Speciale Halloween: serie da brivido da recuperare

Ecco alcuni consigli su cosa (ri)vedere se si è in cerca di brividi sul piccolo schermo, tra dimensioni parallele e format antologici.

Speciale Halloween: serie da brivido da recuperare
Articolo a cura di

Nelle ultime settimane l'horror è tornato a farsi notare sui nostri piccoli schermi, tra la nuova stagione di American Horror Story e il debutto su Netflix del folgorante Hill House, ispirato al romanzo di Shirley Jackson. Altre serie hanno puntato su Halloween in chiave comica, come accaduto nel consueto episodio speciale de I Simpson. Ma una volta esaurite queste novità non certo indifferenti, cosa si può andare a ripescare se si è in cerca di una sana dose di brividi catodici? Ecco alcuni consigli, tra classici affermati e chicche meno note che meritano di essere riscoperte.

Ai confini della realtà (1959-1964)

Ufficialmente la più nota creatura di Rod Serling è fantascienza e non propriamente horror, ma la serie antologica per antonomasia contiene diversi racconti a dir poco inquietanti, tant'è che nelle versioni successive sono stati chiamati in causa autori come Stephen King. Serling immagina mondi simili al nostro, con piccole varianti più o meno paranormali che, a seconda degli episodi, regalano dei brividi non da poco. Da rivedere soprattutto in vista del nuovo revival, a cura di uno che di horror si intende: Jordan Peele, il regista e sceneggiatore premio Oscar per Get Out.

Tales from the Crypt (1989-1996)

Basato sui celebri fumetti della EC Comics, noti per i loro contenuti a dir poco cruenti, questo programma antologico è stato fra le prime produzioni originali della HBO, e già all'epoca il canale via cavo era in grado di attirare dei nomi prestigiosi: tra i produttori esecutivi e registi basta citare Robert Zemeckis, Walter Hill e Richard Donner, e tra i vari attori che hanno fatto una brutta fine al termine degli episodi segnaliamo Kyle MacLachlan, Bill Paxton, Demi Moore e Christopher Reeve. E poi c'è lui, il custode della cripta, l'essere scheletrico che introduce ogni racconto dell'orrore con pessimi giochi di parole e una risata che arriva direttamente dall'oltretomba. Notevole soprattutto la puntata finale, una rilettura estrema e animata de I tre porcellini, dove il terzo maiale viene accusato degli omicidi dei suoi fratelli, divorati dal lupo cattivo.

Hai paura del buio? (1990-1996, 1999-2000)

Ancora antologia, questa volta di matrice canadese, un successo tale da generare, alcuni anni dopo, un altro programma dalle atmosfere simili (Piccoli brividi, dai libri di R.L. Stine). Protagonisti della serie sono un gruppo di ragazzi, il Club di Mezzanotte, che ogni settimana si riuniscono intorno a un fuoco per raccontarsi storie dell'orrore. Storie comunque calibrate per un pubblico giovane, senza contenuti troppo violenti, ma non per questo concepite senza l'intenzione di farci saltare un minimo dalla sedia. Per chi mastica l'inglese, la maggior parte degli episodi è disponibile sul canale YouTube ufficiale della serie.

X- Files (1993-2002)

Mentre le nuove stagioni hanno sostanzialmente accantonato il lato più inquietante della serie, diversi episodi autoconclusivi delle annate originali erano dei piccoli incubi di 40 minuti, destinati a tormentarci anche a visione conclusa (soprattutto in Italia, dove spesso e volentieri la messa in onda era in orari notturni). Tra mutanti che si nutrono di fegati umani e bambole assassine (quest'ultima con la partecipazione di Stephen King come co-sceneggiatore), Chris Carter e i suoi collaboratori sapevano dare del loro meglio quando si allontanavano dal complotto extraterrestre e si concentravano di più sulle stramberie pure. Talvolta questo aveva conseguenze estreme: un episodio in particolare, su una misteriosa famiglia che vive in una fattoria in mezzo al nulla, fu ritenuto talmente estremo da essere tuttora escluso dalle repliche dello show nei palinsesti americani.

Masters of Horror (2005-2007)

Nata da un'idea di Mick Garris, la serie antologica della Showtime aveva una formula molto semplice: dare completa libertà a diversi registi noti per la loro attività in campo horror, da John Carpenter a Joe Dante passando per Dario Argento e Don Coscarelli. Tra storie originali e adattamenti di racconti di genere (tra cui due di Clive Barker), il programma era un vero e proprio contenitore di terrore allo stato puro, e solo la cancellazione dopo due stagioni impedì al pubblico di vedere all'opera cineasti del calibro di George Romero, che doveva dirigere un episodio della prima annata ma fu costretto a rinunciare. Da notare che, nonostante la presunta immunità alla censura promessa da un canale via cavo come Showtime, non mancarono alcuni problemi: Argento fu costretto a limare due sequenze del suo primo episodio, Jenifer, a causa di una regola interna che vietava i nudi frontali maschili, mentre Imprint di Takashi Miike, il più estremo dei 26 racconti, non è mai andato in onda negli Stati Uniti (e in altri paesi fu oggetto di tagli pesanti).