Ghostbusters: il mito del cartone animato

Mentre nelle sale impazza la nuova versione cinematografica, facciamo un passo indietro ricordando la serie animata degli acchiappafantasmi.

Ghostbusters: il mito del cartone animato
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Dal 1986 al 1991 i celebri personaggi creati da Dan Aykroyd e Harold Ramis, già beniamini del grande schermo, hanno conquistato anche il pubblico televisivo grazie alla serie animata The Real Ghostbusters (il titolo fu un'imposizione legale per distinguerli dal cartoon catodico della Filmation, in onda nello stesso periodo). Un piccolo fenomeno che ha al contempo rafforzato e in parte danneggiato il brand, poiché i contenuti della versione animata influenzarono quelli del sequel cinematografico Ghostbusters II. In occasione del trentennale della serie, abbiamo voluto ripercorrere gli alti e i bassi della declinazione televisiva del franchise. Il titolo dello show è alquanto ironico, dato che i personaggi erano stati concepiti, anche e soprattutto a livello visivo, per essere diversi dalle controparti cinematografiche (anche se alcune caratteristiche, come l'assenza del tabagismo, finirono per contaminare il secondo film, al fine di attirare un pubblico più giovane): solo Egon Spengler, nonostante i capelli biondi, ricordava ancora in parte Harold Ramis, cosa che tra l'altro spinse il doppiatore Maurice LaMarche a imitare l'interprete originale del personaggio, mentre Peter Venkman, Ray Stantz e Winston Zeddemore non conservarono alcuna traccia delle loro origini (anche se una presunta lamentela di Bill Murray portò alla sostituzione di Lorenzo Music, storica voce di Garfield e primo doppiatore del Venkman animato, con Dave Coulier, il cui timbro vocale era più vicino a quello di Murray).


I "veri" acchiappafantasmi

Da notare anche che sebbene il character design avesse poco o nulla da spartire col film, allo story editor e sceneggiatore J. Michael Straczynski (creatore di Babylon 5) fu espressamente chiesto di scrivere la serie lasciando lo spirito e lo humour intatti, senza preoccuparsi dell'età media degli spettatori. Questo portò alla realizzazione di episodi talvolta veramente inquietanti, anche grazie al talento vocale di Frank Welker, che oltre a doppiare Stantz e Slimer prestò anche la voce a molti dei fantasmi. Almeno fino al momento in cui fu deciso di inseguire un target più giovane, con una comicità molto più elementare e costruita in gran parte intorno al già menzionato Slimer, che divenne il vero e proprio protagonista di diverse puntate (e difatti la serie fu ribattezzata Slimer and the Real Ghostbusters). Questo è il periodo meno felice del programma, che portò all'addio di Straczynski (tornato solo per una manciata di episodi palesemente critici nei confronti del nuovo corso creativo) e, gradualmente, alla cancellazione.

Evoluzione "estrema"

L'assenza degli acchiappafantasmi dal piccolo schermo non durò in eterno: alla fine del 1997 andò in onda il sequel Extreme Ghostbusters, dove un Egon più anziano, rimasto solo (escludendo la compagnia di Slimer e della receptionist Janine), funge da mentore ad una nuova squadra di giovani reclute, tra cui un paralitico e una donna. Questa nuova incarnazione è durata una sola stagione di 40 episodi, con un doppio finale dove tornano Venkman, Stantz e Winston. Il target era diverso a livello anagrafico, ma sembra che già all'epoca il pubblico faticasse, almeno nell'immediato, ad accettare degli acchiappafantasmi che non fossero quelli "veri". Una situazione che però forse cambierà, per lo meno per quel che concerne questa sottocategoria specifica, a seconda dell'impostazione che avrà il lungometraggio animato sul quale la Sony starebbe lavorando. Attualmente non sappiamo se farà parte della continuity televisiva (cosa auspicabile, se non altro per poter sentire, tramite LaMarche, la voce di Egon) o se sarà un progetto a sé stante. In ogni caso, sappiamo chi chiamare, vero?