Stranger Things 4: il finale di stagione funziona?

Dalla suggestiva immagine conclusiva alla chiusura delle varie storyline: come abbiamo affrontato il finale della stagione più completa di Stranger Things.

Stranger Things 4: il finale di stagione funziona?
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L'immagine finale di Stranger Things 4 è già una previsione di ciò che ci si aspetta nella quinta e ultima stagione che arriverà chiudendo il racconto aperto nel 2016 su Netflix e che ha catapultato negli anni Ottanta i suoi abbonati - non perdete la nostra recensione del finale in crescendo di Strange Things 4. Un fenomeno globale che si appresta alla sua conclusione, lasciando il pubblico nell'attesa mentre ripensa alla qualità esorbitante che ha investito la produzione seriale americana dei fratelli Duffer e che ci si domanda quasi come potrà far di meglio con il suo addio (sapete che arrivano altri due famosi fratelli registi su Netflix? Leggete la nostra recensione di The Gray Man dei fratelli Russo).

Questo in virtù anche delle aspettative esorbitanti che la serie ha alzato fino alle stelle riuscendo a suscitare la medesima sensazione di entusiasmo nell'intervallo di tempo che ha alternato il Vol. 1 e il Vol. 2 della quarta stagione, accrescendo la curiosità su cosa sarebbe accaduto ai personaggi e dilatandone i discorsi attorno. E sono proprio quei due lunghissimi episodi in chiusura che hanno dovuto dimostrare di essere all'altezza del tessuto narrativo filato da Stranger Things durante la stagione, cercando di non sgretolare gli equilibri che sottilmente si erano creati, tentando però di colpire emotivamente e sorprendentemente lo spettatore.

Dal viaggio in Russia al ritorno a casa

Del finale, dunque, la prima cosa che c'è da dire è che si è dimostrato perfettamente in tono con il resto delle puntate, pur depotenziato forse a causa proprio di quell'intervallo di tempo tra le due parti di Stranger Things 4 che mostravano come lo svolgimento e l'arrivo alla battaglia contro Vecna siano stati molto più travolgenti dell'evento in sé.

In fondo può capitare come si è visto anche in altri prodotti, ma soprattutto nella serie dei Duffer è stato l'interrompere la narrazione in un momento troppo emotivamente coinvolgente per il pubblico a lasciare piacevolmente sospeso lo spettatore in quel mese di "tranquillità" mentre aspettava il ritorno della serie. Di cui ricorderà sempre la sensazione di non sapere cosa accadrà a Nancy rimasta incastrata nell'aldilà, come Mike e Will riusciranno a ricongiungersi con Undi e il terrore di Joyce e Hopper di fronte a una scia non ben identificata di particelle. Ma il finale arriva e, con lui, l'epilogo di alcune storyline. Se Joyce e Hopper riescono a tornare a casa dai loro figli, di sangue o meno, è grazie ad un viaggio pericoloso e sfiancante in cui i personaggi hanno dovuto fronteggiare tanto una serie di Demogorgoni quanto le bugie ripetute e continuate del contrabbandiere Yuri. Una linea narrativa che è servita a Stranger Things per integrare il background degli esperimenti e delle evoluzioni di test e sperimentazioni che continuano ad avere alla base riferimenti sulla Guerra Fredda e su come mai America e Russia si siano spinte più in là del previsto per trovare l'arma migliore con cui intimorire e battere il nemico.

Un ritorno a casa di Hopper, inoltre, che commuove in quell'abbraccio con la figlia acquisita Undi, che gli conferma di aver tenuto sempre la porta spalancata di dieci centimetri, perché sapeva che sarebbe tornato. Questo è un riferimento alla vita domestica che i due hanno trascorso brevemente insieme e che ricorda quando la ragazzina portava a casa il fidanzatino Mike e vedeva in Hopper un papà apprensivo e protettivo.

Ed è proprio Undici colei che scopriamo aver generato Vecna già con il settimo episodio della quarta stagione, nonché il Sottosopra come noi lo conosciamo. L'aver "distrutto" Uno che, a sua volta, era ancor prima il giovane Henry, ha dato vita ad una reazione a catena di eventi che hanno solamente messo in moto ciò che la ragazzina aveva in realtà cercato di fermare nei corridoi di quel laboratorio in cui è cresciuta.

La nascita del Sottosopra

Luogo in cui anche Henry/Uno/Vecna ha trascorso gran parte della sua vita, ma che a differenza di Undici non incolpa il loro "papa" Matthew Modine per ciò che di infernale è avvenuto nelle loro esistenze, bensì vuole metterla di fronte alla consapevolezza che è stata proprio lei ad averlo reso un mostro.

Un'assunzione di colpa a cui Undici non aveva mai pensato e con cui Vecna la mette sullo stesso piano del personaggio del Dr. Brenner dandole le medesime colpe attribuite da lei all'uomo. Un'accusa su cui la ragazza dovrà riflettere e che potrebbe avere ripercussioni sul suo futuro, così fumoso e incerto. Eppure, in ogni caso, Undi ha cercato comunque di percorrere la via della redenzione. Non solo ha tentato di salvare i suoi amici dal loro stesso piano che prevedeva l'uccisione di Vecna, ma dopo aver riacquistato i propri poteri, quasi più forti di prima, riesce a tenere in vita Max pur portando la ragazza ad uno stato di coma difficilmente reversibile. Un'adolescente che sarà privata della vista per il resto della vita e che, probabilmente, anche da sveglia non potrà più muoversi. Una scelta audace quella di Undici e, al di fuori, degli scrittori della serie, che dovranno saper gestire con estrema delicatezza il personaggio. Ma l'unica vera vittima, oltre a quelle già fatte fuori da Vecna nel Vol. 1 di Stranger Things 4, è lui, Eddie Munson, l'eroe che non si è tirato indietro e che ha sfidato le creature del Sottosopra pur di aiutare i suoi amici. Alcuni conosciuti da poco, altri con cui ha trascorso l'intero anno scolastico.

Quello che "Sarà il mio anno, me lo sento!" e che si conclude con un sacrificio doloroso, ma significativo sia a livello emotivo che narrativo all'interno della storia. Il motivo per cui ci siamo tutti affezionati all'Eddie di Joseph Quinn, infatti, riguarda proprio il suo aver attraversato un arco narrativo in cui abbiamo imparato a conoscerlo e in cui lui stesso ha scoperto le personalità di coetanei che non avrebbe mai potuto considerare inizialmente amici.

È stato il suo interesse per Chrissy, l'invidia nei confronti di Steve per Dustin, ma il loro poi spalleggiarsi, e l'ammirazione per il coraggio dei suoi compagni ad averlo spinto a voler affrontare una sfida che, seppur definitiva, avrebbe riempito di valore la propria esistenza. E, in più, l'unica maniera per la serie di trattare un personaggio oramai odiato da Hawkins, la quale ancora ignara della presenza di Vecna continua ad attribuire a Eddie l'omicidio di tre giovani vittime.

Tutto il coinvolgimento spettacolare e emotivo della quarta stagione

Un pezzo di cuore lasciato dunque a un Eddie che è stato una grande scoperta in Stranger Things 4, mentre viene rinnovato l'affetto per quei fratelli maggiori, anche qui autentici o meno, della serie.

Il riavvicinamento di Steve e Nancy è stato un file rouge all'interno del racconto e ha sospinto molti dei momenti introspettivi dei personaggi, per venir poi troncato col ritorno di Jonathan e riportando la confusione di cosa vuol dire diventare grandi dovendo scegliere la persona da avere accanto. Una sotto trama amorosa andata quasi di pari passo con quella della migliore amica di Steve, la Robin di Maya Hawke, di cui apprezziamo enormemente lo spazio che la serie ha deciso di concederle, così come nel prodotto è accaduto con tutti i nuovi personaggi aggiuntisi di volta in volta. E se i fratelli Duffer avevano promesso "una carneficina" che poi, in realtà, non c'è stata completamente con Stranger Things 4, è comunque un grande senso di vuoto quello che il finale lascia e che, proprio come la pausa del Vol. 1, fa presumere l'arrivo della catastrofe. Di momenti emotivi ne abbiamo avuti e ne avremo, sopratutto dopo che Noah Schnapp ha confermato che Will è gay, che regala un momento di estrema vicinanza tra il giovane e il fratello Jonathan interpretato da Charles Heaton, fino alla dichiarazione di Mike a Undici che permette alla ragazzina di sconfiggere Vecna.

Ma sulla conclusione della quarta stagione si possono affermare due cose: che il racconto episodico ha completamente soddisfatto dal punto di vista intrattenitivo e che la chiusura è stata sia appagante, sia ha infuso la voglia di scoprire subito qual è il futuro riservato alla cittadina martoriata di Hawkins. Un arrivederci che è preludio di qualcosa di più grande. Di uno scontro finale che è quello verso cui lo show ci ha condotto con la sua fine.