The Last of Us: la regia speculare tra serie e videogioco

Craig Mazin ha fatto un enorme lavoro di regia anche nelle piccole cose: i richiami la videogioco che vengono però leggermente cambiati nella serie.

The Last of Us: la regia speculare tra serie e videogioco
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Quanto è difficile avere un macigno alle spalle che ti osserva mentre devi metterlo in scena? Un macigno sul quale stanno appollaiate migliaia e migliaia di persone, pronte a giudicare qualsiasi imperfezione ritenuta tale e voltarti le spalle in un baleno. Adattare il prologo e l'inizio di The Last of Us era un compito complesso perché bisognava trovare l'equilibrio tra la riproduzione pedissequa del videogioco e l'impronta personale data alla serie tv. Il giusto mezzo per riprendere l'opera originale di Neil Druckmann aggiungendoci il cambio di medium grazie a Craig Mazin.

E proprio la prima puntata doveva dare un'impronta registica e stilistica ben definita, che scegliesse l'unica strada percorribile: mantenere lo spirito del gioco dandone uno nuovo per la serie. Come vi dicevamo nella nostra recensione di The Last of Us 1X01 ci sono riusciti alla perfezione, ma Craig Mazin ha dato la propria impronta autoriale confrontandosi direttamente con il videogioco tramite un tocco sottile ma perfetto: specchiandolo. Sono infatti tanti gli elementi visivi che il primo episodio ribalta rispetto al prologo e all'inizio del gioco, dando un senso di sicurezza visuale senza una riproduzione pigra e fin troppo facile.

The Last of Us e lo specchio tra serie e gioco

Quante volte abbiamo visto immagini specchiate qua e là per evitare censure o copyright vari? Sui social è spesso all'ordine del gioco, così come il fatto che i nostri occhi non se ne accorgano sempre.

Craig Mazin sceglie quindi un approccio ribaltato per la sua prima puntata di The Last of Us, come a voler sottolineare la distanza dal videogioco e l'arrivo sul nuovo medium senza però evidenziarla troppo. Un tocco leggero capace di diventare chicca per i fan e cifra stilistica della puntata. Parte infatti con la posizione di Sarah e Joel sul divano, letteralmente opposta rispetto a quella che hanno nel videogioco. Lo spettatore super esperto del gioco potrebbe notarlo, ma non darci troppo peso. Anche perché il primo episodio è pensato giustamente per chi non ha mai preso un joypad in mano, e ve lo raccontavamo nel nostro speciale sulla prima puntata di The Last of Us vista da chi non conosce il videogioco. Però andando avanti la scelta speculare diventa cifra stilistica: durante la fuga in macchina le svolte sono invertite e la casa in fiamme è dal lato opposto della strada. Si inizia a insinuare quindi la conferma che sia una precisa volontà registica, che racconta una distanza minima ed enorme dal videogame: letteralmente opposto, ma mai così vicino. Passati al presente della serie la conferma è definitiva.

L'arrivo di Marlene mette un altro tassello alla scelta di Craig Mazin: la ferita con la quale appare a Joel è dall'altro lato del bacino rispetto al videogioco. E poi esplode definitivamente nella scena con Ellie e Joel, dove tutto è specchiato: il divano su cui dorme l'uomo e la finestra dalla quale guarda la ragazzina. Proprio come noi, che stiamo guardando quello che ci immaginavamo, senza però aspettarcelo.