Game of Thrones 8: un vero stratega militare difende le scelte dell'esercito di Jon Snow

Game of Thrones 8: un vero stratega militare difende le scelte dell'esercito di Jon Snow
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Se ne sono dette di ogni a proposito della Battaglia di Grande Inverno vista in Game of Thrones, e il fatto che si tratti della migliore e più grande messa in scena audiovisiva di una battaglia è stato un po' eclissato da chiacchiere da web su come i personaggi abbiano gestito lo scontro.

La puntata, che è diventata la seconda più vista di sempre de Il Trono di Spade (e quindi di tutti i tempi, dato che la premiere ha perfino stabilito un Guinness World Record), ha spinto molti "strateghi da salotto" a deridere le scelte compiute dai personaggi, rei di aver adoperato delle tattiche militari sbagliate e inconcludenti per contrastare l'orda di non-morti dominata dagli Estranei e guidata dal Re della Notte e dal suo drago Viserion.

Critiche da haters che come al solito lasciano il tempo che trovano, a livello puramente cinematografico, che però hanno attirato l'attenzione di veri strateghi militari, che in alcuni casi hanno voluto addirittura esaminare l'operato del regista Miguel Sapochnik e degli sceneggiatori David Benioff e D.B. Weiss per sbugiardarne tutti i detrattori: è il caso di Robert Farley, consulente del magazine State e insegnante presso l'United States Army War College, che ha esaminato la Battaglia di Grande Inverno nel modo più dettagliato possibile - come vedremo di seguito, attraverso ogni singolo punto di vista, dai draghi alla cavalleria - decretando che, no, le scelte di Jon Snow non erano scelte sbagliate.

Farley ha perfino tenuto conto di come l'esercito degli umani sia riuscito a superare gli ostacoli culturali e organizzativi per sviluppare e attuare un piano in grado di contrastare una minaccia del tutto inedita per molti dei combattenti che si accingevano a prendere parte allo scontro.

Ma passiamo all'analisi del professor Farley.

Schieramento dei vivi

"E' chiaro che l'obiettivo dei vivi è quello di indurre uno scontro che eviti la minaccia di un assedio prolungato. Con l'impiego di cavalli, draghi e fanteria, lo schieramento dei vivi consumerebbe cibo a un tasso molto maggiore rispetto a quello dello schieramento dei morti, che anzi non ne consumerebbe affatto perché non ne ha bisogno. I Vivi vogliono attirare i Morti in battaglia prima all'interno dei cancelli di Grande Inverno perché aveva come unico obiettivo l'uccisione del Re della Notte. Ciò significava accettare la battaglia in circostanze svantaggiose, inclusa l'oscurità.

  • Cavalleria - L'uso della cavalleria da parte dei Vivi ha ricevuto aspre critiche da un gruppo di fan, in parte a causa del quasi completo annientamento della forza entro pochi minuti dall'inizio della battaglia. I Vivi meritano parte di queste critiche, ma è evidente che l'attacco della cavallerie venga inteso come una scommessa a basso rischio in una situazione difficile piuttosto che come un errore di giudizio. Il successo di un attacco di cavalleria contro la fanteria richiede o fiancheggiamento (colpire una formazione al suo fianco mentre un altro gruppo "risolve" il suo fronte) o un assalto frontale scioccante che sconvolga la formazione nemica. Entrambi dipendono più da fattori psicologici che fisici. La paura di essere attaccati da due lati induce la fanteria a rompere e fuggire, proprio come la paura di essere sopraffatti fa sì che la fanteria lasci le proprie armi e scappi. In entrambi i casi, la cavalleria avanza liberamente e uccide la fanteria nemica. Ma in maniera cruciale, il successo dipende dalla capacità della cavalleria di indurre il panico. Sappiamo anche da fonti medievali che la cavalleria veniva gestita da un comandante, ma nel clamore della battaglia - o nel momento in cui, semplicemente, la distanza fra cavalleria e comandante diventata troppa perché i cavalieri potessero udire gli ordini - la cavalleria rimaneva abbandonata a se stessa. Un esempio recente può essere quello della battaglia di Gettysburg, quando il generale Robert E. Lee perse i contatti con la sua cavalleria, lasciandola cieca nella lotta contro l'esercito del Potomac.
    I Vivi però sapevano che i Dothraki avrebbero affrontato una fanteria diversa da tutte le altre, una fanteria che non avrebbe avuto paura e che quindi non si sarebbe lasciata intimorire dalla carica, né che fosse stata frontale né che fosse arrivata dai fianchi. Inoltre, nel buio, i Dothraki probabilmente non potevano nemmeno identificare il fianco nemico. Potrebbero aver voluto scommettere sulla mancanza di disciplina dei Morti (che non ha combattuto in solide falangi o con armi standardizzate) per sfondare le linee nemiche e attaccare le retrovie, arrivando agli Estranei. Alessandro Magno impiegò una variante di questa strategia nella battaglia di Gaugamela. Tutto questo ha un senso teorico, ma va anche in contrasto con decenni di esperienza di combattimento dei Dothraki: loro si aspettavano di sfondare la fanteria avversaria, di disperderla, perché ogni volta che hanno usato questa tattica in precedenza ha funzionato. Nella battaglia di Grande Inverno, la fanteria dei Morti assorbe semplicemente la maggior parte della cavalleria dei Dothraki senza rompere le proprie linee o ritirarsi.
    Probabilmente i Dothraki non immaginavano che il loro attacco sarebbe stato una carica suicida, ma purtroppo avevano strumenti limitati per giudicare l'efficacia di essa contro i Morti. Alla luce di ciò, il miglior impiego dei Dothraki sarebbe stato come esploratori a lungo raggio e schermagliatori nei giorni precedenti la battaglia, ma anche in quel caso la loro utilità sarebbe stata limitata; la cavalleria spesso riesce a interrompere le linee di rifornimento e le imboscate ai gruppi di raccolta, e i Morti non ne avevano bisogno. E in ogni caso qualsiasi avanzata della cavalleria sarebbe stata vulnerabile a Viserion. Se i Dothraki non avessero caricato, si sarebbero trovati bloccati contro la fanteria, impedendone la mobilità. Se si fossero spostati a destra o a sinistra in cerca dei fianchi dell'esercito dei Morti, avrebbero corso il rischio di essere loro stessi fiancheggiati o distrutti da Viserion e il Re della Notte.
  • Fanteria - Come per la cavalleria, la fanteria dei Vivi ha poca esperienza nel combattere un esercito di morti. Era lecito aspettarsi che il morale dei Morti non si sarebbe abbassato a causa di ingenti perdite, né era del tutto irragionevole pensare che la fanteria più disciplinata del mondo (gli Immacolati) potesse tenere testa ai Morti abbastanza a lungo da permettere alla cavalleria (se fosse sopravvissuta) o ai draghi di avere un impatto sostanziale. Non ha funzionato, ma gli Immacolati sono stati comunque abbastanza disciplinati da tenere insieme le fila e coprire il ritiro di gran parte dei Vivi. I Morti, invece, hanno semplicemente superato i ranghi avanzati della fanteria dei Vivi senza preoccuparsi troppo delle manovre di fiancheggiamento.
  • Artiglieria - L'uso dell'artiglieria da parte dei Vivi è del tutto imperfetto. Ha schierato una serie di catapulte e trabucchi tra la cavalleria e la fanteria, e li ha usati in una raffica di preparazione immediatamente prima della carica di cavalleria. L'idea di colpire i Morti poco prima della carica avrebbe avuto senso con il potere distruttivo dell'artiglieria della Prima Guerra Mondiale, ma i trabucchi e le catapulte semplicemente non potevano fornire sufficiente potenza di fuoco per intaccare la fanteria in un contesto pre-moderno. E col fallimento della cavalleria, l'artiglieria è caduta rapidamente vittima dell'assalto della fanteria dei Morti. Sarebbe stato molto meglio posizionare l'artiglieria dietro alla fanteria, o meglio ancora all'interno delle mura di Grande Inverno, dove avrebbe potuto continuare a sparare indisturbata e non sarebbe stata persa così rapidamente.
  • Draghi - I draghi rappresentavano il più grande vantaggio dei Vivi. I comandanti Daenerys Targaryen e Jon Snow hanno guidato rispettivamente Drogon e Rhaegal e hanno avuto un vantaggio numerico di due-a-uno rispetto ai Morti. Tuttavia, come per molti combattimenti aerei storici, i Vivi non potevano semplicemente forzare un impegno favorevole contro i Morti; il Re della Notte poteva evitare del tutto il combattimento o affidarsi alle comprovate difese anti-aeree del suo esercito. In effetti, ogni decisione di usare il fuoco di drago per supportare la fanteria era carica di pericolo, poiché rappresentava una potenziale opportunità di agguato ai draghi sia da parte del Re della Notte che da parte dei suoi Estranei. Infatti il più grande momento di pericolo dei Vivi si verifica quando Jon Snow, alla ricerca del Re della Notte, ha guidato Rhaegal oltre le linee nemiche per attaccare gli Estranei nelle retrovie. Ognuno di loro era armato con una lancia di ghiaccio, e quindi rappresentava una minaccia mortale per Rhaegal, e se avessero abbattuto uno dei due draghi dei Vivi le cose si sarebbero messe molte male per loro.
    Fortunatamente, il Re della Notte ha a sua volta commesso l'errore di evocare una tempesta proprio in quel momento, dissuadendo Snow dal compiere il suo attacco e nascondere i draghi da ogni attacco da terra. L'errore si è rivelato doppio, perché la strategia per l'utilizzo dei draghi ha funzionato comunque, con Drogon e Rhaegal, che hanno ugualmente protetto la fanteria dei Vivi.
  • Fortificazioni - I Vivi hanno utilizzato un sistema di fortificazione a strati progettato per fornire spazi di respirazione per i difensori in caso di sconfitta sul campo. I primi strati erano serie di ostacoli di legno, sostenuti da una fossa fiammeggiante. Il secondo strato era rappresentato dalle mura di Grande Inverno; il terzo, una varietà di ostacoli all'interno del castello. L'ultima fortificazione si trovava nelle cripte, che potevano essere attaccate solo attraverso una porta singola, facilmente difendibile (fino a quando gli antenati degli Stark non sono stati resuscitati dal Re della Notte, per lo meno). Nessuna di queste quattro fortificazioni rappresenta una scelta sbagliata, il problema si è presentato quando i Morti hanno usato i propri soldati usa e getta per creare percorsi multipli per superare quegli ostacoli. Eppure i Vivi lo avevano previsto, perché non hanno sprecato sforzi eccessivi per impedire la violazione delle protezioni. dalle violazioni. Mancava l'infrastruttura per la produzione di incendi boschivi, che in ogni caso sarebbe stata di utilità limitata in una battaglia contro la fanteria. L'olio bollente avrebbe potuto causa ingenti danni ai Morti, ma di certo non avrebbe rallentato la loro avanzata. Si poteva prendere in considerazione l'idea che le cripte contenevano persone morte.
  • Forze speciali - Il team dei Vivi aveva un uomo senza volto, un assassino addestrato dall'altra parte del Mare Stretto. Non avevano un piano ben preciso sul come portare questo potente guerriero (o guerriera, in questo caso) in prossimità dell'obiettivo da colpire (il Re della Notte), ma la sola presenza di un tale killer offriva un vantaggio evidente, che si è dimostrato decisivo. Gli Uomini Senza Volto sono nati millenni dopo il primo (e fino ad oggi ultimo) conflitto tra vivi e morti, il che significa che l'esercito dei Morti non era a conoscenza della loro esistenza o delle loro capacità, oppure ne aveva una conoscenza limitata.

Schieramento dei morti

I Morti entrano in battaglia con un enorme vantaggio numerico, un esercito formato da soldati senza paura della morte, un drago non morto e nessuna impronta logistica. Il loro obiettivo era la completa distruzione dell'esercito dei Vivi, ma le loro forze si sono concentrati in particolare sui draghi Drogon e Rhaegal, e sul "corvo con tre occhi".

  • Fanteria - L'uso della fanteria da parte dei Morti è stato privo di fantasia ma piuttosto efficace. L'esercito ha tenuto la cavalleria dei Vivi lontano dai comandanti (gli Estranei) e ha utilizzato tattiche shock per distruggere le squadre di fanteria degli avversari. Quando necessario, la fanteria si è sacrificata per fornire posizioni di scavalcamento e arrampicata per i propri compagni, operando efficacemente come motori di assedio senzienti. In termini operativi, i Morti sono stati in grado di avanzare rapidamente perché non hanno avuto bisogno di riposo, riducendo il tempo di preparazione disponibile per i Vivi.
  • Artiglieria antiaerea - I missili anti-drago rappresentavano uno dei vantaggi asimmetrici dei Morti. Il Re della Notte aveva usato un missile simile con Viserion, e molti degli altri Estranei ne erano muniti. Se usati correttamente, questi avrebbero fornito un deterrente contro gli attacchi dei draghi, così come l'opportunità di creare una trappola che potesse abbattere uno o più draghi. L'esistenza di questi missili ha spinto i Vivi ad utilizzare i draghi in un ruolo di supporto per la fanteria, come detto estremamente pericoloso, soprattutto senza una buona conoscenza della disposizione degli Estranei. Nel caso abbiamo notato come la tempesta di neve abbia impedito ai Morti di usare il suo più grande vantaggio.
  • Magia - Il Re della Notte ha due assi nella manica, uno per preparare il campo di battaglia e l'altro per ripulirlo. Il primo è quello di evocare una tempesta di neve, che anche se impedisce agli Estranei di sparare contro i Draghi, comunque riduce la visibilità e rende difficile il lavoro di squadra a Drogon e Rhaegal. L'altro trucco del Re della Notte è rianimare i morti, e torna utile dopo che viene disarcionato da Daenerys. Scopriamo che è immune al fuoco ma sappiamo che non lo è all'acciaio di Valyria di Jon Snow, quindi la carica di Snow ha senso e ha ancor più senso la rianimazione dei morti per autodifesa: il suo trucco di rianimazione ha creato una fanteria aggiuntiva, risparmiandogli il disturbo del combattimento corpo a corpo con Jon Snow e creando un'ulteriore serie di problemi per i Vivi.
  • Draghi - Il Re della Notte aveva un drago contro i due dei Vivi. Viserion è stato strumentale per sfondare il muro di Grande Inverno ed è stato piuttosto utile nella battaglia di Grande Inverno per i Morti. Ma avere un drago significa che puoi perdere un drago, e Viserion è diventato un punto focale per i Vivi fin dall'inizio del combattimento. Il Re della Notte poteva risolvere il suo problema tattico in due modi. In primo luogo, poteva isolare Drogon o Rhaegal e attaccare uno dei due prima che l'altro potesse intervenire. Non è chiaro se un drago vivente sia più forte di un drago morto o se abbia organi sensoriali migliori, o vice versa. L'imboscata aerea del Re della Notte a Drogon e Rhaegal però non dà i suoi frutti, poiché Viserion ha perso rapidamente slancio dopo un attacco verticale dritto, lasciando Jon Snow e Daenerys Targaryen con una migliore consapevolezza situazionale e un vantaggio in quota. Il breve scontro tra Rhaegal e Viserion risulta inconcludente prima che Drogon arrivi per fare la differenza. Secondo, il Re della Notte avrebbe potuto usare se stesso e il proprio drago come esca per attirare Drogon o Rhaegal in un'imboscata per spingere gli Estranei ad usare le lance di ghiaccio. I piloti dell'aviazione popolare vietnamita usavano regolarmente tali tattiche per attirare i combattenti americani nel raggio dell'artiglieria antiaerea. I Morti hanno avuto un senso migliore della disposizione delle proprie forze sul campo di battaglia, rendendo questa una manovra ovvia. Sia a causa di un fallimento di pianificazione o di esecuzione, il Re della Notte però non ha potuto eseguire questa trappola.

Conclusioni

I Morti sono entrati in questa battaglia con enormi vantaggi in ogni categoria tranne che per quelle della cavalleria e dei draghi. Ha distrutto la cavalleria dei Vivi e la maggior parte della fanteria in breve tempo, e ha superato anche la formidabile fortificazione di Grande Inverno. Ma ha comunque commesso degli errori, non riuscendo a sviluppare un piano coerente per sconfiggere i draghi dei Vivi e soprattutto ignorando completamente la letalità degli operatori speciali (Arya Stark) dei Vivi. L'inesperienza del Vivi nella lotta contro i morti è stata palpabile, ma anche ai Morti mancava l'esperienza nel combattere una battaglia di questa portata contro una forza così multiforme.

Slate.com specifica che le opinioni espresse nel proprio articolo sono le opinioni personali di mr. Farley e non riflettono necessariamente le opinioni ufficiali del Dipartimento della Difesa, dell'Esercito degli Stati Uniti né tanto meno quelle dei due schieramenti della Battaglia di Grande Inverno.