Le migliori Serie TV del 2011

Scopriamo insieme quali sono i migliori Telefilm usciti nel 2011.

Le migliori Serie TV del 2011
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Il 2011 ormai è alle nostre spalle ed abbiamo dato il benvenuto al nuovo anno. Però noi, che siamo dei nostalgici e amiamo i bilanci, vogliamo ricordare lo scorso anno seriale rispondendo a domande quali "come è stato?", "come lo ricorderemo?", "quale serie ha lasciato il segno?", "quale altra invece ci ha lasciato e basta?". Una mega ricapitolazione perciò che fa i conti con tutto quello che è passato sui teleschermi (prevalentemente americani) nel 2011. Abbiamo lasciato fuori quelle serie iniziate in anni precedenti e che ancora continuano (tipo TBBT , Desperate Housewives, HIMYM, Nikita, Raising Hope per capirci), del cui andamento ogni fan è al corrente e che segnalare qui sarebbe tedioso quanto inutile (tanto più che di molte ci sono le nostre recensioni dedicate).

R.I.P.

Rispettosamente iniziamo la nostra panoramica commemorando i defunti, ovvero quei titoli che non ce l'hanno fatta e si sono spenti nel 2011.
Ben 23 nuove serie (dove per nuove intendiamo iniziate nel 2010 e dunque composte da un'unica stagione) ci hanno lasciato le penne: una strage! E' vero anche però che molte di queste le abbiamo già rimosse: chi ricorda per esempio Perfect Couples, The Protector, Chaos, State of Georgia, Traffic Light, Criminal Minds: Suspect Behavior, Chase, Off the Map, Outsorced, Law & Order: LA, Mr. Sunshine, Mad Love, Hellcats, Shit, my dad says, Better with you, The Nine lives of Chloe King o Friends with benefits? Crediamo che i rimpianti per queste serie siano davvero pochi, tanto più che molte meritavano davvero il destino della cancellazione. A deludere però sono state anche le più attese Skins USA, Camelot e The Cape, risultate poi al di sotto delle aspettative. Non possiamo invece non rattristarci al pensiero di chi se ne è andato prematuramente e che aveva, a nostro avviso, ancora molto da dire: Detroit 1-8-7, Lights out, The Chicago Code. Un peccato non concedere a questi bei titoli una seconda opportunità, ma si sa, la legge dell'audience è dura.

Non dimentichiamo però che l'anno passato ha visto l'addio anche da parte di altre serie, più "anziane" diciamo. Su tutte la chiacchierata Smallville (che si è congedata con la decima e ultima stagione), l'amatissima Friday Night Lights, la confortante Brothers and Sisters, la simpatica Greek, la più seriosa Big Love e la sovrannaturale Medium. Più giovani invece erano Lie to me (che già risentiva di una certa ripetitività), la spassosa Hung, la discussa V (che non ha mai retto il paragone con l'originale) e la sfortunata Life Unexpected. Imberbi lo erano anche Man of a certain age e Human target, ma pare proprio che la loro mancanza si senta di meno.

Da Gennaio alla fine dell'estate: chi non muore si rivede

Dopo il monumento ai caduti di cui sopra, torniamo ad occuparci dei vivi e vegeti. Cadono nella nostra ricognizione quei titoli la cui stagione si svolge tutta nell'anno in questione. Partiamo da quelli già rodati: Southland (terza serie), che è il tipico esempio di serie immeritatamente sottovalutata; Californication (quarta stagione), una serie dagli alti e bassi che comunque sembra continuare a piacere; Haven (seconda), che non si può dire goda certo di ottima reputazione; la validissima Justified (seconda) e infine lei, quella cosa abominevole verso la quale sarebbe il caso di lasciar perdere qualsiasi accanimento terapeutico e staccare definitivamente la spina: True Blood. Se durante le prime due serie tutto il trashume poteva apparire pure simpatico mischiato com'era alle vicende un po' bizzarre, ma di sicuro interessanti, ora (quarta season) risulta quasi insopportabile star lì a sorbirsi 50 minuti di sangue e sesso fini a se stessi, spalmati nel corso di episodi via via più ridicoli e insensati. Un appello alla HBO: cancellate ‘sta roba!!!

Da Gennaio alla fine dell'estate: tutte le novità

Lo scorso anno (o meglio, il periodo che va da gennaio alla fine dell'estate) però ci ha portato anche un mucchio di novità, 26 nuove serie distribuite nel corso dei diversi mesi. Ovviamente non tutte hanno lo stesso peso e per alcune (poche) che sono riuscite a conquistarsi l'amore e la fiducia del pubblico o a far discutere, ce ne sono altre (molte) che sono passate quasi inosservate o si son guadagnate l'appellativo di insignificanti. Iniziando proprio da queste ultime siamo pronti a scommettere che sono pochi quelli che ricordano o ancora seguono titoli come Let's stay together, Retired at 35, Workaholics, Necessary Roughness, Suits, Happily Divorced, Franklin & Bash, Alphas o Fairly Legal. Apprezzati di sicuro da un pubblico più giovane sono invece The Lying Game, Switched at Birth e Teen Wolf (piacevole in realtà anche per un' audience più adulta). Meno inosservati sono passati i serial Breaking In, l'insulso Being Human USA, il noioso Breakout Kings, il divertente Wilfred, l'osceno Bob's Burgers, il truculento Death Valley, il mediocre Harry's Law e la miniserie The Kennedys. Tutt'altro impatto invece per Shameless Usa, molto apprezzato e addirittura migliore della versione "originale", il deludente The Borgias, The Killing, con una stagione un po' altalenante in grado di dividere i pareri, il prequel Spartacus: Gods of the Arena che ha tenuto un'ottima compagnia ai fan della saga in attesa della seconda stagione, Falling Skies e Game of Thrones. A proposito di questi ultimi due vale forse la pena di spendere qualche parolina in più. L'ultimo nominato è stato di sicuro la rivelazione dello scorso anno. Attesissimo, si è mostrato anche migliore delle aspettative, raccogliendo da subito un seguito di fan davvero corposo. Con ascolti costantemente in crescita si è in fretta aggiudicato anche una seconda stagione in partenza a breve. Non possiamo che essere contenti per questo meritatissimo successo targato HBO e unirci alla schiera di coloro che attendono trepidanti il primo Aprile.
Siamo invece all'opposto per il discorso Falling Skies. Altra serie molto attesa (se non altro per la presenza di Steven Spielberg nel progetto) è riuscita a deludere anche gli irriducibili del genere con una storia quanto mai banale e ricca di cliché. Purtroppo e inspiegabilmente aggiungiamo noi, ha ottenuto persino una seconda stagione.

Ultimo quadrimestre: un mare di promesse

Giungiamo così all'ultima metà dello scorso anno e dunque alla parte cronologicamente più recente del nostro riepilogo. Esamineremo infatti quei serial partiti da settembre, la cui disamina -visto il nostro essere puntuali e precisi (o forse più semplicemente visto il nostro amore per le divagazioni)- includerà anche quei prodotti (nuovi) ancora in corso e che dunque esulerebbero un poco dal nostro oggetto di studio.
Era apparso come un periodo fecondo e denso di appuntamenti importanti che aveva perciò creato una forte attesa da parte del pubblico. Nel "dietro le quinte" vi erano in ballo nomi altisonanti (Abrams, Spielberg, Nolan) e anche il comparto dei volti ingaggiati ha destato una certa curiosità (la Deschanel, il ritorno di Tim Allen e della Gellar). La cosa più interessante però erano i progetti, tra cui spiccavano Terra Nova, American Horror Story, Person of Interest, Homeland, Hell on Wheels. Come è andata poi? L'attesa è stata ben ripagata oppure ha generato malcontento e delusione? Cosa possiamo dire dell'ondata di novità che ci ha travolti?
Scopriamolo nella seconda pagina dello speciale insieme ai serial cancellati nell'ultima parte del 201!

Ancora una valanga di new entries

Più di 30 nuove serie ci hanno tenuto compagnia negli ultimi mesi, ma anche qui c'è stata qualche vittima. Cominciamo proprio da queste. Ricordiamo The Playboy Club (purtroppo), Man Up! (non brillante, ma migliore di tante cose ancora in giro), Free Agents (effettivamente un po' noiosetta), Charlie's Angels (lassù qualcuno esiste), Prime Suspect (remake dell'omonima serie britannica), How to be a gentleman (come per "gli angeli di Charlie"). Ricordate? Bene, dimentichiamole pure, perché sono state già cancellate e alla velocità della luce a dirla tutta. La storia si ripete e anche per questo semestre abbiamo una selezione di titoli che ancora respirano, ma non hanno ottenuto la visibilità sperata. Gli esempi? The Exes e Tyler Perry's for better or worse su tutti. Sconosciuti ai più sono ancora in onda, ma non ci sentiamo di consigliarveli per un eventuale recupero. Ancora, la HBO ha diffuso il dramedy Enlightened, sicuramente di qualità, ma forse troppo di nicchia per ottenere grosso riscontro. Godono di poca visibilità anche Unforgettable (poliziesco che si limita a svolgere bene il suo compitino), Last Man Standing (nulla di nuovo per cui prendersi la briga della visione), A Gifted Man (altra serie che fa il suo lavoro senza troppo impegno), Whitney (sitcom un filino stantia nel soggetto che potrebbe essere però un buon tappabuchi) , la sciocca I hate my teenage daughter , la schifezza Allen Gregory (cartoon che non fa ridere neppure un poco) e per ultima Boss, serie di ottimo livello che forse richiede allo spettatore quel minimo di attenzione in più che questi non è purtroppo disposto a dargli (noi ve lo raccomandiamo comunque).

Più chiacchierati sono stati invece Hart of Dixie (il ritorno della Bilson che alterna episodi piacevoli a momenti troppo ripetitivi), Pan Am (qui a tornare è invece la Ricci , con una serie priva di una sua identità sospesa com'è tra tante storie di "genere" così diverso), The Secret Circle (del quale si potrebbe fare a meno senza rimpianti), Grimm (prodotto piacevole, ma senza grosse pretese) e la rivelazione Once Upon a Time (che piace di più puntata dopo puntata, mostrando un ottimo potenziale che in pochi erano riusciti a scorgere all'inizio). Dividono i pareri Ringer e Revenge che strizzano troppo l'occhio alle soap e a nostro avviso non apportano nulla di buono all'universo seriale.
C'erano anche tante commedie in partenza. Numerose le abbiamo già elencate, ci restano Up all night (che non convince fino in fondo), 2 Broke Girls (che non fa ridere, è sciocca, ammuffita e stereotipata, ma nonostante ciò è un gran successo), la traballante New Girl (riuscita a toccare il fondo dopo soli 3 episodi vede nell'ultimissimo periodo un piccolo, ma costante, rialzo) e la scoperta Suburgatory (su cui nessuno aveva scommesso un centesimo, ma che è riuscita a conquistare un posticino nei nostri palinsesti).

E i progetti più interessanti di cui dicevamo sopra?

Su Homeland e American Horror Story le opinioni sono ancora una volta discordanti. C'è chi grida al capolavoro e chi alla boiata pazzesca. Per entrambi si è parlato di una strategia di comodità e furbizia che si è tradotta nell'accumulare indizi rivoltati poi come calzini secondo l'urgenza degli autori. L'accusa dei detrattori è quindi quella di aver alla fine condotto lo spettatore verso il nulla più assoluto. Ciò non toglie che d'altro canto siano numerosissimi i sostenitori di ambedue i serial, che ne esaltano l'elemento novità (per American Horror Story), la buona fattura, il potere di coinvolgimento nonché le prove attoriali. Ricordiamo infatti che ai Golden Globes hanno vinto proprio Jessica Lange (miglior attrice non protagonista, in American Horror Story) e Claire Danes (migliore attrice protagonista, in Homeland), mentre il premio per il miglior drama è andato appunto a Homeland.
Person of interest ha rivelato tutta la sua mediocrità sin da subito, facendo abbandonare dunque ogni speranza (e dire che vi erano al lavoro Nolan e Abrams!). Tutto sommato si fa seguire con piacere, riuscendo ad intrattenere senza mai annoiare. Hell on Wheels invece si mostra come una buona serie che è riuscita tuttavia a sprecare l'ottimo potenziale che aveva. Infine ci sentiamo in dovere di dedicare un paio di righe in più per l'attesissima serie che ha poi sconvolto il mondo, gettando nuova luce sul modo di fare televisione e portando il pubblico a ripensare il suo rapporto col piccolo schermo: Terra Nova. Cosa dire di lei se non che sia stata un'autentica rivelazione? Ebbene si, questa serie ha davvero rivelato al mondo che non basta Spielberg, che non importa attraverso quanti anni di evoluzione tecnologica siamo passati, che non contano i passi da gigante compiuti dalla serialità in fatto di stile narrativo e premessa drammatica, perché nel 2011 si può ancora produrre una roba tanto insignificante, risibile, patetica, povera e arcaica come Terra Nova. Dinosauri che non riuscirebbero a convincere neppure il pubblico della Melevisione, una storia disarmante per quanto già sentita/vista, personaggi al limite della decenza, sottotrame piatte e poco stimolanti. Terra Nova pare riportare la tv indietro di decenni, offendendo l'intelligenza dello spettatore. L'unico vero mistero che avvolge questa serie è come sia riuscita ad andare in onda.

Non solo USA, non solo TV

Ritagliamo un paragrafo extra per le serie non Usa e le web series. La sempreverde Merlin lo scorso anno è proseguita con la quarta stagione, ha ottenuto buon successo The Fades e si è rivelata eccellente l'europea I Borgia, mentre dalla collaborazione tra Gran Bretagna e USA sono venute fuori Strike Back Project Dawn (serie da "macho" un po' deludente a dire il vero), Episodes e Life's too short. Per le ultime due il giudizio non può essere che favorevole, per cui se ancora non avete visto queste ottime comedy rifatevi al più presto.
Grande successo anche per le web series tra cui il "prequel" di The Walking Dead, Resident Evil: First Hour, Mortal Kombat: Legacy, Dragon Age: Redemption e la sorpresa italiana Freaks!.
E se il pubblico si muove sempre di più verso il web dimostrando di apprezzare il contenuto e il formato di molte web series appunto, il web stesso si dirige a sua volta verso la tv come in Web Therapy, progetto del 2008 che è stato portato in tv nel 2011 da Showtime.

Speciale serial 2011 Il nostro breve excursus finisce qui, chiediamo venia se abbiamo tralasciato qualcosa, ma con più di 110 serie passate sotto i nostri occhi lo scorso anno è un po’ difficile fare i pignoli. Pochissimi i titoli davvero validi, tante le delusioni. Se dovessimo scegliere un aggettivo per il 2011 seriale sarebbe “mediocre”. Buona parte delle produzioni partiva già da idee poco originali o curate, lasciando intendere da subito una certa riluttanza all’impegno. Moltissimi prodotti veramente brutti, tanti altri preoccupati solo di fare il minimo indispensabile. In compenso quelle poche serie meritevoli ottengono una promozione a pieni voti.