Taboo è su Netflix: perché recuperare la serie cult con Tom Hardy

L'affascinante serie BBC è arrivata su Netflix. Analizziamo insieme i motivi per cui recuperarla e cosa l'ha resa un prodotto di culto

Taboo è su Netflix: perché recuperare la serie cult con Tom Hardy
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Fra le numerose serie Netflix in arrivo sulla piattaforma in queste settimane (non perdete le serie Netflix di aprile 2022), l'aggiunta di Taboo è fra quelle che ha colto maggiormente l'attenzione. Lo show creato da Tom Hardy, suo padre Chips e Steven Knight per BBC e prodotto, fra gli altri, da Ridley Scott riuscì a lasciare il segno con soli 8 episodi, ponendo solide basi per una serie evento destinata a grandi cose. Tuttavia, a cinque anni dall'ultima puntata messa in onda, Taboo si trova ancora con una sola stagione all'attivo e con pochi aggiornamenti riguardo a un eventuale prosieguo. Taboo è sbarcata su Netflix, ma ha rischiato più volte negli anni di passare in sordina senza mai raggiungere notevoli vette di popolarità.

Tra contenuti non propriamente alla portata di tutti e tempistiche difficili da gestire, Taboo si è guadagnata col tempo lo status di diamante grezzo, una gemma nascosta capace sia di sconvolgere numerosi appassionati, sia di allontanare altrettanti curiosi. Il crudo e brutale racconto della vita di James Delaney, che attraverso atmosfere cupe e una narrazione enigmatica esplora l'orrore dell'Inghilterra vittoriana, è stato però capace di mostrare una densità contenutistica e una qualità raramente riscontrabili su schermo. Non potevamo quindi esimerci dall'approfondire un'opera dal fascino raro, che sicuramente potrà attrarre verso di sé più di qualche sguardo. Analizziamo insieme ciò che ha reso Taboo un sorprendete prodotto di culto.

Di nebbia, pioggia e fango

La serie, ambientata nella Londra del 1814 (a due anni di distanza dalla guerra con l'America) concentra la propria attenzione sul personaggio di James Keziah Delaney (Tom Hardy) per mostrare uno spaccato originale dell'Inghilterra del diciannovesimo secolo.

Nell'angosciante grigiore di una capitale mai così cupa, il clima che introduce ad un periodo di stravolgimenti viene qui permeato di timori e suspense: in una città spaccata dai divari socio-politici e impegnata a gestire i difficili rapporti con le Americhe, la sola figura di un uomo basterà per seminare il caos in ogni dove. Delaney, figlio di una relazione clandestina e unico erede maschio, giunge a sorpresa per assistere al funerale del padre. Pur essendo stato dato per morto da tempo, James figura come unico erede di un piccolo appezzamento di terra al di là dell'oceano, Nootka Sound. Dopo aver vissuto nella selvaggia Africa in circostanze ignote fino al suo ritorno, il desiderio di affidare quel territorio ai nativi americani finisce per scontrarsi con la volontà della Compagnia delle Indie Orientali, la quale intende invece accaparrarsi Nootka Sound per espandere i propri possedimenti coloniali in America.

La disputa fra due schieramenti opposti porterà a un'escalation di intrighi, misteri e drammi senza precedenti nella costante attesa che qualcosa di più grande, di superiore, finisca per porre la propria mano sul fato di tutti i personaggi coinvolti. Giocando senza sosta con gli sguardi profondi e con l'imprevedibilità di un protagonista costretto ad approcciarsi a una civiltà diversa e a inattese responsabilità, Taboo mette in scena un conflitto su più livelli: da quello politico a quello personale, lo show BBC non lascia scampo a nessuno nel raccontare orrori e dolori di un passato impossibile da cancellare.

Un'opera avvolgente

A giudicare da contesto produttivo e premesse della messa in scena, Taboo non sarebbe affatto distante dai classici period drama a cui siamo stati abituati in più occasioni nel tempo. Eppure, bastano poche visioni per notare come il costrutto narrativo e stilistico sia completamente lontano dalle convenzioni di genere. Pur avvalendosi di stereotipi e temi assai noti per il contesto di riferimento, come la differenza sociale e individuale o la lingua antica, la serie amalgama e muta la struttura portante dell'opera, avvalendosi di tutto il potenziale della propria macchina creativo-produttiva.

Ponendosi quindi a metà tra una revenge story e una mistica fiaba gotica, Taboo si rivela essere uno show avvolgente e accattivante come pochi se ne sono visti finora: sfruttando con grandissima cura dettagli, sussurri e sottigliezze, l'opera esplora con profondità elementi esoterici e intriganti, rappresentando un intreccio che richiede particolare attenzione da parte di chi osserva per essere compreso in ogni sua parte.

Taboo è un racconto oscuro e cupo, con un'elevata cura estetica, una grande coerenza delle atmosfere, degli ambienti e della recitazione. Chi ha amato Peaky Blinders non potrà fare a meno di notare somiglianze nello sviluppo delle relazioni o nella presentazione dei personaggi; le scene fotografate da Mark Patten divengono spesso veri e propriquadri di pura bellezza.

Accompagnando ogni scena con una colonna sonora evocativa che amplifica la dimensione stilistica della serie, l'accattivante mondo di Taboo si mostra in tutta la sua cura, alternando nelle ombre spire di nera narrazione in un racconto che prende vita attraverso la figura del suo protagonista. In ogni gesto e ogni sfumatura si racchiude il cuore di un'opera che prima di qualsiasi altra cosa fa leva sui propri personaggi e sulla potenza delle loro azioni.

La forza di un protagonista

Colmo di altisonanti ambizioni, Taboo racconta il mutamento dell'uomo e il misticismo di chi vive a cavallo tra vita e morte. La metaforica rappresentazione di un protagonista così accattivante trova in Tom Hardy la sua apoteosi rappresentativa. L'attore interpreta magistralmente il carattere ambiguo della sua controparte, dando saggi di quella follia che cela dietro al sadismo una miriade di segreti.

La caratterizzazione di Delaney mette in mostra ogni sfaccettatura del suo immenso talento, permettendogli di catturare costantemente l'attenzione dello spettatore con una presenza scenica senza eguali. Si muove sulla scena con fare ferino, osservando i suoi nemici come in una giungla e spostandosi in silenzio fra i fumi e le nebbie di Londra.

James è una bestia che non appartiene a questo mondo, un'ombra destinata a creare scompiglio in nome di un bene superiore. In questo senso, il lavoro svolto da Tom Hardy evidenzia il potere della fisicità nella teatralità contemporanea, capace di portare l'interprete nell'Olimpo dei migliori di questa epoca. Il gusto, lo studio e la ricercatezza della performance abbracciano il grottesco creando un modello emblematico e memorabile. In questo senso, la bellezza e la potenza di Tom Hardy riescono ulteriormente a brillare attraverso l'operato dei comprimari (fra cui spiccano Jessie Buckley e Jonathan Pryce), eccellenti nel rappresentare caratteri particolarmente approfonditi e definiti in un contesto tutt'altro che congeniale a quello che potrebbe facilmente passare per un one-man show. Inevitabile, a tal proposito, menzionare l'impatto travolgente della penna di Steven Knight.

L'autore de La promessa dell'assassino e di Peaky Blinders è uno dei professionisti maggiormente riconosciuti nel panorama mondiale, capace di cimentarsi in più generi con grande capacità ed estro. Proprio dal rapporto con Hardy, col quale ha collaborato in diverse occasioni (su tutte, nel fenomenale Locke), è nata l'idea di un'opera dai connotati mistici, capace di mescolare tematiche classiche a dinamiche eleganti (seppur non sempre efficaci), tenendo alta l'attenzione del pubblico con una folta schiera di rimandi.

Rimandi al passato, prospettive per il futuro

Avvalendosi delle grandi possibilità concesse da un budget importante, Taboo viaggia fra le strade londinesi mescolando lotte storiche a riferimenti letterari. Per quanto riguarda la letteratura di genere, opere come Cuore di Tenebra di Conrad rappresentano una chiara ispirazione, mentre le atmosfere richiamano il Mission di Roland Joffé abbracciando frammenti di western e thriller a sfondo soprannaturale. Il risultato finale è uno spettacolo per gli occhi, un intrigante enigma per la mente che si fonda su dualismi e contrasti.

Pur riconoscendo il grande rischio di mescolare elementi storici a spiriti e pratiche sciamaniche, Taboo non esita mai nel confondere chi osserva con particolari fumosi, tormentando lo spettatore proprio come succede a Delaney e ai suoi nemici durante il corso della narrazione. Omaggiando l'estetica formale delle grandi opere, lo show BBC può a tutti gli effetti considerarsi un'assoluta rarità nel panorama britannico, ancor di più se si pensa alla questione di genere.

Rinnovata ad appena due mesi dal suo esordio, il serial ha ricevuto parecchie recensioni positive salvo poi lasciare tutti col fiato sospeso circa il suo futuro. Proprio la scorsa estate Tom Hardy aveva parlato di Taboo 2 aggiornando sullo stato dei lavori, ma pare ci sarà ancora molto da attendere prima di avere qualcosa di più concreto. Nell'attesa, vale quindi la pena rifarsi gli occhi con un prodotto semplicemente incredibile dal punto di vista tecnico, capace di rasentare la qualità cinematografica anche se in scala ridotta e più eterogenea. Taboo risulta, col tempo e nel tempo, una di quelle serie che riescono a rimanere dentro, capaci di imprimersi nella mente anche solo per pochi frammenti, nell'eterna attesa di un ulteriore acuto.