Speciale Teen Drama

Il genere più amato e controverso nella storia dei serial

Speciale Teen Drama
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Nel corso della storia dei serial le (dis)avventure di giovani ragazzi sono sempre state al centro dell'attenzione. Con questo speciale abbiamo esaminato la storia di questo genere partendo dalle lontane origini, con i ragazzi di Beverly Hills, fino a giungere ai giorni nostri, che vedono svettare tra tutti i vizi ed i problemi adolescenziali dei giovani protagonisti di Gossip Girl e Skins, così simili e diversi tra loro.
Cosa è cambiato nel corso degli anni?

Cominciò così...

Quando uno sceneggiatore vuole dare alla luce un prodotto di successo, non può prescindere dal domandarsi una cosa: a chi mi voglio rivolgere? Il quesito, di per sé banale, è alla base di tutti i prodotti commerciali e, a maggior ragione, anche delle serie televisive. Sembra davvero strano quindi che si siano dovuti aspettare gli anni '90 perché qualcuno in ambito televisivo si facesse questa domanda e si desse la risposta più ovvia: a coloro che guardano più ore di televisione e a cui ancora nessuno si è rivolto. Gli adolescenti. Per tutto il periodo degli anni '70 ed '80, i problemi dei ragazzi compresi nella fascia di età che va dai tredici ai diciannove anni (i così detti teen agers), venivano solo sfiorati dalle numerose sit-com che inondavano il panorama televisivo di allora. I motivi sono essenzialmente due: la natura comica delle produzioni giovanili - che impediva un approfondimento adeguato su problematiche senza dubbio complicate - e la mancanza di coraggio e di prospettiva dei professionisti nel genere che non capirono quali enormi possibilità dava loro quel bacino di utenza ancora non sfruttato. A loro discolpa va però detto che probabilmente sino alla fine degli anni '80, i ragazzi non godevano di un'autonomia di pensiero e di scelta tale da rappresentare una fonte certa di share. A dire il vero alcune serie a forte impronta adolescenziale furono create e riscossero un discreto successo (si pensi ad esempio a Genitori in blue jeans, del 1985 - in cui fece il suo esordio anche un giovanissimo Leonardo Di Caprio - ad Happy days, ai Robinson o ancora alla serie cult Il mio amico Arnold) ma l'impostazione data a questi titoli si basava più sul rapporto genitori/figli visto come una contrapposizione fra esperienza e ingenuità, fra chi la vita l'ha già vissuta e chi invece deve ancora farci i conti. Si può dire che quelle furono serie di transizione, in cui alcune problematiche tipiche dell'età adolescenziale - anche se ancora venivano lasciati in disparte problemi difficili da trattare e ritenuti sconvenienti - cominciarono ad emergere.

Beverly Hills e la scuola

Per arrivare a vedere su uno schermo un mondo più crudo, ma anche più realistico, ci voleva qualcuno che avesse il coraggio di rischiare e di rompere alcuni tabù dell'epoca. Quel qualcuno rispondeva al nome di Aroon Spelling, ancora oggi il più prolifico produttore televisivo del mondo, la cui firma si può ritrovare in successi che vanno da Starsky e Hutch a Charlie's Angels, da Love Boat a Dynasty. Spelling diede fiducia ad un ragazzo di meno di 30 anni, Darren Star, che gli propose un prodotto innovativo, un serial dove i ragazzi non facessero da sfondo, ma ne fossero il cuore, con le loro problematiche e la loro voglia di crescere. Fu così che nel 1990 nacque Beverly Hills 90210 ed il successo fu travolgente, creando un filone completamente “vergine”, quello dei teen drama, ed aprendo di fatto la strada ad una nuova vita per gli sceneggiatori di tutto il mondo. L'idea di seguire da vicino un gruppo di adolescenti, mettendo da parte il perbenismo visto sino ad allora ed andando a toccare argomenti scomodi e delicati come la droga, l'alcol, l'omosessualità, l'AIDS o i tradimenti, rivoluzionò la concezione di televisione, spalancando le porte ad un'infinita quantità di serie successive che si distinsero dal proprio capostipite per ambientazioni meno sfarzose (Dawson's Creek ), per un carattere più leggero (Bayside School - in realtà precedente ma riproposto con successo solo dopo il boom ottenuto dalla serie di Star) o per un nucleo familiare più particolare (Settimo cielo, in cui il padre della famiglia Camden era un reverendo), ma mantenendo quella morfologia, divenuta poi classica, basata su canoni fissi, ma al tempo stesso universali, in cui milioni di adolescenti si potevano riconoscere ed immedesimare, finendo con il crescere assieme ai personaggi principali.
Ma quali sono le caratteristiche che Beverly Hills aveva e che ha lasciato in eredità?
Prima di tutto lo sfondo d'ambientazione: il liceo. Facendo due rapidi calcoli, un adolescente italiano medio passa circa un quinto della sua vita dentro una scuola (ed uno studente americano molto di più), che, con ogni probabilità, sarà anche il luogo adatto per nuove conoscenze, per i primi amori e grandi delusioni, di scelte importanti e di arricchimento interiore. Insomma, il liceo, visto proprio come luogo fisico, è uno dei posti maggiormente significativi per un ragazzo. Da Beverly Hills a Dawson's Creek, quindi, i temi scolastici saranno fra i principali delle serie e non è un caso che il declino delle varie serie cominci sempre con l'arrivo dei personaggi nel mondo universitario. Altri argomenti davvero immancabili sono l'amore ed il sesso. L'adolescenza è il periodo in cui la sessualità dei ragazzi viene fuori e in cui ci si deve confrontare con problemi che solo qualche anno prima sembravano lontani anni luce dal nostro mondo. I teen drama enfatizzano quest'aspetto, divertendo e divertendosi a mescolare fra loro le coppie “storiche” della serie e creando tra i fan dei veri e propri gruppi di sostenitori di questo o quel personaggio (rimane storico il contrasto fra Brenda e Kelly in Beverly Hills, ma anche quello maschile fra Dawson e Pacey in Dawson's Creek). La visione talvolta sin troppo romantica dell'amore che alcuni protagonisti dei teen drama hanno, viene però controbilanciata da esperienze di sesso forti e spesso toccanti come una gravidanza non voluta o la violenza subita da qualche ragazza. Il messaggio che si vuol far passare è chiaro: il sesso non è un gioco e va saputo affrontare al momento giusto e con la persona giusta. Che si sia d'accordo o meno con questa visione, il coinvolgimento emotivo che gli argomenti trattati sanno suscitare sono tali che risulta impossibile, per uno spettatore, non immedesimarsi in uno dei personaggi, sempre numerosi e ben distinguibili (il bravo ragazzo, lo scapestrato, la ragazza timida), decretando così un successo praticamente sicuro.

Alcol, sesso, amicizia e skins

Il principale effetto della "modernità" sul genere dei teen drama non è stato solo quello di avvicinare movenze e atteggiamenti degli attori a quelli dei giovani d'oggi: molto più interessante è la trattazione di temi odierni anche in un genere rivolto principalmente al pubblico più giovane. Sesso, droga, omosessualità, morte sono solo alcuni dei temi forti trattati nelle tre stagioni di Skins (è in preparazione la quarta, in onda nel 2010), il principale se non l'unico rappresentante di questo particolare sotto-insieme all'interno del genere dei teen drama.
Il fenomeno è molto interessante da studiare, non solo dal punto di vista etico, come è normale e giusto che sia, ma anche dal punto di vista televisivo. E' infatti naturale, per qualunque persona che abbia mai visto anche una sola puntata di Skins, pensare che in Italia un serial del genere non sarebbe mai potuto essere prodotto e non sarebbe mai nemmeno nato, perché, se qualcuno avesse avuto anche solo l'idea di parlare di questi temi ponendo come attori principali e protagonisti del serial dei ragazzi del liceo, sarebbe stato considerato un folle. Tutto ciò, in Inghilterra, è invece considerato naturale: nessun MOIGE, niente genitori attivisti che si ribellano perchè il loro bambino potrebbe rimanere impressionato di fronte a tutta questa violenza, che poi altro non è che la dura realtà di tutti i giorni per dei ragazzi che sono soltanto meno fortunati dei loro figli. La mentalità del nostro (bel)paese in confronto a quella degli altri paesi europei è totalmente arretrata, considerazione che potrebbe sembrare alquanto qualunquista ma che deriva da un'analisi prettamente televisiva: mentre negli altri paesi la televisione pubblica propone contenuti nuovi, che arrivano anche ad osare qualcosa in più, l'Italia non riesce a staccarsi dalla propria natura perbenistica, non andando oltre alla felice famiglia allargata dei "Cesaroni" o al nonno più famoso d'Italia in "Un medico in famiglia".
E tutto questo non è causa di incapacità, quanto piuttosto di mancanza di originalità e capacità di creare qualcosa che vada oltre: non per niente il genere dei teen drama anche negli USA è cominciato con serial semplici e spensierati, basti pensare ai famosi "Genitori in blue-jeans" che hanno portato alla ribalta Leonardo Di Caprio, o al famosissimo "Beverly Hills, 90210" di cui oggi la tv americana ci propone un sequel. E ben vengano - anche - questi telefilm, l'importante è che la produzione televisiva non si fossilizzi troppo seguendo un'unica direzione, come avviene oggi in Italia.
Nonostante i temi che vengono trattati, la visione di Skins non risulta assolutamente pesante: ai temi più importanti si mescolano infatti quelli più piacevoli dei primi amori, dell'amicizia, della famiglia. In particolare, trattandosi di un gruppo di ragazzi, l'amicizia risulta uno degli aspetti fondamentali che risalta nelle tre stagioni del serial, mostrando come sia possibile combinare temi classici a temi odierni senza rovinare in alcun modo un genere storico come quello di cui abbiamo parlato nel nostro speciale.

Ricchi di problemi ma non solo...

Dopo aver raggiunto l’apice della popolarità, confermandosi un fenomeno di massa di inedite proporzioni, il genere teen drama si trova subito a voler replicare se stesso e il suo successo. Non stupisce, dunque, che nascano produzioni volte a diventare nuovi fenomeni di culto, modellandosi sulla base dei primi teen drama. Per fare un esempio The OC (Ocean County, ovvero il nome di una contea della California) si pone fin da subito come “erede spirituale” di Beverly Hills 90210, rinnovando solo all’apparenza le situazioni e gli argomenti trattati.
Si strizza l’occhio al pubblico adolescente, istituendosi anche come modello di situazioni sociali (specie la prima stagione, dove la risposta del pubblico americano è stata fenomenale, per poi calare costantemente) e come moda del momento.
Si viene a creare un prodotto “ad uso e consumo” per gli adolescenti, scritto “dall’alto” (gli sceneggiatori rivivono le “loro” adolescenze e cercano di farle piacere al pubblico in ogni modo possibile) per far colpo sulle nuove generazioni.
E' la stessa cosa che accade con serie come Gossip Girl, dove la "moda" (per i vestiti e per i personaggi) diventa il cuore stesso del prodotto, e la "storia" serve solo a giraci attorno. Anche l'ambientazione in questo caso risulta fondamentale per costruire una "cartolina" da sogno per milioni di teenager.
One Tree Hill ricorda da vicino le atmosfere di Dawson Creek, raccontando gli amori e i segreti dei ragazzi di una piccola cittadina immaginaria. Pur non essendo particolarmente innovativo, il telefilm riscuote grande successo, affiancando alle vicende liceali una componente sportiva rappresentata dalla squadra di basket. Questo elemento sportivo verrà ripreso e fatto maturare da Friday Night Light, che ne fa perno centrale della storia, seguendo le vicende di una squadra liceale di football.
Cominciano quindi a nascere degli “ibridi” interessanti e originali; Veronica Mars, ad esempio, è un teen noir che affianca una componente investigativa massiccia e ben strutturata (parte dalla premessa di un misterioso omicidio, ispirandosi chiaramente all’assassinio di Laura Palmer in Twin Peaks) alle situazioni liceali di una scuola come sempre divisa in classi sociali.
Non meno interessante il caso di Roswell (serie che ancora oggi in Italia viene spesso ritrasmessa su MTV), un tentativo di fusione tra teen drama e fantascienza, narrando le vicende sentimentali e non di un gruppo di adolescenti alieni, puntando molto sulle rivelazioni di una trama molto intrecciata (sul cui modello si baserà Kyle XY).
Un altro ibrido può essere considerato Smallville, che sviluppa in maniera (inizialmente) interessante l’adolescenza di Clark Kent prima di diventare Superman, finendo poi col diventare una serie di una longevità “estrema” (a settembre in America parte la nona stagione) e dalle trovate ridicole (molto simile a quanto accadeva in Xena, ma con molta meno autoironia).
Può essere invece considerato un capolavoro il mix di generi che troviamo in Buffy: L’ammazzavampiri, ad oggi forse l’ibrido più riuscito e ambizioso, che racchiude in sé generi molto distanti tra di loro, come l’horror e la commedia, il teen drama e l’azione (in un episodio diventa persino musical), facendo crescere gradualmente i personaggi e i toni.
E a tal proposito è interessante notare come alcune serie abbiano provato a giocare proprio coi “toni”, sperimentando strade indubbiamente interessanti.
Girlmore Girls punta tutto sulle bizzarrie dei personaggi secondari, con dialoghi stravaganti e serrati (conditi da un particolare humor che si può solo amare o odiare) e sullo speciale rapporto madre-figlia, descrivendo le vite amorose di entrambe.
Popular invece fonde con ironia e carattere tutti i cliché del genere teen drama (in modo simile a Skins) e le abbina a situazioni surreali e divertenti, risultando in modo paradossale molto più vicino alla realtà liceale di molti altri teen-drama (è quello che accade anche in serie come Scrubs). Su questo stesso moldello parte quest'anno una nuova serie chiamata Glee (un mix tra Popular e High School Musical). Facendo il punto della situazione, il genere teen drama sembra navigare in un limbo tra tradizione e innovazione, accanto a produzioni di stampo commerciale (quasi tutta la nuova generazione di programmi della CW) spiccano prodotti innovativi e "ibridi" interessanti. Sarà questa la strada verso la maturità del genere? Solo il tempo potrà dircelo.

Teen Drama Il mondo dei teen-drama ha una lunga storia alle spalle fatta di alti e bassi. Il presente non sembra essere da meno, con serial incentrati sui giovani che si stanno ritagliando uno spazio sempre più consistente nei palinsesti televisivi. Purtroppo la qualità non è sempre alta e molto spesso tutto viene sommerso da banalità e clichè del genere, ma, nonostante questo, i teen-drama continuano a spopolare e a mostrarci uno spaccato(più o meno caricaturale ed eccessivo) delle passioni ed i problemi degli adolescenti. Un modo come un altro per crescere con i protagonisti di queste serie ed imparare dai loro errori, oppure semplicemente rivivere attraverso di loro un periodo della nostra vita ormai passato.