Da King a Nightmare: il citazionismo sfrenato di Stranger Things 4

Calata negli sfavillanti anni '80, l'opera dei fratelli Duffer pesca a piene mani dall'immaginario horror (ma non solo) di quel periodo.

Da King a Nightmare: il citazionismo sfrenato di Stranger Things 4
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Il cinema dell'orrore ha vissuto fasi molto diverse tra loro nel corso del tempo, partendo dagli inizi di un filone che ancora non riusciva a coinvolgere il proprio pubblico fino ad arrivare alla maestosa pluralità dei nostri giorni, che saltella tra "horror elevato" (la recensione di The Lighthouse descrive uno dei titoli più importanti del genere), slasher immortali (è meglio non rispondere al telefono di notte mentre si è soli in casa, bisogna prima prepararsi leggendo la recensione di Scream 5) e un body horror sempre d'impatto (Cronenberg aveva ragione, il pubblico di Crimes of The Future a Cannes ha lasciato la sala). Il decennio degli anni '80 è un momento cruciale per il mercato del disgusto, è il periodo in cui i film di paura si sono aperti al grande pubblico, mentre fino a poco prima dominavano i capolavori criptici dei maestri italiani come Lucio Fulci, Mario Bava e Dario Argento, ed è sicuramente l'epoca che ha segnato la cultura cinematografica dei fratelli Duffer e, di conseguenza, Stranger Things.

I produttori e registi americani hanno disseminato di continui rimandi la loro creatura più importante, creando un'opera che affascinava proprio per la sua spiccata estetica anni '80, ma che si è evoluta col tempo diventando più ambiziosa, come vi abbiamo raccontato nella nostra recensione di Stranger Things 4. Anche la prima parte di questo epilogo che si concluderà a luglio è pregna di citazioni - sono passati tanti anni dalla prima stagione, rinfrescatevi la memoria con il riassunto di Stranger Things -, tra ammiccamenti più o meno velati (tra poster, cartonati, scandali presidenziali e graffiti di alieni che telefonano a casa) e vere e proprie meccaniche narrative originate dai grandi classici del cinema horror.

Let's get this Fire Started!

Le oscure origini di Undici, nonostante alcuni flebili sprazzi di conoscenza, sono rimaste un punto interrogativo per tre stagioni, ma nell'ultima tornata di episodi la storia della potente bambina prende definitivamente le luci della ribalta. Sapevamo già che la piccola Jane era stata strappata ai suoi genitori nel momento in cui aveva manifestato abilità paranormali, ed ecco che nella quarta stagione ci viene offerta una visione ampia e profonda della vita nel laboratorio segreto di Hawkins.

Undici è solo l'ultima degli infanti diventati cavie di laboratorio di "Papa", il responsabile di un progetto dedicato a creare armi invincibili nel bel mezzo della guerra fredda. I bambini addestrati all'uso di poteri sconosciuti sono il fulcro della saga Marvel X-Man, antesignana rispetto ai canoni degli anni '80, ma il clima di prigionia e malevolenza governativa avvicina il programma scientifico di Stranger Things ad un classico della letteratura horror, quel L'Incendiaria scritto da Stephen King e declinato più volte al cinema, l'ultima delle quali ve l'abbiamo descritta nella recensione di Firestarter.

Nel romanzo del Re due soggetti dotati di poteri paranormali scappano dal laboratorio statunitense per mettere in salvo il figlio generato dal loro amore, mentre nell'opera dei fratelli Duffer Undici sfugge alla prigionia sfruttando i suoi poteri distruttivi, ma il fulcro narrativo rimane pressoché identico, con il governo che si attiva immediatamente per rimettere in gabbia i pericolosi evasi.

Vecna è un pagliaccio da incubo

Il grande antagonista di questa ultima stagione prende ancora una volta il nome dal bestiario di Dungeons & Dragons (che ha dato vita anche all'ottima serie tv raccontata nella recensione di The Legend of Vox Machina), così come il primo Demogorgone e il Flagellatore Mentale delle scorse puntate: Vecna è un mostro dal potere incommensurabile, capace di connettersi alla realtà di Hawkins attraverso le menti delle sue sfortunate vittime.

Gli eventi traumatici nel passato dei ragazzi vengono usati dalla bestia per fargli perdere il controllo, attraverso visioni orripilanti che nessun altro riesce a vedere, proprio come faceva un certo pagliaccio nascosto nelle fogne di Derry: l'epopea dei perdenti che combatterono IT si affaccia quindi con prepotenza nell'immaginario di Stranger Things, in quel racconto di formazione che rende IT Capitolo Uno l'adattamento perfetto del romanzo di King, unendosi al tempo stesso con un altro classico dell'horror firmato Wes Craven.

La simbiosi utilizzata da Vecna per terrorizzare gli adolescenti è una strada a doppio senso, e Max la percorre fino ad arrivare al nucleo che genera l'orrore sorprendendo lo stesso mostro: in Nightmare, Freddy Krueger si insinua negli incubi delle sue vittime uccidendole nel sonno, ma il labirinto nel quale le intrappola è ciò che ha generato la sua essenza demoniaca. Il locale delle caldaie è il luogo nel quale Freddy è stato bruciato vivo da una folla vendicativa, un posto pieno di odio e rancore che è terribile per lui così come lo è per coloro che imprigiona negli incubi.

Undici - Lo sguardo di Satana

Le tematiche collegate al bullismo sono sempre state un punto cruciale della narrazione di Stranger Things, con quel gruppo di nerd chiuso nello scantinato ad immaginare avventure nel mondo di Dungeons & Dragons mentre i loro coetanei erano fuori a socializzare, ma l'ultima stagione spinge ancora più forte sul concetto spostandosi nell'assolata e modaiola California, dove Undici è un pesce fuor d'acqua, sola e continuamente vessata dagli altri ragazzi che le rendono ogni giornata un inferno.

La bambina ha perso i suoi poteri soprannaturali, e non riesce a manifestare la sua ira come aveva fatto nella prima stagione, salvando il suo gruppo di amici dai bulletti di Hawkins. Durante le vacanze di primavera, Mike prende l'aereo per ricongiungersi alla sua ragazza, la quale lo invita ad uscire nella pista di pattinaggio più frequentata della città. Purtroppo per lei, anche i suoi compagni di classe si trovano lì, e sfruttano subito l'occasione per mettere Undici in ridicolo davanti a tutti.

L'imbarazzante scena che vede la bambina sotto i riflettori al centro della pista, mentre i bulli le vorticano intorno prendendola in giro e distruggendo la pantomima che aveva architettato, è un evidente rimando al finale di Carrie, il capolavoro firmato Brian de Palma (ma ancora una volta tratto da un romanzo di Stephen King), con tanto di milkshake gettato addosso ad Undici a sostituire il secchio di sangue animale.

La Cosa venuta dal Sottosopra

L'evidentissimo e sconfinato amore dei fratelli Duffer verso John Carpenter traspirava già dall'originale colonna sonora di Stranger Things, con quel sintetizzatore che ha reso iconiche le musiche del maestro dell'orrore, ma finalmente il duo è riuscito ad infilare nella loro opera anche una celebre dinamica creata dal regista di Halloween ed Essi Vivono.

In fondo ai titoli di coda della terza stagione, scopriamo che Jim Hopper è stato catturato dai soldati sovietici, i quali scelgono l'americano ed altri prigionieri del carcere in cui è rinchiuso per diventare il pasto del loro Demogorgone personale. Ma lo sceriffo ormai conosce le debolezze del mostro, e un accendino ed una bottiglia di vodka possono rivelarsi estremamente utili in battaglia. Ambientazione artica, un essere venuto da un altro mondo e il fuoco come unica arma efficace... ricorda qualcosa?

La Cosa ha fatto la storia del cinema horror nel 1982, e Stranger Things la omaggia con una citazione evidente quanto ricercata: il parassita alieno che getta nello scompiglio la base scientifica in Antartide è invulnerabile alle armi convenzionali, ma rifugge con raccapriccio il calore che diventa così l'unica arma a disposizione dei protagonisti, proprio come la lancia infuocata che Jim Hopper sventola davanti alle fauci spalancate del Demogorgone.