Chernobyl, cosa ne è stato degli altri tre reattori nucleari dopo l'esplosione del 4

Chernobyl, cosa ne è stato degli altri tre reattori nucleari dopo l'esplosione del 4
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Il 26 aprile 1986 è diventata una data d’importanza storica a causa dell’esplosione del quarto reattore della centrale nucleare di Chernobyl, in Ucrania, che provocò la più grande catastrofe nucleare della storia e minacciò il futuro del mondo intero.

La vicina città di Pripyat fu evacuata solo il giorno dopo il disastro, con colpevole ritardo, ma dopo aver superato l’emergenza la centrale è rimasta in funzione per molti anni.

Sebbene le cifre esatte siano impossibili da calcolare, si stima che l'esplosione abbia causato migliaia di morti negli anni successivi, probabilmente con altri ancora a venire. Ma lo spegnimento dell’incendio provocato dall’esplosione e il salvataggio avvenuto grazie ai tre volontari di Chernobyl che evitarono una successiva e più devastante catastrofe, non ha segnato la fine della storia della centrale.

La nube radioattiva contaminò 150 mila chilometri quadrati attorno alla centrale, mentre il vento la spingeva fino all'Europa.

Per coprire il reattore 4 della centrale ormai fuso (e ancora radioattivo) è stato costruito il famoso sarcofago di cemento armato, all'interno del quale si trovano ancora oggi 180 tonnellate di uranio. Il “primo” sarcofago era progettato per durare fino al 2016, ed è stato infatti inglobato dalla nuova struttura il 29 novembre 2016 impedendo che una nuova nube tossica si sprigionasse nell’atmosfera. Al momento dell'incidente, un quinto e un sesto reattore erano in costruzione ma quei progetti furono rapidamente interrotti, le unità 1, 2 e 3 tuttavia continuarono a produrre energia.

La centrale nucleare di Chernobyl è rimasta attiva per quasi 14 anni dopo il disastro continuando a provocare problemi. L'unità 2 è stata chiusa nel 1991 dopo essere stata danneggiata da un incendio. L'Unità 1 ha chiuso nel 1996 tra le proteste internazionali per gli effetti sulla salute dell'avvelenamento da radiazioni, inclusi i tassi elevati di cancro alla tiroide tra i bambini.

L'ultima unità, l'Unità 3, ha operato fino al 2000, quando i negoziati internazionali hanno definitivamente chiuso l'impianto e con una cerimonia ufficiale, il presidente ucraino Leonid Kučma ha premuto personalmente l'interruttore per lo spegnimento del reattore nº 3.

Uno dei motivi principali per cui la centrale restò attiva era la mancanza di energia. L'economia sovietica non stava andando molto bene e dopo Chernobyl le cose erano solo peggiorate.
Nessuna nuova energia poteva generare la stessa quantità di quella prodotta dalla centrale e la costruzione di un nuovo impianto avrebbe richiesto tempo e denaro che la nazione in difficoltà non aveva.

Il combustibile nucleare è ancora tutto nei reattori, la cui completa dismissione è prevista soltanto nel 2065, all'interno della centrale ci sono ancora degli operai, il nuovo sarcofago dovrebbe consentire lavori di decontaminazione in sicurezza.

Leggete la nostra recensione di Chernobyl e scoprite cosa è accaduto ai tre volontari di Chernobyl dopo la loro missione di salvataggio.