Oltre The Walking Dead: le migliori serie zombie da non perdere

TWD si avvicina alla fine e forse è giunto il momento di guardarsi un po' attorno, alla ricerca di valide alternative.

Oltre The Walking Dead: le migliori serie zombie da non perdere
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Sta per riprendere il secondo blocco di puntate di The Walking Dead 11. Una cosa è certa, lo show creato da Frank Darabont finirà nel 2022. Certo, il franchise nato dal fumetto di Robert Kirkman continuerà a vivere in quello che ha tutta l'aria di prefigurarsi come un vero e proprio Deadverse, ma per i fan del genere zombie è forse il momento ideale per scoprire altre storie e immergersi in altri universi narrativi, così da stemperare l'attesa e accompagnare l'inevitabile sconforto che seguirà la conclusione di un pezzo di storia della televisione.

Perché la buona notizia è che là fuori ci sono ancora prodotti accattivanti per tutti i palati. Dopotutto questo genere non è certo nato con la serie creata da Frank Darabont, che ha avuto comunque il merito di spostare sempre più il focus principale dai non morti ai viventi, ma prende vita in campo cinematografico dal genio di George R. Romero e dal suo capolavoro del 1968, La Notte dei Morti Viventi. Quella ereditata dai fumetti Kirkman è solamente una delle declinazioni possibili di un genere che da sempre appassiona, intrattiene e fa riflettere su alcune tematiche di disarmante attualità. Ecco, quindi, le migliori alternative a The Walking Dead, in una lista che non pretende di essere esaustiva, ma piuttosto una bussola affidabile nella sterminata offerta a disposizione degli abbonati ai vari servizi streaming, spaziando tra il drama e la commedia.

Fear The Walking Dead

Non possiamo non partire dallo spin-off diretto della più longeva serie zombie del panorama televisivo. Le vicende di Fear The Walking Dead prendono il la dallo scoppio dell'epidemia che condurrà in breve tempo il mondo alla rovina. La caduta della civiltà verrà quindi vissuta in prima persona dalla famiglia allargata composta da Madison (Kim Dickens), madre del tossicodipendente Nick (Frank Dillane) e di Alicia (Alycia Debnam-Carey), e dal compagno Travis (Cliff Curtis), padre di Chris (Lorenzo James Henrie) e ancora legato alla sua ex moglie Liza (Elizabeth Rodriguez).

Come avrete ben capito, l'equilibrio famigliare non è all'ordine del giorno e l'apocalisse zombie metterà i protagonisti ancor più sotto pressione nel tentativo di sopravvivere e di affrontare le dinamiche interne. Come in The Walking Dead le minacce verranno sia dai vivi che dai non morti e i nostri dovranno guardarsi le spalle da entrambi. Uno spin-off che, tra alti e bassi, ha conquistato una fetta importante di fan della serie principale, grazie anche alla presenza nel corso degli anni di personaggi comuni al franchise, come nel caso di Morgan (Lennie James). Anche questo show sembra destinato ad un successo duraturo, dato che Fear The Walking Dead è stata rinnovata per la stagione 8.

Black Summer

Una delle serie preferite da Zerocalcare è anche tra quelle che ci sentiamo di consigliarvi per saziare la vostra fame di non morti. Black Summer non è The Walking Dead e non vuole nemmeno esserlo. Semplicemente, il viaggio di Rose (Jaime King) alla ricerca della figlia Anna in un mondo che poche settimane prima è sprofondato nell'apocalisse zombie è uno dei contributi seriali al genere che vale davvero la pena seguire.

Tra zombie centometristi e ferali, le insidie tra simili in un'umanità allo sbando e la sensazione che da un momento all'altro tutto potrebbe andare storto, l'aspetto survival di Black Summer funziona e applica la filosofia secondo cui nessuno è davvero al sicuro, che tanto ci ha fatto amare/odiare Game of Thrones. Quindi, vale proprio la pena non affezionarsi troppo ai personaggi, come vi consigliavamo già nel nostro speciale su Black Summer. Insomma, un realismo e una crudezza - anche morale - che potrebbe fare la felicità di molti, valorizzate da una regia che non ha paura ad indulgere nel piano sequenza per mantenere alta la tensione e la guardia.

Kingdom

Torniamo a parlare di zombie non convenzionali e lo facciamo con Kingdom, produzione coreana Netflix che ha saputo sin da subito unire pubblico e critica. La peculiarità di questo show risiede tutta nell'unire l'elemento orrorifico rappresentato dai non morti (anche in questo caso tanto ferali quanto letali) all'ambientazione medievale in costume con un tagliente realismo sociale che vive delle dinamiche di potere espresse attraverso i diversi intrighi che ammantano di mistero la scoperta e l'utilizzo della pianta della resurrezione.

Sì, perché in Kingdom sappiamo esattamente da dove arrivi l'epidemia di non morti che minaccia il Regno. Spetterà proprio al Principe Ereditario, coinvolto in una serie di giochi di palazzo, riconquistare il posto che gli spetta e porre fine all'incubo. Se non avete mai avuto modo di approfondire quella che a nostro parere è una delle migliori serie horror degli ultimi anni per scrittura e messinscena, non vi resta che recuperare la nostra recensione di Kingdom 2 e la recensione di Kingdom Ashin of the North, lo speciale che si pone come ottimo punto di ingresso per i neofiti e che racconta molti retroscena dello show principale.

iZombie

È un caso particolare quello di iZombie, che potete recuperare su Netflix. Ci troviamo infatti di fronte ad un concept atipico, nel quale gli zombie vivono tra gli umani conservando la propria umanità, pur dovendosi nutrire. È il caso di Olivia "Liv" Moore (Rose McIver) che, dopo essere stata graffiata ad una festa, è diventata una non morta che non vuole perdere la propria essenza e per questo lascia il suo ragazzo e si fa assumere in un obitorio dove può nutrirsi dei cervelli dei defunti, con la conseguenza, però, che tutte le abilità e i ricordi del morto confluiscono in lei fino al pasto successivo. Liv si spaccia così per sensitiva e affianca il Detective Clive Babineaux (Malcolm Goodwin) nelle sue indagini, cibandosi delle vittime.

Come potrete intuire da questa breve introduzione al mondo di iZombie, ci troviamo al cospetto di una crime comedy di tutto rispetto che rappresenta una buona alternativa agli zombie drama più seriosi che puntano tutto sull'aspetto survival post apocalittico, con un formato molto più verticale che si declina in una serie di casi puntata che dovranno essere risolti grazie agli indizi scovati da Liv. Il tutto senza rinunciare ad una linea orizzontale che arriverà anche ad approfondire l'esistenza dei non morti all'interno della società.

Santa Clarita Diet

Restiamo in zona Netflix con un altro prodotto fuori dagli schemi "dalla parte degli zombie". Sì, perché in Santa Clarita Diet assistiamo allo sconvolgimento della vita di Sheila e Joel Hammond, due agenti immobiliari, quando la donna, interpretata da una Drew Barrymore in ottima forma, diventa misteriosamente non morta e necessita di carne fresca per soddisfare il proprio appetito in un contesto borghese come può essere la patinata middle class americana, qui oggetto di satira da parte del creatore Victor Fresco.

In breve, Joel (Timothy Olyphant) affiancherà la moglie negli omicidi commessi per sfamare Sheila, alle prese con i cambiamenti imposti dalla sua nuova condizione. Una serie spassosa che nella sua grottesca originalità riesce anche a lanciarsi in un'esaltazione della famiglia e del suo valore nei momenti di maggiore difficoltà. Per ogni approfondimento vi rimandiamo alla nostra recensione di Santa Clarita Diet.

In The Flesh

Ancora una volta dall'altra parte della barricata, però in modo più drammatico. In The Flesh è uno show BBC creato da Dominic Mitchell che si basa tutto sul concetto di accettazione del diverso. Protagonista delle due brevissime stagioni del serial è Kieran Walker (Luke Newberry), un ragazzo affetto da PSD (Sindrome da Morte Parziale). Nel mondo di In The Flash, infatti, decine di migliaia di persone si sono risvegliate dalla morte senza apparente motivo come dei veri e propri zombie assetati di sangue.

Dopo la gestione disastrosa dell'emergenza da parte del governo e la guerriglia scoppiata nelle periferie, alla fine è stata trovata una cura che ha di fatto bloccato gli istinti dei non morti che ben conosciamo, permettendo così di procedere ad un loro graduale recupero e ad una reintegrazione nella società. L'adolescente Kieran, che era morto suicida solo per ritrovarsi nuovamente in vita, non solo dovrà affrontare l'odio per la sua attuale condizione e il rimorso per le azioni commesse durante la "malattia", ma anche i fantasmi del passato.

Dead Set

Chiudiamo con una piccola scheggia impazzita all'interno di questo panorama zombie che stiamo delineando. Dead Set è un riuscitissimo esperimento della BBC, una miniserie del 2008 in cinque episodi da gustare tutti d'un fiato per entrare nell'ottica del creatore Charlie Brooker, che di lì a poco avrebbe concepito Black Mirror. Un'epidemia di non morti sta invadendo il Regno Unito e tra i pochi superstiti ci sono i concorrenti della casa del Grande Fratello.

Un concept tanto semplice quanto efficace, che rinnova la critica sociale incarnata dagli zombie spostando il focus dal consumismo materiale a quello televisivo con una satira mirata non solo ed esclusivamente alla pochezza contenutistica di questi progetti, ma alla stessa cultura dell'apparire, soprattutto nel momento in cui i ragazzi della casa dovranno per forza di cose rapportarsi con l'assistente di produzione Kelly e il regista Patrick, oggetto anch'esso di critica perché paradigma di coloro che ritengono la TV in sé la versione moderna di panem et circenses, pur essendone parte attiva. Un piccolo gioiello seriale che nonostante tutto non rinuncia alla sua sana dose di gore.