Diavoli, la quarantena di Alessandro Borghi tra Handmaid's Tale e il ritorno al cinema

Diavoli, la quarantena di Alessandro Borghi tra Handmaid's Tale e il ritorno al cinema
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Candidato ai David di Donatello 2020 nella categoria di miglior attore protagonista per Il Primo Re, premio che è stato assegnato a Pier Francesco Favino (Il Traditore), la star di Diavoli Alessandro Borghi ha spiegato cosa significa per lui un tale riconoscimento durante una recente intervista con Elle.

"Non te l’aspetti mai ed è sempre una gioia. Da lì cominci a esistere per il sistema cinema Italia, ti considerano per i progetti più grandi" ha spiegato l'attore, vincitore l'anno scorso grazie alla sua straordinaria performance in Sulla mia pelle. "E noi che siamo stati candidati abbiamo la responsabilità di mettere in circolo il talento, aiutando chi non è stato fortunato e allora quando facciamo un film possiamo provare a dire: “Non conoscete quei tre ragazzi ma sono bravi, prendiamoli per quei piccoli ruoli”. Ho fatto dieci anni di gavetta, so cosa significa stare tre passi indietro e allora se a me succede qualcosa di bello cerco di dare una mano a chi merita di essere conosciuto. Lo faccio anche quando ascolto un musicista che mi piace in un pub di Londra, lo metto sui social. Noi che abbiamo tanti follower, non ci costa niente... Mi scrivono in tanti e cerco di rispondere ma a tutti non sempre riesco..."

L'attore ha poi descritto la sua giornata tipo durante la quarantena: "Ho una routine molto rigida. Mi alzo, faccio 8 chilometri al tapis roulant, colazione, vedo una puntata di una serie, in questi giorni Handmaid’s Tale, faccio le faccende di casa insieme alla mia fidanzata, prepariamo il pranzo, sto un'oretta sul terrazzo immaginando di essere al parco, mi alleno un po’ e poi documentari, film e serie in quantità inimmaginabili. Neanche a 20 anni ne vedevo così tanti..."

Per quanto riguarda il blocco delle sale e le scarse novità sul ritorno al cinema, Borghi ha rivelato di essere preoccupato "come spettatore": "Noi possiamo pure trovare il modo di farli i film ma poi le sale non devono sparire: solo quando ci sentiremo totalmente al sicuro torneremo al cinema. Mi metto nei panni di una famiglia che pensa: se possiamo guardarlo al computer perché rischiare la salute? È indispensabile e urgente garantire l’assoluta sicurezza. Bisogna fare scelte importanti a livello governativo, di gestione delle risorse. Forse, per è la volta buona che le sale italiane riusciranno ad adeguarsi a quelle internazionali: poltrone reclinabili distanti un metro e mezzo, tavolini per ordinare da bere mentre guardi un film. Un amante del cinema sarebbe felice di spendere qualche euro in più per un’esperienza."

Per altri approfondimenti, vi lasciamo alle nostre prime impressioni su Diavoli.