Incastrati: perché è la serie italiana da cui Netflix deve ripartire

Su Netflix Ficarra e Picone sbaragliano con la loro comedy. Cos'è che funziona di Incastrati e che invece manca alla serialità italiana sulla piattaforma?

Incastrati: perché è la serie italiana da cui Netflix deve ripartire
Articolo a cura di

L'inizio del 2022 cinematografico e seriale italiano ha dimostrato una grande verità: anche qui nella Penisola abbiamo i nostri cavalli di battaglia. La qualità poco conta, come dimostra il risultato al botteghino di Belli Ciao di Pio e Amedeo, diventato il film più visto del Capodanno 2022 . Mentre è più che gratificante un risultato come quello su Netflix di Incastrati, che porta per la prima volta sulla piattaforma i veterani Ficarra e Picone e lo fa con un debutto più che riuscito in ambito seriale. Lo show al momento è tra i titoli di punta della piattaforma, ma scoprite anche tutte le altre serie in arrivo a gennaio 2022 su Netflix.

Come ammesso nella nostra recensione di Incastrati, lo show non delude ed è un successo di cui possono avvalersi tanto i suoi autori e interpreti quanto quella piattaforma stessa che, sopratutto nel destreggiarsi tra operazioni seriali italiane, non ha saputo dimostrare di avere sempre lo stesso mordente. Quello che si riesce a denotare con immediatezza del lavoro di Ficarra e Picone è la completa libertà che ai due comici è stata data per realizzare la loro nuova opera. Indipendenza essenziale alla creatività, che dovrebbe avere la possibilità di esprimersi al meglio in qualsiasi finestra venga data e che troppe volte la major digitale sembra negare.

La "natura" tutta uguale della serialità italiana su Netflix

Era in fondo indubbio che a due animali da palcoscenico come Salvo Ficarra e Valentino Picone venisse affidata una totale autonomia che, pur rientrando comunque in standard e pressioni Netflix, ha permesso alla coppia di portare a termine una serie che possono definire completamente propria.

Incastrati ha esattamente lo spirito che i due attori hanno sempre saputo dimostrare nei loro film - a prescindere dal risultato in sé delle opere. Un modo di fare, di scrivere, di interpretare a cui gli spettatori italici hanno saputo abituarsi e a cui, nel corso del tempo, hanno iniziato a voler bene. È per questo che l'arrivo di Incastrati per il pubblico è stato come un saluto a due amici che conoscevano da tempo. Quello che all'Italia seriale di Netflix probabilmente serviva dopo una serie di insuccessi produttivi sul nostro territorio, tutti afflitti dal medesimo errore di valutazione e realizzazione. Ciò che ha caratterizzato le produzioni seriali italiane degli ultimi anni è una conformità a cui tutte le serie da piattaforma si sono adattate e a cui si sono dovuti piegare autori e registi stessi. Il genere, ovviamente, può variare.

Abbiamo avuto il caso di cronaca ripreso e rivisitato con Baby. C'è stata la tradizione folkloristica diventata poi thriller in Curon. La scoperta di superpoteri nella Milano di oggi da parte di italiani di seconda generazione in Zero. E il tono leggero, ma velato dal melodramma di uno show di stampo generalista, da Rai 1, come Luna Park. Ad unire, però, in un unico calderone questi titoli era la delineazione di una storia che vedesse come protagonisti sempre gli stessi tipi di personaggi, che innescasse ogni volta i medesimi snodi nei conflitti e che non dimostrasse mai un guizzo creativo o avvincente rispetto al resto di ciò che era stato prodotto e che si era allo stesso tempo atrofizzato immediatamente nel corso delle varie uscite.

Nessuna delle operazioni proposte da Netflix Italia nell'ambito della serialità ha mai avuto una propria personalità così unica e definita come Incastrati. E questo è perché la serie partiva già avvantaggiata, sapendo di poter fare completamente affidamento sulla maniera di lavorare dei due autori e attori comici, i quali hanno testato ormai da anni il gusto del pubblico, essendo in grado di centrarlo più o meno brillantemente.

Incastrati non ha perciò il solito cast di teenagers, non si basa su racconti tormentati o tira e molla (non) necessari alla narrazione e non ha quell'aria da intrigo o mistero che molto spesso la piattaforma ha desiderato per i suoi protagonisti. Lo show possiede però comunque una sfumatura che, oltre alla comicità, va fondendosi con l'utilizzo di una linea crime su cui si costruisce l'aspetto anche meta-narrativo della serie. Uno spalleggiarsi continuo tra realtà e finzione che prevede la dimensione del gioco, volendo condividere l'indagine di cui Ficarra e Picone sono protagonisti con il resto del pubblico.

Il trionfo della semplicità (e della personalità)

È la natura stessa di Incastrati a determinare il successo che la serie sta riscuotendo, anche con l'opportunità distributiva di Netflix. È l'aver saputo cogliere una centralità nel panorama italiano, avergli saputo affidare il proprio spazio e non decidere di imporsi con arroganza e prepotenza nella sua esecuzione.

È ciò che è avvenuto con Suburra, ma la cui componete da non sottovalutare era la fascinazione del pubblico italiano per un mondo sotterraneo e criminoso, già aperto inoltre dal cinema con l'uscita nel 2015 del film omonimo di Stefano Sollima. È l'esplorazione di una giovinezza come quella rappresentata in maniera così sincera e ben scritta da Skam, che non possiamo però nemmeno attribuire troppo alla nostra matrice italica, visto il canovaccio norvegese da cui prende vita e il cui approdo su Netflix è inoltre successivo rispetto alle precedenti operazioni ideate da Cross Productions e destinate a TimVision. Ed è la ragione per cui un'alternativa alla serie di Ludovico Bessegato come la Summertime di Netflix non può competere, quest'ultima troppo alla ricerca di uno stile che sia forzatamente fresco e teen, irritando solamente lo spettatore invece di lasciarlo immergere nelle acque estive della costiera romagnola.

Meno tentativi infruttuosi e più decisione sul mercato dell'intrattenimento italiano. E non serve la magia di Luna Nera se il risultato non è minimamente all'altezza. Incastrati dimostra che si può fare, pur se con la massima semplicità. Una leggerezza che ha il più grande peso per i prodotti di questo inizio 2022 e da cui si potrebbe finalmente imparare.