The Handmaid's Tale: oltre il romanzo

La nuova stagione di The Handmaid's Tale dovrà ripartire senza il supporto del romanzo omonimo. Proviamo a ipotizzare cosa succederà.

The Handmaid's Tale: oltre il romanzo
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"Cora piange. Ero la sua preferita, lho delusa. Adesso lei sarà per sempre senza figli. Il furgone attende sul viale d'accesso, con i doppi portelli aperti. I due, uno per lato adesso, mi prendono per i gomiti per aiutarmi a salire. Non so se sarà una fine o un inizio: mi sono affidata a mani sconosciute, perché non c'è altro da fare. Salgo, nel buio, o nella luce". Finisce così Il racconto dell'ancella, romanzo distopico di Margaret Atwood, con l'ancella Difred prelevata e costretta a salire su di un nero furgone. Quale sarà il suo futuro? È condotta verso la morte o la salvezza, verso una spensierata libertà ricongiunta con la sua famiglia o verso una lotta rivoluzionaria? Non lo sappiamo. La Atwood ci lascia così, dopo averci straziato il cuore lungo tutto il romanzo ci lascia in sospeso, l'atto finale di sofferenza per il lettore. La stessa situazione descritta qua sopra l'anno scorso ha chiuso l'episodio finale di The Handmaid's Tale, la trasposizione televisiva ideata da Bruce Miller per Hulu. Un finale che ci ha lasciati con il fiato sospeso, facendoci vivere nella stessa incertezza provata alla fine del romanzo. Solo che questa volta, rispetto al 1985, anno di uscita del libro, sapevamo fin dall'inizio che avremmo ricevuto una risposta alle domande sul futuro di Difred.

Mille orizzonti possibili

Questo perché, ad appena una settimana dall'esordio della serie, questa è stata rinnovata per una seconda stagione, aprendosi di fatto a scenari inediti e sorprendenti. Ai tempi dell'annuncio ancora non sapevamo esattamente come la serie si sarebbe sviluppata e in che modo avrebbe coperto le vicende del romanzo. La scoperta della sostanziale aderenza della prima stagione al libro ha ovviamente scatenato le supposizioni su quello che potrebbe essere il futuro della serie, sollevando peraltro in alcuni frangenti un moto di perplessità vista a questo punto l'assenza di materiale su cui basarsi. Un po' come successo con Game of Thrones, Miller e soci si sono trovati alle prese con un mondo da approfondire, da integrare con una loro idea originale, che fosse però coerente con quanto creato da altri. A pochi giorni dall'uscita della seconda stagione non ci resta quindi che attendere, per scoprire se l'operazione ha avuto successo. Intanto, quello che ci può far sperare è il coinvolgimento della stessa Atwood, che ha fatto da consulente in fase di scrittura, dando quindi il suo contributo nell'articolazione di un post-romanzo che probabilmente lei già aveva immaginato trent'anni fa.

Immaginando quello che verrà

Pensando un po' a quelle che sono le vicende in sospeso, così come le zone oscure mai spiegate, materiale per questa seconda stagione ce n'è a sufficienza, lasciando agli sceneggiatori un notevole spazio di manovra. Prendendo come punto di riferimento i trailer e i poster di questi mesi c'è però un punto che sembra sicuro: scorrerà del sangue. Viste le premesse della prima stagione, ci sono tutte le carte in regola per assistere a una rivoluzione scatenata dalle ancelle. Probabilmente il racconto potrebbe diventare più globale, allontanando lo sguardo dalla sola Elisabeth Moss per seguire con più costanza e partecipazione diverse linee narrative. Oltre a scoprire il destino di Difred, infatti, maggiore importanza potrebbero acquisirla Luke e Moira, al sicuro in Canada, così come Emily, il personaggio di Alexis Bledel, che sappiamo essere coinvolta con il movimento di resistenza "Mayday". Gli stessi Waterford, la famiglia dove Difred era assegnata, essendo tra i componenti principali dello Stato potrebbero ricevere un maggior approfondimento, slegato delle vicende con la propria ancella e più incentrato sul loro ruolo politico.

Un mondo da scoprire

Perché una delle cose più oscure della serie è proprio l'assetto politico del mondo di The Handmaid's Tale. A parte l'essere uno stato totalitario basato su un ferreo regime religioso, di Gilead conosciamo ben poco. Così come fosca ci risulta la situazione globale. Sappiamo di essere in un futuro non lontanissimo, dove il tasso di fertilità è drasticamente in calo. Sappiamo che esiste una guerra, che Gilead ha occupato parte degli Stati Uniti, che il resto del mondo guarda al nuovo regime con disappunto, ma allo stesso tempo vede il mercato delle ancelle come una soluzione conveniente alla piaga che affligge il mondo. Una stagione mirata al chiarimento e l'approfondimento del mondo potrebbe voler dire l'allontanamento da un racconto più intimo e "letterario" in favore di una narrazione dal più ampio respiro, più incentrata sugli eventi, l'azione, proiettata verso l'esterno, con l'esplosione di più filoni. Un cambio di rotta rischioso certamente, ma che potrebbe essere necessario, sperando si amalgamino bene i diversi elementi, e con le giuste dosi, per non incorrere in un decadimento prematuro di quello che è stato uno dei migliori show della scorsa stagione.