Cowboy Bebop 2, come sarebbe continuata la serie live-action di Netflix?

Cowboy Bebop 2, come sarebbe continuata la serie live-action di Netflix?
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Qualcuno ha lanciato un grido di felicità alla notizia, tranne i pochi altri che avrebbero voluto vedere una seconda stagione. Stiamo ovviamente parlando della cancellazione, dopo una sola stagione, del live-action tratto dall'anime di Cowboy Bebop. Dopo il cliffhanger finale, erano molte le possibilità narrative da esplorare.

Dopo tutto il grosso lavoro su Cowboy Bebop portato avanti da Netflix, che in fatto di budget e di collaboratori dimostrava sicuramente una certa rincorsa all’adattamento fedele, la cancellazione della serie dopo una stagione soltanto rappresenta sicuramente un grosso smacco per il gigante dello streaming. E soprattutto mette a rischio i prossimi adattamenti anime live action di Netflix attualmente in lavorazione, cosa forse ancor più grave. Tratto dall’omonimo anime del 1998 prodotto da Sunrise e diretto da Shin'ichirō Watanabe per ventisei episodi, questo nuovo adattamento aveva chiamato a raccolta lo stesso Watanabe per supervisionare le prime fasi di lavoro, così come sta avvenendo con Eiichirō Oda su ONE PIECE.

Vuoi il desiderio di rendere al massimo quel miscuglio di tinte pulp, noir, jazz, ma soprattutto western e sci-fi che resero l’anime originale un prodotto tanto rivoluzionario e apprezzato. Vuoi soprattutto l’importanza di sventare le critiche dei vecchi fan nel caso di una sceneggiatura che si discostasse dall’originale. Eppure, nel finale della prima stagione, si è discostata fin troppo, cosa che potrebbe essere costata cara a Netflix e aver contribuito alla cancellazione. Ripercorriamo insieme cos’è successo nell’ultimo episodio: attenzione, seguono spoiler! L’evento principale è il rapimento della figlia di Jet da parte di Vicious, che chiede al capitano dei Cowboy Bebop uno scambio di ostaggi con Spike, suo acerrimo nemico.

Jet ovviamente rifiuta e questo porta entrambi i cacciatori fra le grinfie del Sindacato. A salvarli, almeno momentaneamente, solo l’intervento di Julia, l’ex amante di Spike. Lui propone di scappare insieme, ma lei non accetta: Spike ha sempre saputo dove fosse, eppure l'ha sempre lasciata con Vicious. Lui si giustifica affermando di credere che lei avesse scelto il suo nemico. Ma Julia, a questo punto, fa una cosa inaspettata: gli spara facendolo cadere all’indietro. Il cambiamento in Julia è fondamentale, perché nell'anime lei è un elemento di supporto e ama Spike incondizionatamente. Ma in quel modo gli sceneggiatori hanno cambiato tutte le carte in tavola, proponendo effettivamente Julia come antagonista per la stagione mai rinnovata.

Nel frattempo, altra comparsa importante verso la fine della stagione la fa Radical Ed (Alex Hassel), l’hacker della squadra che propone a Spike una nuova taglia: qualcuno chiamato "Volaju" alias "The Butterfly Man", nome presente nel film anime spin-off del 2001. Con queste premesse a intervenire su twitter è stata la sceneggiatrice Naomi Markman: “Tutti quelli che hanno letto la sceneggiatura della seconda stagione sanno di cosa parlo, era a di poco straordinaria. Netflix e tutti voi, non sapete cosa vi state perdendo”. Voi che ne pensate? Avreste voluto una seconda stagione? Ditecelo nei commenti!