Gli Anelli del Potere contro Il Signore degli Anelli: "Non una gara né vogliamo competere"

Gli Anelli del Potere contro Il Signore degli Anelli: 'Non una gara né vogliamo competere'
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Grandi polemiche hanno circondato Gli Anelli del Potere nelle sue fasi iniziali di sviluppo e casting. L'accusa alla serie prequel è quella di tradire o comunque non essere all'altezza di Tolkien e della trilogia filmica di Peter Jackson. Ma la produzione non ne può più e risponde: "Non è una gara con Il Signore degli Anelli!".

Non sono state poche le critiche che hanno investito la serie Amazon da un miliardo di dollari, uno dei budget più grandi mai stanziati nella storia dell’intrattenimento, fino a qualche mese fa. Oggetto delle polemiche erano soprattutto la scoperta, segnalata da un articolo di Vanity Fair rimasto famoso, che la produzione non aveva opzionato i diritti su tutte le principali opere di Tolkien contenenti gli eventi della Seconda Era (vale a dire quella che verrà trasposta proprio nella serie prequel) fatta eccezione per i pochi stralci contenute nelle Appendici. Il rinnovamento del canone si era visto soprattutto nelle scelte di casting, che avevano fatto storcere il naso a molti.

Qualche giorno fa, proprio in difesa della serie Amazon era intervenuta addirittura la concorrenza, vale a dire George R.R. Martin, che ha accusato di tossicità il fandom di LOTR e altri franchise molto noti. Ora, durante un'intervista con Empire, a prendere le proprie difese è stato direttamente il co-showrunner Patrick McKay: "Chiunque si avvicini a Il Signore degli Anelli dal punto di vista dei film sbaglierebbe nel non rendersi conto di quanto Jackson abbia reso i romanzi in modo così meraviglioso. Ma noi siamo ammiratori da lontano, tutto qui. Gli Anelli del Potere non cerca di competere con i film. Puoi provare ad allenarti tenendo il passo con i Joneses, ma uno dei mantra su questo era di tornare al materiale originale e chiedersi: ‘Cosa farebbe Tolkien?’".

Lo showrunner ha poi aggiunto: “Se si guardano a questi altri prodotti che si credono in competizione, li si sente suonare come un’ottava davvero magnifica. Ma Tolkien suonava ogni nota al suo piano. Aveva una varietà di tonalità. C'è la fantasia, l'amicizia e l'umorismo che rendono, per esempio, Harry Potter tanto amato. Ma c’è anche raffinatezza, politica, storia mitologia e profondità. Quindi per noi si trattava di approfondire ciò che siamo e volevamo ottenre, piuttosto che preoccuparci di ciò che fanno gli altri". Nel frattempo, ecco un bell'articolo per arrivare preparati su Gli Anelli del Potere. Voi che ne pensate delle dichiarazioni di McKay? Ditecelo nei commenti!