Il primo trailer di Echo è arrivato, dopo mesi di indiscrezioni e rumor (perlopiù negativi, sfortunatamente) sulla serie TV con protagonista Maya Lopez. Insieme a Echo, Kingpin e ad una fugace comparsa di Daredevil, il video ha portato con sé anche la nuova etichetta "Marvel Spotlight": si tratterà di una sorta di "sub-brand" di un mondo Marvel in continua espansione (con buona pace dei fan che preferivano un numero ridotto di uscite) che riunirà tutti quei prodotti che non fanno parte della macrotrama della Saga del Multiverso - e di quelle successive, ovviamente. Marvel Spotlight comprenderà svariate produzioni, alcune delle quali potrebbero non avere alcuna affinità tra loro e con l'impianto narrativo generale del mondo della Casa delle Idee al cinema. Al di sotto dell'annuncio dell'etichettà Spotlight, dunque, sembra esserci un'idea piuttosto chiara: il mondo Marvel continuerà ad espandersi, sia in termini narrativi che, soprattutto, in termini quantitativi, per numero di uscite al cinema e su Disney+.
Una virata che sembra cozzare con le parole di Bob Iger sul MCU: in tempi non sospetti, infatti, il CEO di Disney si era espresso contro le serie TV e i film pensati per lo streaming, preferendo invece un numero minore di produzioni più curate. Che ne è stato di questa promessa fatta ai fan?
Cosa aspettarsi da Marvel Spotlight
Prima di analizzare le implicazioni dell'etichetta Spotlight nel MCU è bene fare chiarezza sulle sue origini. Il nome "Marvel Spotlight" nasce negli Anni Settanta dalla mente creativa di Stan Lee. Il fumettista più famoso al mondo inaugurò la collana antologica della Casa delle Idee nel 1971 e la sostenne (pur senza mai lavorarci direttamente) fino al 1977, e poi ancora tra il 1979 e il 1981.
L'idea alla base della serie era quella di "testare" la popolarità dei nuovi supereroi e dei nuovi villain prima di introdurli negli archi editoriali più consolidati, quelli in cui Marvel non poteva permettersi di sbagliare e che venivano chiamati "Marvel Feature" e "Marvel Premiere". Per questo, molte delle figure presenti sulle pagine Spotlight non si erano mai viste prima negli albi della Casa delle Idee. Qualche nome? Werewolf by Night, Ghost Rider e Spider-Woman, per citarne alcuni: non è dunque un caso che alcuni fan abbiano iniziato a speculare su un arrivo di Ghost Rider nel MCU proprio tramite un prodotto Marvel Spotlight. Accanto a queste new entry, poi, c'erano anche dei personaggi che ricevevano degli albi Spotlight che ne raccontavano le origini o, più semplicemente, delle storie diverse dal solito, slegate da ogni altra saga fumettistica: tra questi troviamo anche diversi volti noti del MCU, tra cui Nick Fury, Moon Knight, Namor e Captain Marvel, benché non quella di Carol Danvers (che intanto è appena tornata al cinema, ed ecco la nostra recensione di The Marvels).
Il disclaimer Marvel Spotlight nel MCU parrebbe funzionare esattamente come nei fumetti: benché il solo caso di Echo non possa essere paradigmatico, la sensazione è che i prodotti Spotlight saranno antologici e "biografici", cioè concentrati su un solo eroe, eroina o villain. In effetti, testate come The Cosmic Circus hanno già spiegato che la Special Presentation su Ghost Rider sarà un prodotto Spotlight e che lo stesso destino toccherà anche a Nova, che a questo punto potrebbe essere un mediometraggio ambientato nel passato, prima della distruzione di Xandar da parte di Thanos che Nova spiegherà.
Le indiscrezioni, però, spalancano le porte al toto-nomi: quali saranno i prossimi film e le prossime serie Spotlight? A nostro avviso, dei candidati molto forti sono la seconda stagione di Moon Knight, la serie TV su Wonder Man e, con ogni probabilità, qualsiasi serie street arriverà dopo Daredevil: Born Again. Per quanto riguarda il lato più "fantastico" del MCU, invece, possiamo sbilanciarci sulle inevitabili Special Presentation di Ghost Rider e Man-Thing.
Al contrario, a nostro avviso né la Special Presentation dedicata a Silver Surfer (che potrebbe arrivare il prossimo anno, poco prima del film dei Fantastici 4) né Agatha: Darkhold Diariessaranno produzioni Spotlight, perché entrambe avranno delle implicazioni troppo grandi nel MCU per essere relegate ad un'etichetta che, già da ora, ha un po' il sentore di secondarietà (in termini di importanza, non di qualità) rispetto al resto del MCU.
Il trionfo della quantità?
Dalle poche informazioni ufficiali in nostro possesso, unite ai rumor e alle speculazioni, scaturisce una conseguenza logica che potrebbe risultare gradita ad alcuni e scontentare tanti altri. Marvel Spotlight è il primo tassello di un MCU in espansione, anziché, come le dichiarazioni di Disney degli ultimi mesi hanno fatto pensare, in fase di contrazione.
A gennaio, l'arrivo di Bob Iger come CEO della Disney ha fatto tremare i fan Marvel: l'ambizioso piano di Iger proponeva una rivoluzione dei piani per l'MCU, riducendo il numero di serie e film in arrivo, spostando le uscite di qualche mese per garantire dei cicli produttivi più lunghi e, in linea generale, puntando meno alla quantità e più alla qualità. Una scelta che ha fatto storcere il naso solo ai fedelissimi dell'MCU e che invece è stata accolta con favore da molti fan, che ultimamente hanno dimostrato un certo affaticamento nel tenersi al passo con film e serie TV della Casa delle Idee. I recenti insuccessi commerciali targati Marvel (il flop di The Marvels e il risultato deludente di Ant-Man and the Wasp: Quantumania al botthegino sono esemplari) lasciano intendere che una riduzione del numero di produzioni in uscita - specie lato serie TV - sia necessaria per rivitalizzare un sottogenere che ormai inizia ad arrancare. Insomma, nell'ultimo anno è parso che il motto della Marvel fosse "meno quantità, più qualità": la ventilata cancellazione di Wonder Man e le revisioni, anche pesanti, di sceneggiature e cast per le altre serie e pellicole (come Daredevil: Born Again) sembravano andare proprio in questa direzione.
Eppure, Marvel Spotlight segna un'inversione di rotta rispetto agli ultimi mesi. La nascita di un'etichetta per i prodotti slegati dalla macrotrama dell'MCU implica che questi ultimi aumenteranno di numero con il tempo: se tale aumento non fosse stato nei piani di Disney, infatti, il brand Spotlight non sarebbe mai nato. Tuttavia, queste serie e questi film sono anche quelli meno "utili" allo sviluppo di un universo coerente, dunque quelli che finora pensavamo sarebbero stati sacrificati all'altare della qualità dalla nuova direzione dei Marvel Studios. La nascita di Marvel Spotlight, invece, ci indica che Disney e Marvel non intendono arretrare di un centimetro sulle proprie produzioni minori. Per ottenere una qualità maggiore, dunque, sarà necessario lavorare più attentamente su ciascun titolo, assumere più figure tecniche (specie nel campo degli effetti speciali) e, in generale, coordinare meglio tutti gli ingranaggi della macchina supereroistica della casa di Topolino. Anche ammesso che Bob Iger e Kevin Feige riescano a fare tutto ciò, comunque, non è detto che i fan reagiscano positivamente: uno dei motivi dell'affaticamento da cinecomic che viviamo in questi mesi, d'altro canto, è proprio la troppa carne al fuoco messa da Marvel nella Fase Quattro del suo universo condiviso.
Marvel Spotlight non solo non risolve il problema, ma sembra incrementarlo, per giunta con degli inserti facoltativi che sì potranno essere saltati a pié pari dai fan meno accaniti, ma che potrebbero anche richiedere un impegno troppo elevato a chi vuole seguire tutto il MCU.
L'altra possibilità, ovviamente, è che Disney e Marvel riducano il numero di uscite annuali e inseriscano i prodotti Spotlight tra una produzione "principale" e l'altra, magari posticipando i prossimi film degli Avengers al 2027 o al 2028. Anche in questo caso, però, due domande sorgono spontanee: siamo sicuri che diluire la narrazione della Saga del Multiverso con produzioni superflue possa far bene al MCU? E soprattutto, siamo sicuri che la Marvel al cinema possa durare per altri quattro anni senza un nuovo film dei Vendicatori?
Marvel Spotlight: l'MCU torna a puntare sulla quantità?
Con il primo trailer di Echo, Marvel ha lanciato l'etichetta Marvel Spotlight: tra qualità e quantità, Disney sembra aver optato per la seconda.
Il primo trailer di Echo è arrivato, dopo mesi di indiscrezioni e rumor (perlopiù negativi, sfortunatamente) sulla serie TV con protagonista Maya Lopez. Insieme a Echo, Kingpin e ad una fugace comparsa di Daredevil, il video ha portato con sé anche la nuova etichetta "Marvel Spotlight": si tratterà di una sorta di "sub-brand" di un mondo Marvel in continua espansione (con buona pace dei fan che preferivano un numero ridotto di uscite) che riunirà tutti quei prodotti che non fanno parte della macrotrama della Saga del Multiverso - e di quelle successive, ovviamente. Marvel Spotlight comprenderà svariate produzioni, alcune delle quali potrebbero non avere alcuna affinità tra loro e con l'impianto narrativo generale del mondo della Casa delle Idee al cinema. Al di sotto dell'annuncio dell'etichettà Spotlight, dunque, sembra esserci un'idea piuttosto chiara: il mondo Marvel continuerà ad espandersi, sia in termini narrativi che, soprattutto, in termini quantitativi, per numero di uscite al cinema e su Disney+.
Una virata che sembra cozzare con le parole di Bob Iger sul MCU: in tempi non sospetti, infatti, il CEO di Disney si era espresso contro le serie TV e i film pensati per lo streaming, preferendo invece un numero minore di produzioni più curate. Che ne è stato di questa promessa fatta ai fan?
Cosa aspettarsi da Marvel Spotlight
Prima di analizzare le implicazioni dell'etichetta Spotlight nel MCU è bene fare chiarezza sulle sue origini. Il nome "Marvel Spotlight" nasce negli Anni Settanta dalla mente creativa di Stan Lee. Il fumettista più famoso al mondo inaugurò la collana antologica della Casa delle Idee nel 1971 e la sostenne (pur senza mai lavorarci direttamente) fino al 1977, e poi ancora tra il 1979 e il 1981.
L'idea alla base della serie era quella di "testare" la popolarità dei nuovi supereroi e dei nuovi villain prima di introdurli negli archi editoriali più consolidati, quelli in cui Marvel non poteva permettersi di sbagliare e che venivano chiamati "Marvel Feature" e "Marvel Premiere". Per questo, molte delle figure presenti sulle pagine Spotlight non si erano mai viste prima negli albi della Casa delle Idee. Qualche nome? Werewolf by Night, Ghost Rider e Spider-Woman, per citarne alcuni: non è dunque un caso che alcuni fan abbiano iniziato a speculare su un arrivo di Ghost Rider nel MCU proprio tramite un prodotto Marvel Spotlight. Accanto a queste new entry, poi, c'erano anche dei personaggi che ricevevano degli albi Spotlight che ne raccontavano le origini o, più semplicemente, delle storie diverse dal solito, slegate da ogni altra saga fumettistica: tra questi troviamo anche diversi volti noti del MCU, tra cui Nick Fury, Moon Knight, Namor e Captain Marvel, benché non quella di Carol Danvers (che intanto è appena tornata al cinema, ed ecco la nostra recensione di The Marvels).
Il disclaimer Marvel Spotlight nel MCU parrebbe funzionare esattamente come nei fumetti: benché il solo caso di Echo non possa essere paradigmatico, la sensazione è che i prodotti Spotlight saranno antologici e "biografici", cioè concentrati su un solo eroe, eroina o villain. In effetti, testate come The Cosmic Circus hanno già spiegato che la Special Presentation su Ghost Rider sarà un prodotto Spotlight e che lo stesso destino toccherà anche a Nova, che a questo punto potrebbe essere un mediometraggio ambientato nel passato, prima della distruzione di Xandar da parte di Thanos che Nova spiegherà.
Le indiscrezioni, però, spalancano le porte al toto-nomi: quali saranno i prossimi film e le prossime serie Spotlight? A nostro avviso, dei candidati molto forti sono la seconda stagione di Moon Knight, la serie TV su Wonder Man e, con ogni probabilità, qualsiasi serie street arriverà dopo Daredevil: Born Again. Per quanto riguarda il lato più "fantastico" del MCU, invece, possiamo sbilanciarci sulle inevitabili Special Presentation di Ghost Rider e Man-Thing.
Al contrario, a nostro avviso né la Special Presentation dedicata a Silver Surfer (che potrebbe arrivare il prossimo anno, poco prima del film dei Fantastici 4) né Agatha: Darkhold Diaries saranno produzioni Spotlight, perché entrambe avranno delle implicazioni troppo grandi nel MCU per essere relegate ad un'etichetta che, già da ora, ha un po' il sentore di secondarietà (in termini di importanza, non di qualità) rispetto al resto del MCU.
Il trionfo della quantità?
Dalle poche informazioni ufficiali in nostro possesso, unite ai rumor e alle speculazioni, scaturisce una conseguenza logica che potrebbe risultare gradita ad alcuni e scontentare tanti altri. Marvel Spotlight è il primo tassello di un MCU in espansione, anziché, come le dichiarazioni di Disney degli ultimi mesi hanno fatto pensare, in fase di contrazione.
A gennaio, l'arrivo di Bob Iger come CEO della Disney ha fatto tremare i fan Marvel: l'ambizioso piano di Iger proponeva una rivoluzione dei piani per l'MCU, riducendo il numero di serie e film in arrivo, spostando le uscite di qualche mese per garantire dei cicli produttivi più lunghi e, in linea generale, puntando meno alla quantità e più alla qualità. Una scelta che ha fatto storcere il naso solo ai fedelissimi dell'MCU e che invece è stata accolta con favore da molti fan, che ultimamente hanno dimostrato un certo affaticamento nel tenersi al passo con film e serie TV della Casa delle Idee. I recenti insuccessi commerciali targati Marvel (il flop di The Marvels e il risultato deludente di Ant-Man and the Wasp: Quantumania al botthegino sono esemplari) lasciano intendere che una riduzione del numero di produzioni in uscita - specie lato serie TV - sia necessaria per rivitalizzare un sottogenere che ormai inizia ad arrancare. Insomma, nell'ultimo anno è parso che il motto della Marvel fosse "meno quantità, più qualità": la ventilata cancellazione di Wonder Man e le revisioni, anche pesanti, di sceneggiature e cast per le altre serie e pellicole (come Daredevil: Born Again) sembravano andare proprio in questa direzione.
Eppure, Marvel Spotlight segna un'inversione di rotta rispetto agli ultimi mesi. La nascita di un'etichetta per i prodotti slegati dalla macrotrama dell'MCU implica che questi ultimi aumenteranno di numero con il tempo: se tale aumento non fosse stato nei piani di Disney, infatti, il brand Spotlight non sarebbe mai nato. Tuttavia, queste serie e questi film sono anche quelli meno "utili" allo sviluppo di un universo coerente, dunque quelli che finora pensavamo sarebbero stati sacrificati all'altare della qualità dalla nuova direzione dei Marvel Studios. La nascita di Marvel Spotlight, invece, ci indica che Disney e Marvel non intendono arretrare di un centimetro sulle proprie produzioni minori. Per ottenere una qualità maggiore, dunque, sarà necessario lavorare più attentamente su ciascun titolo, assumere più figure tecniche (specie nel campo degli effetti speciali) e, in generale, coordinare meglio tutti gli ingranaggi della macchina supereroistica della casa di Topolino. Anche ammesso che Bob Iger e Kevin Feige riescano a fare tutto ciò, comunque, non è detto che i fan reagiscano positivamente: uno dei motivi dell'affaticamento da cinecomic che viviamo in questi mesi, d'altro canto, è proprio la troppa carne al fuoco messa da Marvel nella Fase Quattro del suo universo condiviso.
Marvel Spotlight non solo non risolve il problema, ma sembra incrementarlo, per giunta con degli inserti facoltativi che sì potranno essere saltati a pié pari dai fan meno accaniti, ma che potrebbero anche richiedere un impegno troppo elevato a chi vuole seguire tutto il MCU.
L'altra possibilità, ovviamente, è che Disney e Marvel riducano il numero di uscite annuali e inseriscano i prodotti Spotlight tra una produzione "principale" e l'altra, magari posticipando i prossimi film degli Avengers al 2027 o al 2028. Anche in questo caso, però, due domande sorgono spontanee: siamo sicuri che diluire la narrazione della Saga del Multiverso con produzioni superflue possa far bene al MCU? E soprattutto, siamo sicuri che la Marvel al cinema possa durare per altri quattro anni senza un nuovo film dei Vendicatori?
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