"Ehi, questa è la maxi storia di come la mia vita è cambiata, capovolta, sottosopra sia finita..." Con questo rap ai limiti della metrica gli adolescenti degli anni '90 salutavano il pomeriggio di Italia 1. Si tratta ovviamente della sigla di Willy, il Principe di Bel Air, una delle sitcom più amate del periodo, nonché trampolino di lancio per la carriera hollywoodiana di Will Smith. Recentemente i fan hanno potuto seguire la reunion virtuale del cast completo di Willy, il Principe di Bel Air, grazie al progetto di Smith "Will from Home", creato dall'attore per intrattenere i fan in quarantena.
Di recente anche le nuove generazioni possono apprezzare questa sitcom cult; infatti da qualche mese Netflix ha inserito Willy, il Principe di Bel Air nel suo catalogo. Se siete interessati alla storia e al successo di questa sitcom, non vi resta che seguirci nel nostro speciale.
Dal rap alla televisione
Era il 1989, un appena ventunenne Willard Carrol Smith Jr. era salito alla ribalta del rap americano con il nome di The Fresh Prince assieme a Jeff Townes (DJ Jazzy), ma il successo musicale non gli bastava. In un incontro con Benny Medina nacque così l'idea per una sit-com che raccontasse la vita di Willy, come lo chiamavano comunemente a Bel Air.

Di lì a poco iniziò una nuova carriera per il Fresh Prince, che fu il suo trampolino di lancio per il mondo del cinema. Il 10 settembre 1990 sulla NBC andò in onda il primo episodio di Willy, il Principe di Bel Air, in una corsa conclusasi il 20 marzo 1996, con la fine della sesta ed ultima stagione.
Da Philadelphia a Bel Air

La trama della sitcom era piuttosto semplice e bastava ascoltare la sigla iniziale per averne un'idea. Willy, un ragazzo proveniente da Philadelphia, è abituato a vivere in un ambiente fatto di violenza e pericolo e sua madre è preoccupata per il suo futuro. Decide così di mandarlo a Bel Air da una delle sue sorelle, Vivian, sposata con un ricco avvocato, per crescere Willy in un ambiente più consono e normale. Per il ragazzo questa è una rivoluzione. Gli zii vivono in una stupenda villa a Bel Air e sono molto facoltosi.
La vita di Willy cambierà completamente e questo lo porterà a diversi scontri con gli zii ed i cugini per il suo diverso modo di rapportarsi col prossimo ed con l'ambiente che lo circonda. Per gli zii, infatti, Willy arriva come un ciclone a destabilizzare gli equilibri di famiglia, con la sua irruenza giovanile, la sua voglia di divertirsi e la sua assoluta insofferenza alle regole.
La Famiglia Banks
Se la verve e la simpatia di Will Smith hanno dato un rilevante contributo al successo della sitcom, il risultato non sarebbe stato così positivo se non vi fosse stato l'apporto del resto del cast, che ha dato vita a personaggi ancora oggi memorabili. Primo fra tutti Alfonso Ribeiro, interprete di Carlton, cugino di Willy.
Willy e Carlton formano un ottimo duo comico in cui Willy è il perfetto carnefice del cugino, che è il ritratto del ragazzo di buona famiglia, educato e rispettoso delle regole, che crede di essere figo, ma vive sempre all'ombra di Willy, più aitante e smaliziato. I loro scambi di battute e le loro dinamiche riecheggiano addirittura delle storiche coppie di comici fino a risalire all'archetipo unico rappresentato dai duo di clown dai ruoli ben delineati e definiti nelle meccaniche comiche.

Non va trascurato comunque anche il resto della famiglia, dallo zio Phil (il compianto James Avery) alle cugine Hilary (Karyn Parsons) ed Ashley (Tatyana Ali) - la più piccola nonché la più entusiasta dell'arrivo di Willy -, fino ad arrivare alla zia Vivian, interpretata da ben due attrici nel corso della sitcom (Janet Hubert-Whitten nelle prime tre stagioni e Daphne Maxwell Rei nelle restanti), che rappresenta il lato più comprensivo nei confronti del nipote.
Infine,una menzione speciale va al maggiordomo di casa Banks, Geoffrey (Joseph Marcell), con le sue battute sagaci e velenose contro i titolari troppo esigenti, e all'amico di Willy, Jazz, interpretato da Dj Jazzy, partner musicale di Will Smith.
Differenze
Willy, il Principe di Bel Air, creato da Benny Medina e Jeff Pollack, differiva dalle altre sit-com perché metteva da parte il buonismo che aveva reso melenso il genere, per accostarvi un cinico gusto per la battuta politicamente scorretta. In sostanza tutta la storia, così come gli espedienti comici, si sviluppava sulle differenze e sugli opposti. Da una parte Willy, con il suo modo di vivere di Bel Air, basato sulla sopravvivenza, sull'individualismo e sul desiderio di vivere alla giornata, all'insegna del divertimento e della spensieratezza.

Dall'altra, la famiglia dei suoi zii, i Banks, immersi in un ambiente ricco e raffinato, ma tendente allo snob, che mal vedono le modalità genuine e popolari con cui Willy si rapporta alla gente del posto. Willy, quindi, ha un rapporto simpaticamente conflittuale con lo zio, il quale vede il nipote come un elemento di disturbo della vita perfetta che si era riuscito a creare, affrancandosi dal ghetto mediante lo studio, che lo ha portato a diventare prima avvocato di successo e poi giudice. I siparietti tra i due rappresentano un ulteriore punto di riferimento per la serie.
Risate e clich

Per quanto Willy, il Principe di Bel Air sia ricordata come una sitcom di successo e originale nel panorama di genere, risente di un modo di far televisione che, ai tempi del binge watching, può risultare datato. La serie si compone di ben centoquarantotto episodi, divisi in sei stagioni, tutti autoconclusivi e con la medesima struttura; Willy combina qualche guaio - con o senza l'ausilio del cugino Carlton - viene redarguito dalla famiglia e tutto si ricompone, con tanto di lezione morale per Willy e per il pubblico, nello spirito classico delle sitcom americane. Inoltre, i personaggi risultano uguali a loro stessi, con uno sviluppo pressoché nullo nel corso degli episodi.
Gli autori si sono infatti preoccupati di renderli strumentali alla creazione di situazioni comiche. È pur vero che un minimo di maturazione, durante le sei stagioni, la offrono, prima fra tutti la cugina più piccola, Ashley. Il suo percorso di crescita psicofisica coincide con un desiderio di maggior considerazione per le sue opinioni in famiglia e persino la vacua e giuliva Hilary presenta sprazzi di lucidità, ma in generale i personaggi sono inseriti nella serie con dei ruoli ben precisi e cristallizzati, che stridono con la richiesta di approfondimento che oggi è gradita anche in una comedy.
Willy in Italia
Nella nostra penisola, Willy, il Principe di Bel Air è arrivato solo nel 1993, trasmessa su Italia 1 durante il pomeriggio, assieme ad altre sitcom dell'epoca e subendo un adattamento dei dialoghi in base agli eventi storici di quel periodo.

All'epoca non c'erano la tv satellitare o lo streaming; erano tempi in cui le serie arrivavano con molto ritardo rispetto alla messa in onda originale, ma questo non diede contraccolpi al successo della sitcom, che è ricordata ancora oggi come una delle migliori mai arrivate in Italia, con la sua dirompenza giovanile che lo rese celebre tra gli adolescenti dell'epoca.
Per l'edizione italiana fu adattata la sigla "Yo Home to Bel Air", scritta ed eseguita da Will Smith, che su Netflix possiamo ascoltare in originale, con le musiche di Quincy Jones. Come doppiatore di Willy fu scelto Edoardo Nevola, il quale riscrisse, con Rossella Izzo, ed interpretò la celeberrima sigla. Per il suo ruolo iconico Nevola vinse anche il premio "Leggio d'oro voce telefilm cult" nel 2014.
Curiosità
Sono tante le guest star in Willy, da Naomi Campbell all'attuale Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, fino ad arrivare a Gary Coleman, l'Arnold dell'omonima sitcom. Su questo fronte Willy, il Principe di Bel Air si dimostrò ancora più innovativa, prendendo in giro direttamente le produzioni passate o concorrenti. Nelle apparizioni di Malcolm Jamal Warner - Theo de "I Robinson" - la sitcom con Bill Cosby viene ricordata con un sorriso. In altre occasioni appaiono celebri personaggi da altre produzioni proprio come Arnold ed il suo papà adottivo, il sig. Drummond.

Per non parlare di Sherman Hemsely che, non contento di aver avuto una piccola parte per qualche episodio, appare anche negli storici panni di George Jefferson in uno degli episodi della serie, naturalmente accompagnato dalla rassegnata moglie, Louise "Weezy" (Isabel Sanford). La serie è anche punteggiata da momenti metatelevisivi, con rottura della quarta parete da parte del protagonista, che interagisce così direttamente col pubblico, ed irruzioni del mondo esterno nel mondo diegetico.