La Ruota del Tempo: Top e Flop della serie Amazon Prime Video

Analizziamo a mente fredda gli aspetti controversi che hanno fiaccato la Ruota del Tempo, ma anche quelli più riusciti e convincenti.

La Ruota del Tempo: Top e Flop della serie Amazon Prime Video
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A distanza di qualche settimana possiamo approcciare il capitolo La Ruota del Tempo con la giusta obiettività, lasciandoci alle spalle i malumori causati da un episodio finale perfettamente in linea con il resto della stagione: noioso e inconcludente. L'epopea nata dalla penna di Robert Jordan non ha trovato la giusta trasposizione nella serie targata Amazon, nonostante le potenzialità sconfinate di una saga leggendaria, ma il lavoro compiuto da Rafe Judkins e dai suoi collaboratori non è completamente da bocciare: in attesa di un seguito reso obbligatorio da una conclusione monca - ma sappiate che lo sceneggiatore de La Ruota del Tempo promette morti scioccanti per le stagioni future - rivediamo quali sono stati i punti di forza della serie tv, oltre agli aspetti meno riusciti che hanno tarpato le ali ad un progetto atteso a lungo, creando aspettative che hanno di fatto abbattuto il risultato finale.

Visivamente lontani dalla perfezione

Abbiamo già analizzato nel dettaglio lo show nella nostra recensione de La Ruota del Tempo, ma adesso proveremo a focalizzarci sulle caratteristiche rivelatesi davvero sbagliate e su quelle che invece hanno convinto, tralasciando tutte le minuzie che con il tempo abbiamo imparato a perdonare (e a dimenticare). Il difetto peggiore della serie Amazon è la sua cornice visiva, impossibile non partire da questo assunto. Dagli abiti privi di qualsivoglia senso estetico agli interni fatti di plastica, passando per i panorami scandalosamente artificiali visibili dalle finestre, tutto ciò che è accolto nelle inquadrature della serie tv grida "finzione".

Bisognava fare molto meglio dal punto di vista della messinscena, dato che il fantasy è un genere che già di per sé soffre la difficile sospensione dell'incredulità a causa di mondi che, sebbene abbiano qualche punto in comune con la realtà, semplicemente non sono mai esistiti. Se alle complicazioni dettate dalla natura stessa del concept si aggiungono anche quelle derivanti da una confezione artistica scialba... il pasticcio è inevitabile.

Nomi di spicco deludenti

Tra le innumerevoli pagine dei 14 libri scritti da Robert Jordan (e da Brandon Sanderson, che ne ha preso il testimone in seguito alla scomparsa dell'autore originale) si dipinge un mondo fantastico e complicato, che si porta dietro una storia millenaria fatta di eventi importantissimi, di culture fittizie ma vibranti, e di fazioni in eterna lotta tra di loro.

All'interno di questo universo si muovono i personaggi de La Ruota del Tempo, persone comuni - eccezion fatta per il Drago Rinato, che di comune non ha nulla - alle prese con un viaggio avventuroso che li porterà a combattere l'essenza stessa del Male. Nel riproporre sullo schermo questa trama profonda e sfaccettata, Rafe Judkins e i suoi collaboratori hanno peccato di superficialità. Al netto di tutte le difficoltà insite in un adattamento così "grosso", è innegabile come la serie Amazon non riesca a restituire nemmeno un briciolo del fascino che pervade i libri di Jordan. I tagli all'ordito originale sono troppo ampi e svuotano La Ruota del Tempo della sua profondità narrativa, e quando invece approccia seriamente gli eventi che hanno segnato il passato lo fa attraverso lunghi dialoghi espositivi: fiacchi e poco coinvolgenti. Queste scene non solo spezzano il ritmo del racconto - ciò era scontato vista la loro natura esplicativa, da libro di storia - ma vengono anche danneggiate da attori poco coinvolti emotivamente, tra i quali spicca il nome di Rosamund Pike. La sua Moiraine si è rivelata un personaggio piatto e privo di carattere, soprattutto a causa di una recitazione senza carisma - quasi annoiata - che sinceramente non ci saremmo mai aspettati da un'attrice del suo calibro.

La produzione promette bene

Nel vedere le pecche di una messinscena posticcia molti spettatori avranno ipotizzato una mancanza di fondi: senza soldi non si potrà mai raggiungere la perfezione visiva, questa è una verità innegabile che avrebbe potuto giustificare i difetti de La Ruota del Tempo.

E invece siamo rimasti sbalorditi alla notizia del budget monumentale investito da Amazon per questa riproposizione; dieci milioni di dollari per ogni episodio non sono affatto pochi, ed erano più che sufficienti a restituire un contorno visivo quantomeno dignitoso per l'opera di Jordan. Dove siano finiti questi soldi non sta a noi dirlo, ma la seconda stagione de La Ruota del Tempo potrà quantomeno ripartire da questa certezza: Amazon ha la capacità economica per fare le cose in grande, bisogna solo indirizzare bene le spese. Gli effetti in CGI di queste prime puntate non brillano per fantasiosità ed impatto visivo, ma sono oggettivamente fatti bene, e lo stesso vale per la resa dei Trolloc, nonostante la loro scarsissima presenza sullo schermo. La serie tv si lascia quindi apprezzare sul fronte tecnico, e la sua regia attenta sfrutta a dovere gli scorci provenienti da panorami mozzafiato, donando ampiezza alla scena e garantendo l'immersione all'interno di un immaginario fantasy. Judkins e soci devono imparare a gestire meglio il patrimonio investito dalla compagnia di Bezos - magari puntando sulla messinscena e su qualche effetto speciale in più -, e qualora dovessero riuscirci potrebbero tranquillamente far evolvere La Ruota del Tempo nello spettacolo che tutti bramiamo.

Il materiale originale

La rilettura del testo di Jordan da parte degli sceneggiatori ha portato ad uno dei flop de La Ruota del Tempo, ma da un'occasione mancata può nascere ancora qualcosa di bello. I libri originali propongono a Judkins una storia coinvolgente ed attuale, grazie agli spunti forniti da personaggi che riprendono le caratteristiche dei miti reali e all'ideologia che muove il Continente, molto vicina a filosofie e religioni studiate ormai da secoli. Nella prima stagione gli autori hanno solamente scalfito la superficie di un racconto epico, regalandoci una sorta di antipasto in vista di un prosieguo che promette grandi cose.

L'approccio pigro alla riscrittura ci ha portato a temere per la riuscita del prossimo Signore degli Anelli - trovate qui lo speciale sugli errori da non ripetere con il Signore degli Anelli -, ma Judkins ha l'occasione di riscattarsi con una seconda stagione obbligata dal successo strepitoso della prima. Gli otto episodi della serie hanno gettato le basi per un'avventura che si è dimostrata a tratti entusiasmante - e lo sarebbe stata per intero se in fase di sceneggiatura avessero gestito meglio il ritmo della narrazione -, capace di stimolare la curiosità verso un immaginario che vedevamo prendere forma insieme al procedere del viaggio. Al netto delle ovvie mancanze rispetto al materiale originale, la prima stagione de La Ruota del Tempo riesce a raccontare un mondo squisitamente fantasy in maniera onesta, senza sconvolgere le regole del suo genere, rimanendo fedele al racconto classico di una lotta tra il Bene ed il Male.