Peacemaker: le aspettative sulla serie dopo la visione di The Suicide Squad

La serie HBO di James Gunn incentrata sul personaggio di John Cena è ancora avvolta nel mistero. Proviamo a fare qualche riflessione in merito.

Peacemaker: le aspettative sulla serie dopo la visione di The Suicide Squad
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Peacemaker è la nuova serie tv firmata da James Gunn (Slither, Guardiani della Galassia), totalmente incentrata sull'omonimo personaggio apparso recentemente in The Suicide Squad, con il volto inedito (e un po' inaspettato) di John Cena. Allo stato attuale, però, non sappiamo granché di Peacemaker, se non che effettivamente approfondirà e caratterizzerà al meglio la figuradi John Cena. Difatti, all'interno di The Suicide Squad, alcuni dettagli sulla sua vita e origini sono rimasti volutamente nell'ombra e ciò rappresenta una mossa intelligente e strategica, da un lato perché contribuisce all'enigmaticità dell'antieroe, dall'altra perché giustifica l'esigenza di una serie in modo naturale e non puramente commerciale.

Nonostante i pochi dati alla mano, però, avendo visto il cinecomic sopracitato (se non avete ancora letto la nostra recensione di The Suicide Squad, siete ancora in tempo per rimediare), possiamo fare qualche riflessione in merito alla serie, andando a spiegarvi quali sono le nostre aspettative a riguardo e quali caratteristiche potrebbe avere la realizzazione, basandoci sempre sugli elementi in nostro possesso.

Un sequel, uno spin-off o un prequel di The Suicide Squad?

L'opera, la cui produzione effettiva, iniziata a gennaio 2021 in Canada (anche se i lavori preliminari erano cominciati già molti mesi prima), è terminata un mese fa, esplorerà a fondo il background di Christopher Smith/Peacemaker, un eroe senza peli sulla lingua che vuole ottenere la pace ad ogni costo, anche se è necessario fare sacrifici di dubbia moralità(sì, gli stermini rientrano tra le sue specialità).

Il progetto ha sicuramente tante peculiarità, d'altronde, oltre ad essere il primo esperimento televisivo del regista in modo assoluto (e sembra che Gunn ci abbia preso gusto con questa nuova esperienza), è anche il primo tassello seriale del DCEU che ha una visione più adult e indipendente rispetto all'Arrowverse, ad esempio. Cercare di indagare sulla possibile natura progettuale di Peacemaker è l'iniziale grande passo da fare per provare ad analizzare la serie HBO. Tra le poche cose che sappiamo con certezza sulla realizzazione è che sarà a tutti gli effetti un approfondimento a puntate del personaggio introdotto nel lungometraggio, con tanto di presentazione vera e propria della figura, dalle origini fino alla sua maturazione come vigilante. Ne consegue che, molto probabilmente, gran parte dell'opera si collocherà temporalmente prima delle vicende di The Suicide Squad, quando ancora il team della Waller era solo un sogno proibito e la storia di Christopher Smith doveva essere ancora scritta.

Alla natura prequel/spin-off del lungometraggio di Gunn, però, si aggiunge anche il sequel visto che la scena dopo i titoli di coda di The Suicide Squad si ricollega proprio a Peacemaker e al fatto che non è rimasto ucciso dal colpo di Bloodsport, ma è in condizioni critiche in ospedale, sotto osservazione dal team della Waller che sa della sua deriva omicida nei confronti dei suoi "colleghi". Se aggiungiamo il fatto che l'autore, all'interno del film, ha inserito diversi salti temporali, non è escluso ed anzi è piuttosto plausibile che la serie si muova tra passato e presente, potenzialmente giustificando questi passaggi cronologici con la degenza del personaggio.

L'altra possibilità (anche se molto remota) è che Peacemaker sia ambientata solo nel passato del personaggio e che la scena che abbiamo visto al cinema sia un aggancio ad un altro film sulla Squadra Suicida, anche se tutto questo ci sembra fin troppo forzato. Teniamo conto che la sequenza in questione è un collegamento fin troppo chiaro alla realizzazione televisiva (se magari si voleva giocare sul sequel di The Suicide Squad si poteva scegliere un altro tipo di scena) e non dimentichiamoci che il progetto filmico di Gunn appare effettivamente come un esperimento che forse avrà un suo seguito, ma che non è stato ancora pensato, nell'ottica in cui non si conosceva il gradimento del pubblico (ne parleremo più dettagliatamente nel paragrafo finale).

Sul contenuto vero e proprio vige ancora il massimo riserbo, ma tutti i pochi strumenti in nostro possesso lasciano presagire che ripercorreremo tutti i punti fondamentali della vita di Peacemaker per comprendere come mai è così brutale, insensibile, belligerante e, secondo quanto rivelato da James Gunn su Peacemaker, sembra che il rapporto con il padre, interpretato da Robert Patrick, sia fondamentale per capire le sue motivazioni. Curioso notare come Gunn abbia già affrontato il rapporto padre-figlio in Guardiani della Galassia, con il personaggio di Peter Quill/Star-Lord e la relazione con il suo padre naturale Ego e quello adottivo, Yondu. Corsi e ricorsi artistici che si inseguono nella carriera di un autore.

Lo stile e il genere di Peacemaker

Una volta stabilita la possibile natura di Peacemaker, possiamo provare ad ipotizzare che tipo di genere e stile porterà la serie sul piccolo schermo. Grazie ad alcune informazioni sulla realizzazione, fornite dallo stesso James Gunn e John Cena, abbiamo scoperto che l'operamanterrà la stessa qualità di The Suicide Squad, ma nel complesso Peacemaker sarà pù tranquilla del film; per lo meno "più radicata, reale e naturale".

Questi ultimi tre aggettivi ci fanno molto pensare sul risultato finale che potrebbe avere lo show HBO Max, visto che da una struttura da cinecomic irriverente e scanzonato, ci aspettiamo altre sorprese. Una cosa è certa: essendo una serie, difficilmente Peacemaker sarà un concentrato di follie narrative e visive, ma, tenendo conto della divisione in 8 episodi, ci sarà più rigore sia dal punto di vista contenutistico che registico, in modo da raccontare una storia efficace in questo lasso temporale, il che non è per niente semplice se si adottano linee divergenti e completamente anarchiche. Se quindi lo stile forse sarà più tradizionale (ma non ci possiamo mettere la mano sul fuoco, stiamo parlando di Gunn, non dimentichiamocelo), il genere è un capitolo a parte.

Sempre a tal proposito, l'autore ha lasciato qualche piccolo indizio, segnalando che nella serie ci sarà un piccolo gruppo di persone intorno al quale ruoterà l'intera vicenda, e ci sarà occasione di affrontare temi sociali come mai prima d'ora. Già The Suicide Squad aveva sottointese delle riflessioni critiche sugli Stati Uniti d'America (anche se fin troppo velate), quindi lo show sul piccolo schermo forse farà di più in tal senso, sacrificando un po' della sua vena puramente action, per lasciare spazio ad elementi più spy story o thriller, che magari potrebbero giustificare la compenetrazione di componenti più "filosofiche".

Effettivamente, questo aspetto critico è dato dalla stessa natura di Peacemaker, che sembra a tutti gli effetti una parodia, nemmeno troppo celata, dal militarismo americano che persegue la pace con modalità molto discutibili, non ponendosi troppe domande, ma cercando di raggiungere il proprio scopo a tutti i costi, senza nessun dubbio morale o etico. Con un emblema del militarismo più sfrenato e una trama lunga almeno 8 puntate, potrebbe esserci ampio margine per discutere di politica anche in modo acceso e fuori dagli schemi.

Il primo esempio di Gunnverse per il mondo DC?

Un punto decisamente caldo di Peacemaker, oltre alla sua natura e al contenuto vero e proprio, è la sua collocazione progettuale all'interno del DCEU. È evidente che la serie sia un tentativo piuttosto audace di svecchiare l'universo DC Comics per come lo abbiamo conosciuto finora e tentare, come i Marvel Studios, di provare nuovi progetti e collaudare inedite strategie con il pubblico. Lo stesso investimento su James Gunn non è per niente banale: in questo momento, forse, proprio lui è l'uomo giusto per proporre un certo tipo di cinecomic che potrebbe essere perfetto per la compagnia cinematografica.

Proprio alla luce di questo, Peacemaker e The Suicide Squad potrebbero non essere le uniche opere collegate che vedremo prossimamente. Partiamo dal presupposto che secondo Walter Hamada, presidente di DC Films, Gunn tornerà a lavorare con DC, quindi la loro collaborazione artistica non è finita, anzi, sembrerebbe che l'autore apprezzi di più il mondo della casa di Batman rispetto a quello de La Casa delle Idee, perché gli dà maggiore spazio di manovra e meno paletti creativi.

Non è quindi da escludere che l'universo portato avanti da Gunn con The Suicide Squad si possa espandere con altre serie televisive, magari dedicate ad altri personaggi (tutti vogliamo una serie su Weasel, siamo seri) o con l'intento di mostrare altre formazioni inedite della Squadra Suicida che non è stato possibile inserire nel lungometraggio per mancanza di tempo e spazio. La volontà, ad ora, c'è e anche tutta l'indipendenza creativa del caso; l'elemento che invece è ancora incerto è l'apprezzamento da parte del pubblico, che potrebbe non essere così scontato. Prima di procedere alla produzione di altre realizzazioni televisive o lungometraggi, possibilmente connessi, si terranno in considerazione gli incassi che, ad ora, non sembrano essere così entusiasmanti per The Suicide Squad.

Certo, il film è uscito da pochissimi giorni nelle sale e c'è tutto il tempo per rimediare, ma il raggiungimento del budget iniziale (che si aggira circa tra i 175 e i 185 milioni di dollari) sembra ancora lontano, con 71 milioni di guadagni garantiti per la maggior parte dai mercati internazionali e non dall'America, complice ovviamente anche la situazione Coronavirus. Detto questo, se ci saranno adeguati consensi, la storia con gli antieroi più sboccati e violenti del mondo fumettistico potrebbe non finire qui; in caso contrario, vedremo sicuramente altri progetti marchiati dallo stesso artista, magari con lo scopo di trovare il prodotto perfetto, sondando il più possibile il terreno.

Il raggiungimento dell'organicità e della complessità del MCU è ancora lontana, ma sembra che in casa DC ci sia aria di rinnovamento: la curiosità è tanta senza dubbio e non vediamo l'ora di scoprire cosa ci riserverà il futuro della compagnia.