Chernobyl, parla il regista: 'Mi piace la disperazione e la sua austerità'

Chernobyl, parla il regista: 'Mi piace la disperazione e la sua austerità'
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Realizzare una serie come Chernobyl non è un gioco: un disastro di quelle proporzioni è materia da trattare con i guanti, cercando di non sacrificare la verità all'intrattenimento e di non edulcorare le sensazioni che una tragedia simile dovrebbe trasmettere.

Tutte queste responsabilità sono inevitabilmente cadute sullo sceneggiatore Craig Mazin e sul regista Johan Renck. Proprio il regista scandinavo ha rilasciato alcune dichiarazioni sulle sensazioni provate durante la produzione della serie.

"Fortunatamente scrivere la serie è stato un problema di Craig, non mio. [...] Ero ovviamente affascinato dall'argomento, inizialmente. Sono svedese e ricordo perfettamente l'incidente. Vivevo a Stoccolma, all'epoca. Sono grato di potermi essere concentrato sul mio lavoro. [...] La sceneggiatura è fenomenale, mi ha reso il lavoro davvero molto semplice" ha dichiarato Renck.

Il regista ha poi proseguito parlando di cosa ha maggiormente apprezzato della sceneggiatura: "Sono attratto da un certo tipo di oscurità, e di oscurità con dentro una sorta di bellezza. Come scandinavo, sono molto attratto dalla disperazione e dall'austerità che porta con sé. Mi piacciono molto la malinconia e le emozioni del genere. Così, già leggere il titolo mi è bastato a capire che ce ne sarebbero state un sacco in questa produzione".

Anche lo stesso Craig Mazin ha parlato della serie, spiegando il suo punto di vista sulla terribile scena del cane. Molti i personaggi noti che hanno apprezzato Chernobyl: tra questi spicca Stephen King, che ha visto nell'opera molti riferimenti alla politica di Trump.