Gli Anelli del Potere è davvero un prequel de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson?

Gli Anelli del Potere è davvero un prequel de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson?
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Da quando un articolo bomba di Vanity Fair ha dato definitiva conferma che Amazon non avrebbe i diritti su nessuna delle opere della Seconda Era, ci si chiede quanto Gli Anelli del Potere potrà essere davvero un prequel rispetto a Il Signore degli Anelli, compreso l'adattamento di Peter Jackson. In entrambi i casi: poco.

Ha creato non poco scompiglio la conferma definitiva che Amazon non sarebbe in possesso dei diritti per Gli Anelli del Potere: o meglio, che non avrebbe opzionato – perché impossibilitata – i diritti di adattamento su tutte quelle opere necessarie a trasporre al meglio la Seconda Era, su cui la serie dovrebbe essere incentrata. Certo, nessuno degli autori o della produzione si era mai riferito alla serie come a un adattamento diretto de Il Silmarillion o di altre opere specifiche su quel preciso eppur vastissimo periodo della Terra di Mezzo. Eppure è sempre stato detto e ridetto, invece, che la serie avrebbe appunto ripercorso la Seconda Era; e la Seconda Era è affrescata primariamente nel Silmarillion (e in un paio di altre opere); senza quelle, cosa resta? Abbiamo cercato di rispondere a queste domande con un lungo approfondimento su Gli Anelli del Potere.

Ora, questa spinosa questione si rivela fondamentale per rispondere a un’altra domanda correlata: possiamo davvero parlare di prequel de Il Signore degli Anelli, sia che ci si riferisca alle opere di J.R.R. Tolkien che agli adattamenti di Peter Jackson? La risposta, lo diciamo fin da subito, è no. O almeno non completamente e per vari fattori, dichiarati e non. Partiamo dal macro-problema per arrivare alla questione Jackson. Non essendo in possesso dei diritti su Il Silmarillion, i Racconti Incompiuti e The History of Middle-Earth – ma avendo solo acquistato per 250 milioni quelli sulle Appendici e avendo ottenuto le licenze sulle opere già trasposte da Jackson (LOTR e Lo Hobbit) – Amazon dovrà appoggiarsi ai pochi capitoli e stralci in essi contenuti che si riferiscano ai grandi eventi della Seconda Era.

Ovviamente la struttura generale e i grandi punti di svolta ci saranno, così come tutti i personaggi millenari condivisi da Seconda e Terza Era: dall’ascesa di Sauron che abbiamo intravisto nel trailer de Gli Anelli del Potere, alla forgiatura degli Anelli; dalla caduta di Númenor all’Ultima Alleanza fra Elfi e Uomini. A fianco di questo però, si procederà riempiendo i vuoti con nuovi personaggi e sottotrame, o reinventando il passato di alcuni personaggi fondamentali di LOTR. Quindi no, già solo dal punto di vista letterario non si può parlare di prequel rigoroso o canonico di Tolkien. Rispetto a Jackson invece, il fatto che siano in possesso delle licenze sul materiale già adattato potrebbe far pensare a una continuità, ma anche qui gli autori intervengono a smentire.

La serie – dicono – non sarà esattamente un prequel degli adattamenti cinematografici”. Nel senso che non dovrebbe porsi in contraddizione delle diverse reinterpretazioni già operate da Jackson su Talkien che i fan hanno imparato a conoscere. Quindi: non si tratta di un prequel direttamente correlato, ma nemmeno di un’operazione di reboot. Diversa invece la questione dell’art direction, sulla quale la produzione ha tenuto a specificare che quello della serie non sarà “esattamente lo stesso mondo” di quello nei film. Nel senso che dal punto di vista estetico i prodotti potrebbero risultare simili, ma la serie non cerca di eguagliare o ricalcare perfettamente tutte le interpretazioni di Jackson, con alcune discrepanze nell’immaginario visivo. Un po’ come avvenne insomma, nel salto fra LOTR e Lo Hobbit, ma ancor più accentuato.