Il Signore degli Anelli: Tolkien e gli elfi neri, quanto ha senso?

Le prime immagini pubblicate sulla serie televisiva de Il Signore degli Anelli ci hanno mostrato il primo elfo di colore della Terra di Mezzo.

Il Signore degli Anelli: Tolkien e gli elfi neri, quanto ha senso?
Articolo a cura di

Il Signore degli Anelli: gli Anelli del Potere arriverà su Amazon Prime Video il prossimo 2 settembre e racconterà la Seconda Era dell'epopea realizzata dal glottoteta John R. R. Tolkien. Un prequel a quelle vicende raccontate ne Lo Hobbit e riportate sullo schermo da Peter Jackson, che aveva realizzato la magica trilogia de Il Signore degli Anelli. Un modo per approfondire alcune tematiche, cos'era la Terra di Mezzo prima dell'Ultima Alleanza e prima che Frodo Baggins potesse intraprendere il suo viaggio verso il Monte Fato, dalla Contea fino alle terre di Mordor.

Tantissimi i temi da trattare e da scoprire: chi forgiò gli anelli per Sauron, chi era Gil-Galad, ultimo Re Supremo dei Noldor nel Lindon, chi era Elrond prima di fondare la Gran Burrone che fece da scenario alla creazione della Compagnia, cos'era Rohan prima di diventare alleato di Gondor a Minas Thirit. Potremmo continuare all'infinito, andando a sviscerare tutte le questioni che soltanto una lettura ben approfondita de Il Silmarillion, l'opera più criptica di Tolkien, potrebbe risolvere. Adesso, però, dopo aver commentato cosa rivelano gli scatti de Gli Anelli del Potere, c'è un'altra diatriba da affrontare, perché Amazon ha deciso di apportare una novità, che non dovrebbe nemmeno stupirci, eppure lo fa.

Arondir, antenato di Legolas

Ismael Cruz Cordova vestirà i panni di Arondir, un elfo silvano, personaggio originale della serie e che Tolkien non aveva mai nominato nei suoi scritti. Ovviamente l'attore, nato a Aguas Buenas, Porto Rico, nel 1987, non è dalla pelle candida e dalla chioma bionda come era Legolas, come è Galadriel, come era Gil-Galad: ha i capelli neri, come Elrond, ma ha la carnagione di un colore diverso da tutti gli elfi che abbiamo visto ne Il Signore degli Anelli. Un evento che ha scatenato le canoniche - quelle sì che lo sono - polemiche da parte della community e dei fan, pronti a ironizzare sul fatto che nella Terra di Mezzo non ci potevano essere persone di colore.

Andiamo in ordine. Chi sono gli Elfi Silvani? Dimorano nella Terra di Mezzo, nel Lothlorien, dove condividono la terra insieme ad alcuni Noldor, la specie di cui fa parte Celebrimor, il fabbro degli Anelli, ma anche Galadriel. Sono abili guerrieri, armati sempre di arco e frecce: grandi conoscitori della lavorazione del legno, a differenza di tutti gli altri elfi, con i quali si risvegliarono per volere delle divinità che li fecero a immagine e somiglianza loro al Lago Cuivienen, loro decisero di sostare a Boscoverde. Dopo aver contributo alla fondazione del Lindon insieme ai Noldor, presero parte all'Ultima Alleanza, guidati da Oropher e Amdir, che persero entrambi la vita contro Sauron.

Nella Terza Era, oramai in lento declino, decisero di lasciare la Terra di Mezzo, dopo aver perso anche Dol Guldur, dove l'Oscuro Signore stabilì la propria residenza, deturpando quella che un tempo era stata di Oropher. Poco dopo Amroth, figlio di Amdir, decise anche di lasciare la reggenza di Lothlorien, cedendola a Celeborn e sua moglie Galadriel, così da ritirarsi definitivamente lontano da tutto. Soltanto la sconfitta di Sauron e l'inizio della Quarta Era li riporterà a bonificare le terre di Mordor, mentre Thranduil, figlio di Oropher, provò a espandere il regno verso sud. Suo figlio, Legolas, rispondendo alla richiesta di Re Elessar, Aragorn, estese la popolazione dei Silvani fino all'Ithilien, riportandola al suo splendore originario. Legolas, che prese parte alla Compagnia dell'Anello, era un Elfo Silvano.

Dai nani neri a Drow di D&D

Accanto ad Arondir avremo anche la prima donna nana di colore: si tratta di Disa, mostrata anche lei con dei poster di anticipazione che hanno fatto da teaser al trailer de Gli Anelli del Potere che arriverà il 13 febbraio durante Super Bowl. Nonostante la risposta molto politica di Lindsey Weber, producer della serie, che ha spiegato come la loro intenzione sia quella di adattare la storia di Tolkien a com'è il mondo di contemporaneo, potete immaginare quante polemiche sono nate dinanzi a queste foto. L'aspetto più sfuggente è che le opere dell'autore inglese sono per tutti, contenevano - e contengono ancora oggi - razze di finzione che lottano strenuamente per sfuggire dall'isolamento che vivono da tempo e creare un'unica grande famiglia, con tutti gli abitanti della Terra di Mezzo.

La stessa Compagnia ne era l'esempio più lampante, nella quale soltanto - casualità voluta - i due uomini sembrano essere in contrasto tra loro: un elfo silvano, uno stregone, un nano, quattro hobbit, un uomo di Gondor e un ramingo, discendente dei Numenoriani, insieme per un'unica grande battaglia, con il tema del razzismo tra Legolas e Gimli trasformatosi in amicizia proprio per combattere il pregiudizio. Ma continuiamo ad analizzare l'aspetto multietnico da un punto di vista meramente applicativo delle regole del fantasy, a patto che ce ne possano davvero essere in un genere nel quale la magia e il divino dominano incontrastati. In Dungeons & Dragons, abbondantemente successivo a Lo Hobbit di Tolkien pubblicato nel 1937, si parla dei drow, gli elfi scuri, creature malvagie dai capelli bianchi e la pelle nera.

Anche chi non è pratico della materia in questi giorni, immaginiamo, è venuto a conoscenza della loro esistenza per il buzz mediatico che ha creato il personaggio di Arondir. Abituati a vivere nel sottosuolo, dopo esser stati sconfitti da numerose battaglie che li vedevano affrontati da un'alleanza formata da umani, elfi e nani, i drow hanno continuato a proliferare lontano dalla luce del sole. La scelta della pigmentazione nera può essere, così, ricollegata al fatto che nell'oscurità potessero mimetizzarsi più facilmente e che, quindi, potessero avere un vantaggio dal punto di vista ludico. Dal punto di vista narrativo, non avendo mai avuto raffigurazioni audiovisive di un drow, nessuno si è mai posto il problema.

Gli elfi oscuri nell'universo di Tolkien

Nell'universo di Tolkien non si è mai parlato di drow, non si è mai parlato di elfi neri, bensì di elfi oscuri. Eol, elfo del Beleriand, abile fabbro, così come i Noldor che odiava, ebbe un figlio con Aredhel, sorella di Turgon, al quale trasmise tutte le sue conoscenze durante la Prima Era. Le vicende familiari lo videro uccidere, erroneamente, sua moglie, nel tentativo di avvelenare il figlio: condannato a morte, riuscì a maledire il suo erede Maeglin poco prima di spirare. Non ci è mai stata fornita una descrizione della sua pelle, se non che vivesse sprofondato nell'ombra, per lo più durante la notte, nel bosco di Nan Elmoth: di carattere scontroso, odiava la luce del sole e preferiva le caverne dei nani, con i quali legò molto. Vestito perennemente di nero, venne riconosciuto come l'Elfo Oscuro, senza che Tolkien potesse mai dirci se si trattava di un elfo dalla carnagione chiara o meno.

Così come Eol, conosciamo i Moriquendi, anche noti come Lembi, gli Elfi dell'Oscurità, che non hanno mai visto la luce del sole e che non si sono mai imbarcati verso il mare di Aman e oltre le luci dei due Alberi di Valinor. Sono gli Avarin e i Sindar, con i primi che vennero irretiti da Morgoth per creare gli Orchi di Arda e i secondi che divennero noti come gli Elfi Grigi, accettando, in un secondo momento, di seguire i Noldor verso Valinor, su invito dei Valar, le divinità di Ea. Anche in questo caso di loro non conosciamo il colore della pelle che potrebbe - per quanto ne sappiamo e immaginiamo - essere indefinita: creati, così come tutti gli altri elfi, a immagine e somiglianza di Eru Iluvatar, il dio supremo di tutta Ea, conosciamo il colore dei loro capelli, ma non della loro carnagione. Che anche se fosse gialla, nera o verde, come gli orchi, non cambierebbe la loro condizione di razza prescelta.

Haradrim e rappresentazioni multi-etniche

E qui arriviamo, quindi, alla conclusione del nostro discorso, dinanzi a tutti questi elementi portati all'attenzione di chi legge. Tolkien ha creato un universo fatto di razze, già di loro suddivise in diverse culture, abitudini, accezioni fisiche e caratteristiche: gli elfi dalle orecchie a punta, gli hobbit dai piedi grossi, i nani bassi e tarchiati con le folte barbe, solo gli uomini vicini ad una fisionomia che conosciamo bene.

Ecco, abituati. Perché è per l'appunto un discorso di abitudine e non di deturpazione di un classico fantasy, una dicotomia linguistica. Per di più nel momento in cui ci troviamo in un ambiente di reinterpretazione audiovisiva di un contenuto letterario al quale viene aggiunta una componente originale: nello specifico caso il personaggio di Arondir. Tolkien non l'aveva previsto, non ne aveva parlato, ma se anche l'avesse fatto nessuno si sarebbe posto il problema di presentarcelo con una carnagione diversa da quella che siamo abituati a immaginare, noi che ci guardiamo ogni mattina allo specchio e ci vediamo in un determinato modo, pensando che quello sia il modo giusto di essere. Pensare che Tolkien non avrebbe potuto mai parlare di persone di colore nella propria opera è altrettanto errato: gli Haradrim, abitanti dell'Harad, il sud di Mordor e di Gondor, erano di carnagione scura, oltre a essere feroci combattenti.

Occhi scuri, capelli neri, collane d'oro, indumenti rossi, erano presentati come uomini neri a tutti gli effetti. Discendenti dei Numenoriani, avevano come capo una donna, Herumor, insieme Fuinur. Peter Jackson li presentò come persiani, quindi appartenenti a un mondo del Medio Oriente, ma la volontà di Tolkien era chiaramente quella di creare una popolazione sudista che potesse richiamare la carnagione scura. Un grande atto, in un periodo in cui non era facile essere così all'avanguardia e non pensare ai neri come degli schiavi, come d'altronde capitava negli anni in cui Tolkien - nato alla fine del 1800 e morto nel 1973 - era cresciuto. Se lui era all'avanguardia, potrebbe essere il momento di esserlo anche noi, cent'anni dopo.