Netflix: da Fantaghirò a Mindhunter, cinque serie TV da guardare a Natale

Natale è alle porte, non sapete come rilassarvi dallo stress delle cene con i parenti e da tombolata notturna? Vi aiutiamo noi.

Netflix: da Fantaghirò a Mindhunter, cinque serie TV da guardare a Natale
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Natale è alle porte, questo vuol dire una cosa sola: avere tempo, tanto tempo, per recuperare le serie TV che vi siete persi nell'ultimo anno solare o, per fare i drammatici, dell'ultimo decennio. Salta la tombolata? Dovete digerire una sequela di pranzi-cene-aperitivi tra vecchi amici, parenti e conoscenti vari ?Quello che dovete fare è infilarvi sotto le coperte, con la smart TV accesa, ancora meglio il portatile sotto le lenzuola, manco fosse il migliore dei fidanzatini.
Vabbè, non fermiamoci alle cose nuove, il Natale è anche una scusa buona per riguardarsi certe serie tv che abbiamo particolarmente amato (o dimenticato) e concedersi il mood giusto. Netflix ci viene incontro, offrendoci visioni amarcord e qualche novità succosa. Probabilmente sapete già cosa vedere, avrete la lista dei preferiti ingolfata.. ma noi ci proviamo, magari qualcosa vi sarà sfuggito.

Doctor Who (soprattutto gli episodi di Natale)

Chi vuole accettare la sfida?
Farsi tutte le nove stagioni potrebbe essere un'impresa, e le vacanze di Natale non sono così lunghe. D'altronde, si potrebbe barare un po' e cominciare col proprio dottore preferito. Il mio, ad esempio è il decimo, ovvero David Tennant, e questo vorrebbe dire farsi tre stagioni (dalla seconda alla quarta). Ma poi che fate, vi volete perdere l'undecimo e il dodicesimo, ovvero Matt Smith e l'irraggiungibile Peter Capaldi?

Recuperare Doctor Who è un'ottima scelta, per due motivi. Da una parte c'è l'attesa per la stagione con il tredicesimo dottore, il primo donna nella storia della serie, e la curiosità è tanta. E poi le avventure del viaggiatore dello spazio e del tempo, tra mondi allucinanti, personaggi improbabili e storie d'amore mai esplose, tenute in piedi dalla scrittura (non sempre all'altezza) di Steven Moffat sembrano fatte apposta per le tranquille serate da camino mentre fuori il mondo gela.

Fantaghirò

Sarà anche una scelta azzardata, tra le migliaia di possibilità, suggerirvi una miniserie italiana che è stata trasmessa per quasi vent'anni su Canale 5. Eppure Fantaghirò su Netflix potrebbe essere un'esperienza da provare almeno una volta nella vita. I più grandi potranno tornare indietro nel tempo, i più giovani recuperare un prodotto grezzo, ma poetico e coraggioso, specchio di una produzione del proprio tempo.

Alla regia Lamberto Brava (il figlio del grande Mario, e regista di bombe horror come la saga di Demoni), dietro la macchina da presa l'indimenticabile Alessandra Martines, e poi Kim Rossi Stuart e Brigitte Nielsen. Fantaghirò è stato scritto da Gianni Romoli, soggettista noto nella Cinecittà di genere, autore di soggetti come Trauma e Dellamorte Dellamore e, vagamente tratto, da una favola di Italo Calvino.Fantaghirò si apre con una voce profonda e con l'incipit più classico di tutti "C'era una volta, tanto tanto tempo fa...", mentre sullo sfondo un gruppo di cavalieri medievali spazza al proprio passaggio la nebbia di una foresta incantata. Vi basta?

The IT Crowd

Una delle miglior sitcom britanniche migliori di sempre. Negli scantinati di un'azienda londinese si trova il reparto di assistenza informatica, i cui addetti sono due nerd un po' sociopatici e l'inesperta Jen. Potrebbe ricordavi The Big Bang Theory, ma IT Crowd è fatto del tipico british humour, in combinazione con le qualità attoriali di due comedian in stato di grazia: Chris O'Dowd e Richard Ayode.

La serie è durata quattro stagioni, dal 2006 al 2010, con uno speciale del 2013. Sei puntate per ogni stagione fanno ventiquattro puntate. Le atmosfere un po' deprimenti della civiltà inglese e la quantità di comicità infinita è ovunque: la maratona è praticamente servita.

Rick & Morty

Per quanto banale, era difficile resistere dall'inserire l'instant classic della Adult Swim, disponibile su Netflix nella sua interezza, tre stagioni con trentuno episodi. C'è davvero bisogno di presentare la storia di Rick and Morty? Rick è uno scienziato o, meglio, un genio; un deus ex machina della fantascienza, può creare di tutto (da un Dream Inceptor, che permette di viaggiare tra i livelli del proprio inconscio, ad armature robotiche che rendono invicibili) e il suo quoziente intellettivo è trai più alti di tutti gli universi possibili.

Ogni puntata della serie è un viaggio fuori di testa, venti minuti di bombardamento audio-video, di momenti dissacranti, alieni che esplodono, insulti, urla, fughe e momenti "what the fuck". Esiste un filo conduttore? Sì, quello del cercare di rimanere, nonostante tutto, una famiglia normale. Ah, a proposito, la figata di questa serie sta anche nei personaggi secondari, che non sono sbagliati di una virgola. Dalla tormentata figlia di Rick, la veterinaria equina Beth, al marito della stessa, Jerry, la tipica figura paterna un po' patetica e inetta e che noi non sappiamo se odiare o volergli bene. E su tutto domina lo sguardo angosciato e drammatico del povero, piccolo, Morty.

Mindhuter

Joe Penhall è uno degli autori più profilici tra teatro e serialità contemporanea. Sua la sceneggiatura di Enduring Love, così come l'adattamento cinematografico di The Road, tratto da un romanzo breve di Cormac McCarthy. Si parla molto del suo ultimo lavoro, una serie crime drama uscita per Netflix qualche settimana fa. Parte lentina, ma ingrana, la storia di Holden Ford, un'agente del FBI deciso ad affinare la complessità delle analisi dei federali nei casi di omicidio. Ambientato a metà degli anni '70, dove l'America sta cambiando, in male.

Il sogno della Summer of Love del '67 è finita con l'incubo della Manson Family, il Presidente Kennedy è stato ucciso e i Beatles si sono sciolti. L'equilibrio mentale è precario, in particolare quello del popolo americano. La cosa si ripercuote, e dalla provincia dell'immenso Paese il male prende forma. Holden lo sa, così come sa che all'FBI sono indietro di vent'anni, essendo un corpo fatto di burocrati impossibili e cripto-fascisti. Decide quindi di tornare all'Università e carpire lo stato dell'arte sulla Psicologia contemporanea. Parla di questo e mille altre cose Mindhunter, e c'è anche lo zampino di un certo David Fincher. Poco natalizio forse?