Mentre restiamo in attesa delle uscite Disney+ di gennaio, non possiamo fare a meno di constatare che l'annuncio, reso ufficiale all'Investor Day della Disney, di una serie interamente dedicata a Willow ha scatenato reazioni contrastanti. È indubbio che sia piacevole e galvanizzante vedere un colosso come Lucasfilm essere cosciente, pur in un periodo piuttosto travagliato quale quello attuale, della propria storia. Un'eredità che va avanti da praticamente 50 anni e comprendente non solo Star Wars, questo è un dettaglio che va sempre ricordato.
Però la tempistica è risultata un po' bizzarra: era un progetto in cantiere da tempo a quanto pare, ma perché annunciarlo con tanto di logo e periodo d'uscita - nel 2022 su Disney+ - in una giornata in cui l'attenzione sarebbe stata attratta dai prodotti Marvel e Star Wars? Come può Willow risaltare in confronto ad alcuni dei più grandi franchise di intrattenimento presenti sul mercato? Una svista comunicativa ingombrante, specialmente a livello di immagine, poiché una casa come Disney dovrebbe saper valorizzare ogni sua proprietà intellettuale evitando discutibili e nocive sovrapposizioni. Oppure l'accostamento soprattutto con Star Wars è tutt'altro che casuale...
Alla scoperta dei Daikini e dei Nelwyn
Ma andiamo con ordine: Willow è un film fantasy datato 1988, diretto da Ron Howard su un soggetto di George Lucas. Protagonista della vicenda è, prevedibilmente, Willow (interpretato da Warwick Davis), un contadino ed aspirante stregone appartenente alla razza dei Nelwyn - ovvero dei nani - che casualmente ritrova una bambina nel suo villaggio. Non una bambina qualunque, bensì colei che secondo una profezia porterà alla rovina la malvagia strega nonché regina Bavmorda. Inizia così un'avventura tra mille peripezie, tradimenti, sorprese e fraintendimenti, nel più classico stile fantasy-adventure con giusto un apprezzabile tocco dark nello stile e in alcuni momenti decisivi.
Un film che, a dir la verità, non ha lasciato un segno così importante e distintivo nell'industria e che per molti versi, rispetto ai classici della Lucasfilm, pecca proprio nel puro intrattenimento. Ciò che ha reso immortali Star Wars o I Predatori dell'Arca Perduta, quel mix riuscito di avventura, mistero, umorismo e carisma, quella magia, qui non è riuscita in pieno: Willow è un'opera abbastanza goffa, a tratti troppo confusionaria e dal ritmo discontinuo ed instabile, sebbene permanga una leggera piacevolezza nel suo insieme.
Insomma, in un mondo che forse sta concedendo troppo all'esasperante dicotomia fallimento-capolavoro, Willow è il tipico film che si posiziona al centro: personaggi godibili e simpatici, un intreccio - troppo - semplice, capace almeno di catturare subito l'attenzione e il coinvolgimento dello spettatore, un mondo fantasy curioso nella sua classicità e ben realizzato. Ecco, se Willow non brilla particolarmente in nessun aspetto, il fiore all'occhiello è rappresentato indubbiamente dal comparto tecnico, con effetti speciali e sonori all'avanguardia per l'epoca, tanto da meritarsi due candidature agli Oscar.
La resa visiva e l'interpretazione brillante di Davis sono gli unici aspetti totalmente positivi di un lungometraggio che per il resto non riesce a spiccare, rimanendo confinato in una genericità di fondo e venendo presto dimenticato dal pubblico, esclusa una schiera di fan duri a morire. Un film nella norma, che avrà però l'imperdibile occasione di dar vita a qualcosa di più importante grazie alla serie Disney+, di cui ad ora non si sa nulla a parte il ritorno di Davis nei panni dell'omonimo protagonista. Rimane ignoto persino il ruolo che in essa avranno le vicende narrate nella trilogia di romanzi ambientati 15 anni dopo le vicende del film.
Somiglianze sospette
E per un profano è giunta l'ora della fatidica domanda: perché Willow è accostato, nei forum e nella maggior parte delle discussioni, a Star Wars? Superficialmente potremmo rispondere che il paragone è nato per un dato banale, ovvero che a creare entrambi è stato George Lucas. Sarebbe tuttavia troppo facile rispondere cosi e si tratta di una motivazione esigua ed inadatta a giustificare trent'anni di ipotesi assurde, azzardate e forse proprio per questo affascinanti.
È noto che l'ispirazione iniziale per Willow venne a Lucas nello stesso periodo in cui era immerso in varie ricerche per Star Wars e questo basterebbe a spiegare le somiglianze più evidenti: Willow è il giovane protagonista ambizioso, sognatore e con un immenso potenziale; Madmartigan il furfante egoista e apparentemente senza cuore che alla fine diventa buono; Elora è la bambina al centro di una profezia e la predestinata a sconfiggere un male superiore.
Il sostrato narrativo delle due opere è quasi perfettamente sovrapponibile; cambiano le tempistiche, alcuni plot point nel loro svolgimento, si riduce la scala dell'avventura, ma il cuore pulsante è lo stesso. Eppure le analogie scorrono ancora più in profondità, incentrate insistentemente sulla funzione che la magia svolge in Willow. In breve, l'uso e le descrizioni della magia nel film di Ron Howard ricalcano molto da vicino quelle della Forza e non solo; l'elemento magico è usato ed obbedisce alle stesse regole dell'elemento vitale di Star Wars. O almeno, nella versione distorta e peculiare che nell'universo di Lucas è prerogativa delle Sorelle della Notte.
Gli archi riguardanti Dathomir in The Clone Wars sono la prova più tangibile che una certa forma di magia esiste nella galassia lontana lontana e rappresentano il momento in cui i due universi si toccano fino a fondersi. Speculazioni da fan e nient'altro, questo è vero, mai condivise né supportate ufficialmente e oltretutto prese più volte in giro con i numerosi camei di Davis nei film di Star Wars. Willow è e speranzosamente sarà un universo a sé stante; non è parte di qualcos'altro e la mancanza di una famigerata scritta al di sopra del logo della serie annunciata da poco ne è l'ulteriore dimostrazione. Ma d'altronde cosa costa sognare un po' e immaginarsi qualche sorprendente colpo di scena...
Willow di Disney+: storia, retroscena, futuro e analogie con Star Wars
L'annuncio della serie dedicata a Willow ha sorpreso chiunque, ma rappresenta un'imperdibile occasione di rinascita e ampliamento per il brand.
Mentre restiamo in attesa delle uscite Disney+ di gennaio, non possiamo fare a meno di constatare che l'annuncio, reso ufficiale all'Investor Day della Disney, di una serie interamente dedicata a Willow ha scatenato reazioni contrastanti. È indubbio che sia piacevole e galvanizzante vedere un colosso come Lucasfilm essere cosciente, pur in un periodo piuttosto travagliato quale quello attuale, della propria storia. Un'eredità che va avanti da praticamente 50 anni e comprendente non solo Star Wars, questo è un dettaglio che va sempre ricordato.
Però la tempistica è risultata un po' bizzarra: era un progetto in cantiere da tempo a quanto pare, ma perché annunciarlo con tanto di logo e periodo d'uscita - nel 2022 su Disney+ - in una giornata in cui l'attenzione sarebbe stata attratta dai prodotti Marvel e Star Wars? Come può Willow risaltare in confronto ad alcuni dei più grandi franchise di intrattenimento presenti sul mercato? Una svista comunicativa ingombrante, specialmente a livello di immagine, poiché una casa come Disney dovrebbe saper valorizzare ogni sua proprietà intellettuale evitando discutibili e nocive sovrapposizioni. Oppure l'accostamento soprattutto con Star Wars è tutt'altro che casuale...
Alla scoperta dei Daikini e dei Nelwyn
Ma andiamo con ordine: Willow è un film fantasy datato 1988, diretto da Ron Howard su un soggetto di George Lucas. Protagonista della vicenda è, prevedibilmente, Willow (interpretato da Warwick Davis), un contadino ed aspirante stregone appartenente alla razza dei Nelwyn - ovvero dei nani - che casualmente ritrova una bambina nel suo villaggio. Non una bambina qualunque, bensì colei che secondo una profezia porterà alla rovina la malvagia strega nonché regina Bavmorda. Inizia così un'avventura tra mille peripezie, tradimenti, sorprese e fraintendimenti, nel più classico stile fantasy-adventure con giusto un apprezzabile tocco dark nello stile e in alcuni momenti decisivi.
Un film che, a dir la verità, non ha lasciato un segno così importante e distintivo nell'industria e che per molti versi, rispetto ai classici della Lucasfilm, pecca proprio nel puro intrattenimento. Ciò che ha reso immortali Star Wars o I Predatori dell'Arca Perduta, quel mix riuscito di avventura, mistero, umorismo e carisma, quella magia, qui non è riuscita in pieno: Willow è un'opera abbastanza goffa, a tratti troppo confusionaria e dal ritmo discontinuo ed instabile, sebbene permanga una leggera piacevolezza nel suo insieme.
Insomma, in un mondo che forse sta concedendo troppo all'esasperante dicotomia fallimento-capolavoro, Willow è il tipico film che si posiziona al centro: personaggi godibili e simpatici, un intreccio - troppo - semplice, capace almeno di catturare subito l'attenzione e il coinvolgimento dello spettatore, un mondo fantasy curioso nella sua classicità e ben realizzato. Ecco, se Willow non brilla particolarmente in nessun aspetto, il fiore all'occhiello è rappresentato indubbiamente dal comparto tecnico, con effetti speciali e sonori all'avanguardia per l'epoca, tanto da meritarsi due candidature agli Oscar.
La resa visiva e l'interpretazione brillante di Davis sono gli unici aspetti totalmente positivi di un lungometraggio che per il resto non riesce a spiccare, rimanendo confinato in una genericità di fondo e venendo presto dimenticato dal pubblico, esclusa una schiera di fan duri a morire. Un film nella norma, che avrà però l'imperdibile occasione di dar vita a qualcosa di più importante grazie alla serie Disney+, di cui ad ora non si sa nulla a parte il ritorno di Davis nei panni dell'omonimo protagonista. Rimane ignoto persino il ruolo che in essa avranno le vicende narrate nella trilogia di romanzi ambientati 15 anni dopo le vicende del film.
Somiglianze sospette
E per un profano è giunta l'ora della fatidica domanda: perché Willow è accostato, nei forum e nella maggior parte delle discussioni, a Star Wars? Superficialmente potremmo rispondere che il paragone è nato per un dato banale, ovvero che a creare entrambi è stato George Lucas. Sarebbe tuttavia troppo facile rispondere cosi e si tratta di una motivazione esigua ed inadatta a giustificare trent'anni di ipotesi assurde, azzardate e forse proprio per questo affascinanti.
È noto che l'ispirazione iniziale per Willow venne a Lucas nello stesso periodo in cui era immerso in varie ricerche per Star Wars e questo basterebbe a spiegare le somiglianze più evidenti: Willow è il giovane protagonista ambizioso, sognatore e con un immenso potenziale; Madmartigan il furfante egoista e apparentemente senza cuore che alla fine diventa buono; Elora è la bambina al centro di una profezia e la predestinata a sconfiggere un male superiore.
Il sostrato narrativo delle due opere è quasi perfettamente sovrapponibile; cambiano le tempistiche, alcuni plot point nel loro svolgimento, si riduce la scala dell'avventura, ma il cuore pulsante è lo stesso. Eppure le analogie scorrono ancora più in profondità, incentrate insistentemente sulla funzione che la magia svolge in Willow. In breve, l'uso e le descrizioni della magia nel film di Ron Howard ricalcano molto da vicino quelle della Forza e non solo; l'elemento magico è usato ed obbedisce alle stesse regole dell'elemento vitale di Star Wars. O almeno, nella versione distorta e peculiare che nell'universo di Lucas è prerogativa delle Sorelle della Notte.
Gli archi riguardanti Dathomir in The Clone Wars sono la prova più tangibile che una certa forma di magia esiste nella galassia lontana lontana e rappresentano il momento in cui i due universi si toccano fino a fondersi. Speculazioni da fan e nient'altro, questo è vero, mai condivise né supportate ufficialmente e oltretutto prese più volte in giro con i numerosi camei di Davis nei film di Star Wars. Willow è e speranzosamente sarà un universo a sé stante; non è parte di qualcos'altro e la mancanza di una famigerata scritta al di sopra del logo della serie annunciata da poco ne è l'ulteriore dimostrazione. Ma d'altronde cosa costa sognare un po' e immaginarsi qualche sorprendente colpo di scena...
Altri contenuti per Willow