The Last of Us HBO: la serie TV sarà fedele al videogioco?

Le ultime foto dal set mostrano una marcata somiglianza con gli ambienti del videogioco di Druckmann. Fin dove si spingerà HBO? Approfondiamo la questione

The Last of Us HBO: la serie TV sarà fedele al videogioco?
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Dopo aver appreso le prime informazioni sull'ambiziosissimo adattamento televisivo di The Last of Us a opera di HBO, sono recentemente emerse le prime immagini dal set di The Last of Us HBO. Le ultime foto, ottenute da CTV News e condivise sui social dallo youtuber Wolf of Thorns, mostrano per la prima volta la città di Calgary trasformata nella Boston post-apocalittica che è possibile osservare mentre Tessa e Joel si spostano durante le fasi iniziali del primo videogioco.

Non è possibile notare nulla in particolare riguardo i personaggi, ma tra polvere, detriti e marciume tutti i luoghi lasciano trasparire una maniacale cura per i dettagli - oltre a un'evidente fedeltà agli ambienti del gioco di Neil Druckmann e Naughty Dog. Al di là dei dettagli mostrati e dei particolari che i più attenti riusciranno a carpire, questi primi squarci sulle atmosfere della serie lasciano già presagire grandi cose. Su tutte, ci aspettiamo senza dubbio un impatto visivo di prim'ordine, com'è lecito fare visto l'immenso budget a disposizione della produzione, pari a circa 200 milioni a stagione (qui trovate tutte le novità su The Last of Us HBO).

Mentre le riprese continuano nelle zone di Alberta, Canada, con il paese che accoglie la più grande produzione della sua storia e con le riprese in corso fino al giugno del prossimo anno, ci è sembrato interessante proporre un'analisi dell'approccio stilistico che lo show potrebbe adottare. Con lo show che esplorerà i territori stravolti di Austin, Boston e poi altre parti d'America, cerchiamo di capire quanto sarà importante la fedeltà estetica per HBO e come questo aspetto potrà influenzare la resa d'insieme della serie.

La strada da seguire

Sia Mazin che Druckmann hanno già fatto presente più volte che, per quanto fedele il più possibile all'estetica dei videogiochi, lo show HBO dovrà comunque acquisire la sua indipendenza rispetto al medium videoludico e sarà dunque necessario ampliare alcuni concetti o presentare nuovi elementi al pubblico televisivo.

Ciò che spesso sfugge alla maggior parte dei fan che auspicano adattamenti identici alle opere di riferimento è proprio la differenza profonda e sostanziale fra i due media. La questione, come dimostrano le prime immagini dal set, si allarga però su due fronti da considerare: se da una parte va messo in conto che ciò che funziona in un videogioco possa non funzionare sul grande o sul piccolo schermo (e viceversa), dall'altra è chiaro che un eccessivo stravolgimento degli elementi, narrativi e non, non potrà che portare verso un inevitabile fallimento. Dove sta l'equilibrio, dunque, e com'è possibile trovarlo? Basta guardarsi intorno per accorgersi di una grandissima sequela di esperimenti mal riusciti, dai vari adattamenti di Resident Evil al ben più recente Monster Hunter, a dimostrazione di quanto sia difficile trasporre grandi opere videoludiche nel mondo reale. Ciononostante, The Last of Us possiede un'umanità che pochissimi giochi hanno saputo trasmettere, ed è proprio questo fattore che lo ha reso un cult intramontabile per un'intera generazione.

Da ciò che traspare osservando cartelli sbiaditi ed edifici consunti, la cura di HBO per i particolari alza enormemente l'asticella delle aspettative. Ricreare le atmosfere e le sensazioni del videogioco sarà cruciale per permettere ai telespettatori di assorbire ogni respiro del decadimento che tanti videogiocatori hanno sentito fin dentro le ossa, e questo non può che essere un grande punto di partenza per un progetto che intende stupire.

Se le prime aree che vedremo potrebbero ricalcare fino in fondo le prime sequenze di gioco, non possiamo che essere particolarmente interessati a come si evolveranno gli ambienti nelle stagioni successive. L'adattamento sul piccolo schermo, unito alle risorse di HBO, porterà sicuramente giustizia a questa enorme eredità visiva e culturale che Druckmann e soci ci hanno lasciato, ma proprio per questo è lecito chiedersi quanto di tutto ciò possa essere positivo e quanto sarà possibile spaziare con la libertà creativa.

Liberi dalle catene

Non è affatto raro trovarsi davanti a situazioni in cui l'adattamento "vincoli" a certe decisioni, specialmente in ambito creativo. Questo, per molti, apparirà come necessario e inevitabile, ma lo è fino a un certo punto: gli elementi che potrebbero far gioire i fan di lungo corso sono gli stessi che potrebbero facilmente portare gli spettatori a rimanere delusi.

Un'estetica diversa, sia per i personaggi che per gli ambienti presentati, non sarà mai negativa se supportata da coerenza interna ed efficacia espressiva. Se è vero che media differenti non possono raccontare alla stessa identica maniera, è anche vero che estetiche diverse possono riuscire a supportare il racconto in modi ugualmente efficaci - seppur con linguaggi differenti. Basti pensare al celeberrimo colosso di HBO, Game of Thrones, o anche al più recente fenomeno The Witcher: pur dovendo subire inizialmente differenze sostanziali nell'estetica, lo spettatore riuscirà in buona parte dei casi ad ampliare la propria prospettiva se il prodotto che sta guardando riuscirà a trasmettergli coerenza e qualità. Estremisti esclusi.Sarà così anche stavolta? Il discorso è leggermente diverso, dato che le prospettive di chi si affaccia da un ambiente letterario a quello televisivo sono differenti rispetto a quelle della comunità videoludica.

Questo vale soprattutto per la rispettiva storia: pur aumentando di recente le produzioni a tema, a dispetto della comunità letteraria quella videoludica è più giovane e più ambiziosa, talvolta anche più violenta nel decretare il successo o il fallimento di un prodotto. E spesso, come anche lo stesso The Last of Us ha potuto sperimentare all'annuncio dei suoi protagonisti, molto dell'astio è causato dai pregiudizi sull'estetica.

Cambiare l'etnia di un personaggio, così come alcuni elementi di un ambiente, porta spesso a sollevare enormi polveroni ancor prima di poter giudicare il prodotto finito. Tralasciando le polemiche e le dinamiche sociali, tali prospettive rappresentano il più grande problema per i creatori di oggi, specialmente con progetti tanto cari ai fan. Sarà lecito chiedersi se il gate-keeping sia giusto, nei casi in cui si esca troppo fuori dal seminato, o se bisognerebbe lasciare libere le produzioni di osare - e di subire le conseguenze dei propri errori, se necessario.

Oltre la collina

Di certo, la presenza del creatore di un'opera al timone di un nuovo adattamento è una garanzia in termini di continuità creativa, ma abbiamo già visto quanto possa esser difficile avere a che fare con le esigenze e le aspettative dei fan. La prospettiva, estremamente favorevole almeno per il momento, è che una tale fedeltà al contesto visivo e agli ambienti porterà realmente con successo le atmosfere del videogame sul piccolo schermo, permettendo ai fan tv di approcciarsi all'opera alla stessa maniera.

Quanto potrà esser valida questa spinta? Sappiamo già che ci saranno parecchie similitudini a livello narrativo, così come a livello artistico. Non possiamo che esser curiosi di scoprire fin dove lo show riuscirà a spingersi con l'avanzare della produzione. Se Druckmann e Mazin hanno assicurato che l'adattamento introdurrà anche nuovi elementi in The Last of Us, è lecito chiedersi quanto sarà proficua la scelta di giocare con le similitudini.

Non abbiamo ancora abbastanza elementi per chiederci se lo show riuscirà a tenere testa alla fonte originale, ma possiamo senza subbio pensare che davanti a simili produzioni sarebbe veramente clamoroso un flop degno di nota. Probabilmente l'idea di avvicinarsi molto al livello qualitativo del prodotto principale potrebbe essere azzeccata nel breve periodo, considerando soprattutto l'andamento della vox populi.

Siamo altrettanto certi, tuttavia, che per un successo totale e duraturo servirà un lavoro certosino per trasporre la componente interattiva di un videogioco in una serie tv, cercando di portare enfasi e immedesimazione attraverso altri elementi - molti dei quali potrebbero non essere ancora noti ai fan della saga videoludica.

Ecco perché ci aspettiamo sì una grande fedeltà, ma speriamo anche che vi saranno nuovi volti e nuove idee pronte ad arricchire una base già molto solida di per sé, senza ovviamente eccedere con le deviazioni. Per quanto ci piacerebbe teorizzare e sproloquiare oltre, per ora possiamo soltanto rimandare ulteriori approfondimenti ai prossimi mesi. E voi cosa ne pensate? Quali sono le vostre speranze e le vostre aspettative sul progetto HBO? Fatecelo sapere nei commenti!