The Sandman: le 5 scene più clamorose della serie Netflix

Pur nella sua estrema peculiarità, la prima stagione di The Sandman ci ha già regalato alcune sequenze da brividi che meritano di essere menzionate.

The Sandman: le 5 scene più clamorose della serie Netflix
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È strano, ma non è tanto comune trovarsi dinanzi ad un prodotto che rispecchia perfettamente i proclami fatti durante la campagna marketing. Eppure eccoci qui, Neil Gaiman aveva ripetuto a più riprese che i fan storici del suo fumetto non avevano nulla di cui preoccuparsi perché su schermo avrebbero ritrovato The Sandman in tutto e per tutto e così è stato. Anzi, vogliamo osare ancora di più, perché molto probabilmente la nuova serie Netflix (qui potete recuperare la nostra recensione di The Sandman) è la trasposizione di un'opera cartacea più fedele mai realizzata nella storia del medium audiovisivo: passo dopo passo, capitolo dopo capitolo, immagine dopo immagine, quasi battuta dopo battuta, le pagine e le tavole immortali di un capolavoro hanno preso vita, chiaramente con i loro enormi punti di forza e gli immancabili difetti - continuiamo a ribadire che The Sandman non è per tutti.

Un'epopea che già nella sua prima stagione ci ha regalato delle sequenze meravigliose e 5 in particolare meritano, secondo noi, uno spazio di discussione e celebrazione libero da ogni spoiler.

1 - La fuga di Sogno (1x01, "Il sonno dei giusti")

Non potevamo non partire con forse la scena iconica per eccellenza di The Sandman, uno dei risultati più immediati che uscivano su Google cercando l'opera di Gaiman prima dell'uscita della serie. Iconica perché è una delle primissime volte che vediamo Morfeo in azione, che mette in mostra quelle fattezze pallide, quasi cineree e minute che caratterizzano la quasi totalità degli Eterni.

Oltretutto una chiusura - sia del primo capitolo del fumetto che dell'esordio della serie Netflix - sostanzialmente perfetta, poiché unita alla severa punizione che Sogno infligge ai suoi cari carcerieri dà il via alle vicende, consegna proprio la sensazione di un intero universo disposto ad aprirsi nelle pagine successive: riesce paradossalmente a far sognare il lettore o lo spettatore di turno, attraverso un portale fisico che li trasporterà nei meandri di un'odissea sconfinata e sorprendente, capace di mutare per sempre il panorama dei fumetti e, si spera, in futuro anche delle serie tv. Insomma, la fuga del protagonista dalla prigionia della famiglia Burgess non poteva assolutamente mancare questo appuntamento.

2 - La soppressione di Gregory (1x02, "Anfitrioni inadeguati")

Qui invece già ci troviamo su un terreno ben differente, in quanto segna un deciso cambiamento rispetto al materiale originale. Nel fumetto, infatti, dopo essere fuggito e aver punito i responsabili della propria reclusione, Sogno non riesce a giungere al palazzo per mancanza di forze e si risveglia da Caino e Abele, che gli restituiscono parte del suo potere tramite delle lettere di incarico create da lui stesso. Era un semplice momento interlocutorio, che Gaiman e soci hanno avuto la brillante accortezza di reinventare per renderlo un passaggio dal forte impatto emotivo.

Gregory è un gargoyle, una creatura meravigliosa che con la sua dolcezza entra subito nelle grazie dello spettatore, ma che purtroppo deve morire per mano del suo creatore nonostante le proteste all'unisono di Caino e Abele. Sogno conosce il ruolo che gli è stato assegnato, è lucidamente cosciente della sua funzione nell'universo e sa che non può perdere altro tempo: Gregory era superficiale e andava sacrificato, non c'era altra soluzione. Tuttavia, è un gesto che compie a malincuore e che lo porta addirittura alle lacrime, il primo vero indizio del suo cambiamento, in quanto il vecchio Morfeo non si sarebbe neanche scomposto.

3 - Il gioco più antico del mondo con Lucifero (1x04, "Una speranza all'inferno")

Altro giro, altra questa volta leggera differenza con il fumetto, dove Morfeo non sfida il re degli inferi, bensì il demone che aveva ottenuto il suo elmo. Ovviamente è una scelta fatta per aumentare l'importanza e il pathos della scena, anche perché se si ha nel cast Gwendoline Christie - strepitosa nel ruolo ed in generale casting sublime per la visione di Lucifero che ha Gaiman - si cerca comunque di sfoggiarla un po'.

Come si mette in scena una partita di morra cinese molto più elaborata? In questo modo, non solo usando degli effetti speciali allo stato dell'arte per rendere le folli impersonificazioni che si susseguono, ma facendo subire ai protagonisti gli effetti delle loro scelte, tagli o soffocamenti universali che siano. In più, il dialogo in seguito alla vittoria di Sogno, a dir poco iconico: forse i sogni all'Inferno non hanno alcun potere o magari è l'Inferno a non averne senza la possibilità di sognare il Paradiso. Puri brividi e pelle d'oca assicurata.

4 - La distruzione del palazzo di Sogno (1x05, "24 ore")

Ora, siamo dell'idea che l'arco di John Dee nella sua interezza sia stato gestito in maniera clamorosa, soprattutto se si considera le infinite sfide che comportava: i numerosi riferimento all'universo DC che nella serie Netflix non potevano trovar posto, l'estetica di Dee molto fumettosa ed esagerata, le riluttanze dello stesso Gaiman che a posteriori - già quando The Sandman era lontano dalla conclusione - non ha mai digerito alcune scelte di leggerezza compiute in questi primi capitoli.

Difficoltà che però evaporano ad ogni dialogo di John, alla follia che lo assale sempre di più scena dopo scena culminante nella distruzione del palazzo di Sogno, nel tentativo di braccarlo nel suo reame in un estatico momento di onnipotenza. Come spesso accade e - speranzosamente - accadrà in The Sandman, la maggior parte degli scontri sono alla fine dei conti verbali, sono ideologie che si scontrano e questo, nonostante una certa spettacolarità e maestria nella messa in scena, non fa eccezione. Il "stai ferendo i sognatori" pronunciato da Sogno è un colpo al cuore, la proverbiale ciliegina sulla torta di un arco esaltante.

5 - Il confronto con il Corinzio (1x10, "Cuori Strappati")

A proposito di scontri verbali che rappresentano l'antitesi di battaglie inutilmente spettacolari, l'apice non può che essere il dialogo con il Corinzio - interpretato magistralmente da Boyd Holbrook - durante la convention dei serial killer, prima di porre - momentaneamente? Chissà - fine alla sua esistenza e furia omicida che ha scatenato sulla Terra.

È solo un mero scambio verbale: da una parte, la delusione di Sogno per le futili azioni del Corinzio, che non ha fatto altro che dare all'umanità solo qualcosa in più da temere, cibandosi di essa senza servirla; dall'altra, le remore di un incubo contro l'ipocrisia e il disinteresse totale del suo creatore nei confronti dell'umanità e che altro non cercava se non provare, anche solo per qualche secondo, cosa significasse essere un normale essere umano. Drammaticità allo stato dell'arte, con giusto qualche ultimo disperato tentativo del Corinzio di porre fine all'esistenza di Sogno a scandire il ritmo e ad allungare la situazione. Un manifesto di The Sandman e del suo stile divisivo.