La Casa di Carta 5, cosa non ha funzionato nel finale di serie?

La Casa di Carta 5, cosa non ha funzionato nel finale di serie?
di

È disponibile dal tre dicembre la seconda parte di episodi che va a chiudere la quinta stagione de La Casa di Carta. E con essa l'intera serie. Un finale al cardiopalma che ha dell'incredibile in fatto di colpi di scena, numerosi. Ma che potrebbe risultare forzato in più di una parte, mettendo troppa carne al fuoco.

Con cinque giorni a disposizione ormai, saranno in molti i fan già fiondatisi sugli ultimi episodi della serie, uno per ogni giorno in pratica. Noi ne abbiamo avuti altrettanti per fornirvi una spiegazione approfondita del finale de La Casa di Carta, ma soprattutto per elaborare la morte drammatica dei personaggi de La Casa di Carta. Di alcuni, o forse di nessuno. Sono molte, moltissime le cose successe nel giro di questi pochi episodi. Forse troppe, per un totale di trecento minuti di riproduzione o poco più – l’ultimo episodio dura quanto un film, un’ora e sedici. Attenzione, seguono spoiler importanti!

Alcuni spettatori, pur ammettendo di esser stati intrattenuti come il finale di una serie di questo genere prometteva di fare, hanno lamentato tutta una serie di forzature, pensate per tenerli col fiato sospeso fino all’ultimo ma non troppo giustificate. Innanzitutto, la solita, esagerata spinta sul lato drammatico o romantico di certe scene e nello sviluppo fra i personaggi. Quello stile che ha reso la serie, da un lato, appartenente al genere dell’heist, ma dall’altro, in sottofondo, molto simile alla classica telenovela spagnola. Tuttavia, che una serie rimasta fedele alla linea per tutto questo tempo spingesse sul fattore dramma, stressandolo ulteriormente nel finale, c’era da aspettarselo.

In secondo luogo, il coinvolgimento di Tatiana e Rafael nella rapina. Finalmente, come spiegato nell’articolo linkato in precedenza, i flashback su Berlino trovano finalmente una destinazione e un collegamento con la timeline principale. E preannunciano lo spin off su Berlino de La Casa di Carta. Ma dall’altro, la storia del figlio Rafael sembra fatta apposta per mettere d’accordo tutti: dare un motivo di esistere a dei flashback pensati solo in un secondo tempo, con il rinnovo della serie dalla terza stagione, per non perdere uno dei personaggi più interessanti; dall’altro, introdurre due mine vaganti, una variabile non ragionata dal Professore che è poi il principale motivo per cui il finale è così intricato.

In altre parole, senza Rafael non avremmo visto lo svolgimento al cardiopalma. Ma Rafael sembra esser stato tirato fuori dal cappello. Infine, potrebbe suonare a tratti poco credibile l’accordo con Tamayo. Sono chiare le ragioni che lo spingono: evitare che il Professore renda nuovamente pubblica la notizia della scomparsa dell’oro. E non c’è cosa più sbagliata, di fronte a un prodotto audiovisivo, che dire: “Avrebbe potuto fare in questo o quest’altro modo”. Ma sicuramente vien da chiedersi se Tamayo non avrebbe potuto, anche per mezzo di metodi poco etici da parte dei servizi segreti, mettere sotto torchio il Professore per ritrovare l’oro, piuttosto che cedere al suo gioco dopo tutto questo rincorrerlo. Insomma, anche l’happy ending potrebbe suonare un po’ forzato. Voi cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti!