Amy Adams e Richard Madden, quanto è difficile uscire dal personaggio

Amy Adams e Richard Madden, quanto è difficile uscire dal personaggio
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Dopo aver interpretato negli ultimi anni personaggi puri e virtuosi, Amy Adams e Richard Madden si sono trovati alle prese con ruoli caratterizzati dall’ambiguità morale, rispettivamente in Sharp Objects e Bodyguard.

Nella rubrica di Variety Actors on Actors, i due si sono confrontati in una sorta di intervista-dialogo, parlando delle loro carriere e delle loro esperienze. Richard Madden, per esempio, ha confessato di avere difficoltà a uscire dal personaggio, pur non essendo un seguace del Metodo. “Non riesco a staccare tra una ripresa e l’altra o durante la notte, perché spesso ho solo otto ore prima di ritrovarmi di nuovo sul set al trucco”. Sarà forse per questo che alla fine delle riprese di Bodyguard Madden si sentiva distrutto. Anche per Amy Adams all’inizio era così, ma ha dovuto cambiare per forza dopo la nascita della primogenita. Il suo segreto? “Prendi la decisione e poi ci vuole pratica. Ho capito che dovevo imparare a farlo, o non avrei potuto più lavorare.”

L’attrice è contraria anche all’idea di sfruttare sul set le sue esperienze di vita. “Lavoro duramente per non portare con me il mio vissuto. Non voglio accedervi per lavoro. Cerco di creare uno spazio per i miei personaggi in cui utilizzare la mia relazione col dolore, la paura o la rabbia, ma senza usare le mie esperienze personali.”

Il discorsso è poi scivolato sull’esperienza di Richard Madden in Game of Thrones. Amy Adams ha confessato di aver seguito la serie facendo binge-watching. “Non ci sono stagioni per me, è tutto un unico, lunghissimo episodio epico. Non ricordo nemmeno quando hai lasciato la serie.”

“Sono morto alla fine della terza stagione. Dal pilota alla mia morte sono passati cinque anni, circa trenta ore di televisione” ha risposto Madden.

Intano, Sharp Objects potrebbe avere una seconda stagione, secondo la sua autrice.