ONE PIECE ha dei problemi, ma può solo migliorare

Il grande successo di One Piece, su Netflix, non può far altro che alimentare una serie di domande nei confronti del futuro; cosa dobbiamo aspettarci?

ONE PIECE ha dei problemi, ma può solo migliorare
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Il live-action di ONE PIECE sta ottenendo un notevole successo dopo la sua pubblicazione su Netflix. Tutto sembra presagire e suggerire qualcosa, probabilmente una seconda stagione per il live-action di ONE PIECE, una nuova serie di eventi, episodi e avventure stravaganti che, imparando da questo feedback e dalle critiche finora ricevute, potrebbe sicuramente migliorare.

Conoscendo il percorso che Rufy e i suoi compagni intraprendono, e tutto ciò che hanno vissuto al di fuori del live action, è sicuramente interessante riflettere sul futuro del progetto di Netflix e su tutte le immense sfide che potrebbe dover affrontare procedendo lungo un cammino che definire "creativo" è ben poco. Così, le domande sulle possibili stagioni future si accumulano, anticipando ciò che potrebbe rivelarsi un lavoro titanico non solo in termini di numeri, ma anche di scelte narrative e soprattutto estetiche in generale.

La risposta e il domani

Fin dal suo annuncio, la serie live-action di ONE PIECE ha suscitato molte riflessioni sia tra il pubblico degli appassionati che tra tutti gli altri.

La particolare e preventiva sfiducia nei confronti del progetto deriva da una serie di esperienze precedenti in termini di adattamenti per il piccolo schermo, e dalla stessa complessità che l'opera di Eiichiro Oda ha sempre presentato. Stiamo comunque parlando di un manga pubblicato per la prima volta nel 1997 e ancora in corso, nonché di un anime che ha catturato l'immaginazione di molte generazioni diverse a partire dal 1999. Si tratta quindi di un lavoro iconico, un'opera che ha influenzato e cambiato in modo indelebile la storia dei manga giapponesi, ispirando modelli, strutture e trovate narrative ancora oggi ben radicati nella memoria di tutti gli appassionati. L'idea di adattare un lavoro del genere, una storia con un valore così profondamente intrinseco nella cultura pop di tutto il mondo, ha immediatamente destato l'attenzione di tutti i fan, specialmente dei puristi più affezionati e determinati, alimentando una curiosità generale mista a una diffidenza particolare e difficile da superare del tutto.

Eppure la serie televisiva creata da Matt Owens e Steven Maeda, con tutti i limiti e le problematiche del caso, sta ottenendo un grande successo sia tra il pubblico appassionato che tra quello più generalista. Sono proprio i numeri a confermare una situazione del genere, rivelando che il live-action targato Netflix è uno degli show più visti dell'intera piattaforma, almeno fino ad ora, avendo raggiunto e toccato il vertice della classifica dei prodotti più streammati all'interno del catalogo. Nel momento in cui stiamo scrivendo questo articolo, ONE PIECE fa la storia di Netflix; è nella Top 10 di ben 93 Paesi, raggiungendo il primo posto in 46 Paesi, tra cui anche l'Italia, riuscendo a ottenere 18,5 milioni di visualizzazioni solamente nei quattro giorni successivi alla sua uscita.

Numeri del genere, ovviamente, derivano da un'attenzione generale nei confronti del materiale trattato, e da un particolare amore, quasi tangibile, verso lo stesso ONE PIECE, il suo mondo e i protagonisti attualmente in gioco. Attenzione, però, questa non è affatto una serie tv perfetta o ineccepibile (ne abbiamo parlato anche nella nostra recensione di ONE PIECE), ma un vero e proprio trattato d'amore perfettamente consapevole delle sue potenzialità, e strettamente collegato agli insegnamenti e alle tematiche centrali di Eiichiro Oda. Anche se afflitto da limiti e problematiche evidenti, l'adattamento di Netflix riesce comunque a convincere fino in fondo, muovendosi lungo un percorso narrativo che non mira a imitare al 100% la carta stampata, ma preferisce coglierne gli elementi fondamentali per poi proporli in un viaggio dal sapore sincero, spensierato e trasognato, ma comunque claudicante dal punto di vista tecnico.

I limiti di una storia dai tratti "più realistici" si fanno comunque sentire nel live-action, e anche se non è affatto difficile sorvolare su alcune sbavature durante la visione, viene comunque da chiedersi come potrà mai proseguire una storia del genere senza incorrere in costi di produzione esorbitanti o in enormi pacchianate senza né capo né coda. I 10 episodi che compongono la prima stagione riescono a catturare perfettamente lo spirito di ONE PIECE, proponendo una storia che rielabora parzialmente le vicende originali, a favore di un racconto che cerca di rimanere il più fedele possibile all'estetica che tutti conosciamo. Il binomio creativo alla base, però, insieme al riscontro attuale in termini numerici, apre la strada a una serie di riflessioni molto interessanti per il futuro, specificamente legate alla mole di dettagli, personaggi e contesti che compongono gli archi narrativi del manga/anime in questione.

Come succederà?

Se il live-action di ONE PIECE dovesse continuare sulla sua strada, ci sarebbe sicuramente molto su cui riflettere con il passare del tempo. Non solo in termini di ambientazioni (la fantasia di Oda ha creato molti luoghi iconici e memorabili ma anche molto complessi da realizzare dal vivo) ma anche riguardo ai personaggi.

Una buona risposta da parte del pubblico potrebbe anche, allo stesso tempo, portare a un budget maggiore per il futuro e a una serie di investimenti generali per migliorare ulteriormente le caratteristiche principali del prodotto. Quanto visto finora su Netflix, comunque, anticipa già un possibile approccio narrativo preciso, al centro di una storia che non sarà mai identica a quella del manga/anime (stiamo comunque parlando di mezzi espressivi caratterizzati da linguaggi e regole ben diversi), optando per una rielaborazione ipoteticamente simile a quella che abbiamo visto nella prima stagione. Eppure, risorse aggiuntive potrebbero spingere ancora più in là il progetto, mantenendo lo stesso impegno e la stessa cura visti finora, ma con risorse economiche aggiuntive e una maggiore esperienza anche nei confronti di un pubblico che avrà già un'idea di cosa aspettarsi.

In aggiunta a tutto ciò, come anticipato anche prima, gli autori della serie televisiva dovranno confrontarsi con un materiale di partenza estremamente variegato, complesso e creativo, rientrando in contatto con un mondo che sembrano conoscere molto bene, ma che è comunque caratterizzato da un approccio artistico unico che non sempre potrebbe funzionare sul piccolo schermo. Le saghe successive a quella di Arlong, oltre a presentare una serie di ambientazioni follemente memorabili (e incredibilmente variegate), sono anche caratterizzate da una serie di nuovi protagonisti che non sarà affatto facile caratterizzare senza la giusta cura e attenzione. Un esempio fra tutti? Il personaggio di Chopper, la sua storia e le possibili soluzioni per renderlo al meglio nel live-action. Sarà utilizzata la CGI o un altro metodo?

Per non parlare delle gigantesche battaglie che la ciurma di Cappello di Paglia si troverà ad affrontare lungo il cammino, e della grande crescita che ognuno di loro compirà sotto ogni singolo aspetto. Fino ad ora i combattimenti sono stati piuttosto avvincenti, ma... la quantità di personaggi, dettagli e futuri duelli saranno piuttosto difficili da rappresentare, cercando di mantenere il "tocco realistico" e crudo che ha caratterizzato la prima stagione Netflix. Senza dimenticare i poteri e i personaggi più eccentrici anche esteticamente, frutto della fantasia di Oda che non ha mai avuto alcun timore di sperimentare nel vasto mondo che ha creato.

Andando per un attimo oltre l'entusiastica accoglienza che il live action di ONE PIECE sta ricevendo da parte della stampa, degli influencer e del pubblico in generale, è lecito chiedersi fino a che punto si potrà arrivare con una serie tv come questa, specialmente alla luce dell'immensa opera originale che abbiamo visto crescere nel corso degli anni. Non si tratta semplicemente di trasporre una storia di pirati, ma di adattarne una che ha avuto origine nel mondo dei manga, sfruttando ogni singola possibilità creativa di questo mezzo espressivo, fino a diventare un vero e proprio modello con una sua iconografia inconfondibile.

Con la saga di Arlong Park e le precedenti, il lavoro è stato piuttosto buono, anche se alcune limitazioni (come scenografie, costumi ed effetti speciali) non hanno giovato al materiale trattato. Se ci soffermassimo a riflettere su ciò che verrà dopo con le saghe di Alabasta, Skypiea, Water Seven, Enies Lobby, Thriller Park, Amazon Lily, per fare alcuni esempi (senza contare la natura eccentrica di alcuni dei principali antagonisti come Rob Lucci, Gekko Moria, Crocodile, Smoker e molti altri sulla stessa lunghezza d'onda), il dubbio iniziale sulle potenzialità della serie tv non può che tornare, alimentando riflessioni riguardo ai finanziamenti, ai tempi di produzione, all'impegno generale nell'aderenza estetica, all'uso di numerosi effetti speciali specifici e alla trasformazione dei protagonisti e degli attori stessi.

Quindi, il futuro del live-action di ONE PIECE è nuovamente pieno di punti interrogativi, alcuni molto grandi, difficili da definire e risolvere prima del tempo. La risposta attuale aumenterà ulteriormente il budget di produzione? Quanto sarà necessario investire in estetica ed effetti speciali man mano che la trama avanza? Quanti cambiamenti vedremo in termini di narrativa? Ma soprattutto... l'amore dimostrato fino ad ora sarà sufficiente per portare avanti un adattamento che diventerà sempre più complesso e difficile da trasporre sul piccolo schermo?