The Punisher: la stampa internazionale promuove con riserva la serie Marvel

Sbarcherà su Netflix il 17 novembre l'attesissima serie TV con protagonista Jon Bernthal, ma la critica internazionale ha già dato il suo atteso responso.

The Punisher: la stampa internazionale promuove con riserva la serie Marvel
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Passato ormai ottobre, mese importantissimo per Netflix data l'uscita della seconda, ottima stagione di Stranger Things e l'arrivo della sorprendente new entry Mindhunter di David Fincher, la piattaforma streaming di Reed Hasting si prepara adesso ad affrontare questo novembre 2017 con due delle serie più attese dell'anno: Godless di Steven Soderbergh e The Punisher della Marvel. Mentre la prima passerà sotto l'attento occhio della critica americana solo tra qualche giorno, essendo la release fissata per il 22 novembre, The Punisher con Jon Bernthal ha già sostenuto lo scrupoloso esame della stampa internazionale, uscendone vincente ma senza esagerare, o come scrive Collider "promossa con cautela". Per chi non ne fosse al corrente, prima di addentrarci nelle recensioni ricordiamo che la serie è stata annunciata dopo la calorosa accoglienza riservata all'ottimo Frank Castle di Bernthal nella seconda stagione di Daredevil. Lo show approfondirà anche le origini del personaggio, ex-poliziotto poi divenuto giustiziere spietato dopo il brutale omicidio della sua famiglia.

"Cattivi, è arrivato il Punitore!"

Stando quindi ai commenti dei critici, l'attesissima serie Marvel avrebbe in realtà diviso molto: da una parte gli estimatori affezionati con i loro giusti appunti, dall'altra chi proprio non ha sopportato nulla tranne l'interpretazione di Bernthal. Collider rientra nella prima fascia, con Chris Cabin che scrive in proposito: "The Punisher è intrattenimento politicamente avventuroso, disposto a prendere di mira la complessità di una nazione che ha saputo definirsi attraverso le indiscutibili uccisioni fatte in nome della pace". Il giornalista si riferisce ovviamente all'animo guerrafondaio dell'America attualmente trumpiana e alla libera circolazione delle armi, tematica che lo stesso Bernthal ha ammesso che la serie affronterà di petto, tanto da sperare "in un riflessione generale e in un auspicabile cambiamento". Forbes è anche dello stesso parere: "The Punisher è lo show Marvel di cui si sentiva il bisogno, perché dimostra che potrebbero esserci ancora speranze per le produzioni televisive dello studio". Si prendono di petto, dunque, le ultime produzione della Marvel Television, come Iron Fist o Inhumans, prodotti generalmente insufficienti che si trascinano ancora dietro aspre critiche, per concezione, adattamento e mancanza di fondi e idee. Ma il sito va anche oltre: "Giudicando la sola immedesimazione e trasformazione nel personaggio, Bernthal meriterebbe addirittura una nomination agli Emmy Awards. La sua prestazione è persino migliore rispetto a quella in Daredevil". Indiewire scende invece nella retorica criptica, e scrive della serie: "Per uno show che si presentava così controverso dato il periodo di lancio, il suo elemento più controverso è probabilmente la sua mancanze di controversie. Frank Castle agisce a volte da cattivo, ma niente di più rispetto a quanto succede in America oggigiorno. Ha invece qualcosa da dire sui Veterani che tentano di ritrovare il loro posto nel mondo, ma la sua collocazione nell'Universo televisivo Marvel è quanto mai tangente". Il The Wrap anche si pone a difesa della serie praticamente in toto: "Vorrei quasi dichiarare l'esistenza di The Punisher un vero miracolo. Cammina sulle proprie gambe e con una sua precisa identità, e ringrazio il cielo per questo, perché amo guardare serie leggittimamente buone, e The Punisher lo è".

E per finire il giro di buoni, Variety parla di The Punisher come "una serie non solo soddisfacente ma addirittura sorprendente, più interessante senza superpoteri e finalmente con un grande antieroe protagonista".

"Punitore, sono arrivati i giornalisti cattivi!"

Per una sequela di recensioni positive, ovviamente c'è anche chi probabilmente non si accontenta e vuole di più, mood comunque condivisibile per chi è alla continua ricerca della perfezione stilistica. Polygon, ad esempio, non ci è andato leggero, specie con il pilot della serie: "Il primo episodio di The Punisher è sonnolento e ripetitivo; non c'è niente che non sappia di già visto nella seconda stagione di Daredevil, ma nel corso della serie gli episodi 5 e 6 sono forse i più trascinanti, il che indica la caduta dello show dopo il mid-season, tipica dei titoli Marvel-Netflix".

E la giornalista del Daily Dot è concorde: "Nonostante la grande interpretazione di Bernthal, raggiungere la fine dei 13 episodi è stato difficile. Mi sono ritrovata a pensare a come Person of Interest abbia fatto un lavoro migliore con materiale molto simile. Praticamente un crime-procedural della CBS è riuscito a superare la formula long-drama di uno show Marvel".
Una suddivisione abbastanza netta tra le grandi testate internazionali, insomma, che concordano comunque unanimamente sulla grande interpretazione di Bernthal, già adorato dai fan e dalla critica lo scorso anno. E in quanto serie nettamente divisiva è sicuramente meritevole di visione, dato che proprio nella scissione di opinioni vale ancor di più la ricerca della verità nel mezzo.