioni ufficiose di Moffat), dove l'Undicesimo Dottore menziona un altro Signore del Tempo, il Corsaro, e allude a incarnazioni di entrambi i sessi.
Nel 2014, con l'arrivo di Peter Capaldi nei panni del Dodicesimo Dottore, è un personaggio noto a cambiare in modo vistoso: il Maestro, celeberrimo nemico del protagonista, torna dopo l'ennesima morte apparente, questa volta con il nome di Missy (abbreviazione di Mistress) e le fattezze di Michelle Gomez. Un anno dopo, nel finale della nona stagione, assistiamo alla prima rigenerazione uomo-donna, quando il Dottore torna su Gallifrey e spara a un generale (con la rivelazione che l'incarnazione maschile, in quel caso specifico, deviava da quelle tradizionali del personaggio, solitamente donna).

E alla fine arriva Jodie...

Nel 2017 Capaldi e Moffat confermano l'intenzione di lasciare la serie al termine della decima stagione. Come nuovo showrunner viene scelto Chris Chibnall, il creatore di Broadchurch, il quale ha successivamente confermato in alcune interviste di aver imposto come conditio sine qua non per la sua assunzione la scelta di un Dottore donna. Ed è proprio un'interprete di Broadchurch a spuntarla, avvantaggiata anche perché, in quanto spettatrice occasionale, non ha un'idea pregressa di come dovrebbe essere il Dottore.

Il passaggio di consegne è comunque affidato, per la maggior parte, a Moffat (solo la scena in cui appare la Whittaker è scritta da Chibnall), e per dare un senso simbolico maggiore alla trasformazione decide di far interagire Capaldi con David Bradley nei panni del Primo Dottore. Quest'ultimo, creato nel 1963, viene (giustamente) redarguito da tutti per i suoi atteggiamenti datati e a dir poco sessisti, e dopo aver vissuto un'avventura intera al suo fianco il Dodicesimo Dottore, che inizialmente era pronto a morire, è disposto a concedersi almeno una vita in più. Una vita all'insegna del rinnovo totale, o quasi: la prima parola pronunciata dal Tredicesimo Dottore, in inglese, è "brilliant" ("fantastico"), tanto cara alla decima incarnazione. Il personaggio è cambiato, ma sotto sotto è sempre il Dottore. E allora, che la nuova avventura abbia inizio.