House of Cards: ha davvero senso sviluppare uno spin-off?

La notizia del caso Kevin Spacey, accusato di molestie sessuali da Anthony Rapp quando questi aveva solamente 14 anni, ha portato alla cancellazione di House of Cards che terminerà con la sesta stagione.

Non sappiamo se ci sia un effettivo collegamento tra la cancellazione e le spiacevoli quanto preoccupanti notizie su Spacey, poiché gli ascolti sono andati calando stagione dopo stagione e anche dal punto di vista critico, l’ultima mandata di episodi della serie non ha certo fatto faville.

Detto questo, House of Cards è una serie che ha catalizzato l’attenzione del pubblico per il grande magnetismo dei suoi personaggi principali, su tutti il temibile e spregiudicato Frank Underwood interpretato dal due volte Premio Oscar. È vero che Robin Wright si è guadagnata uno spazio tutto suo, specialmente nel corso delle ultime due stagioni, e che Claire Underwood ha dimostrato di saper tenere testa al proprio partner, ma il pubblico, così come Netflix sa benissimo che senza Spacey non esisterebbe House of Cards.

Quindi, la scommessa di uno spin-off – sebbene interessante – potrebbe rivelarsi un grosso passo falso per il colosso dello streaming (si parla del personaggio di Douglas Stamper come possibile protagonista). Vero è che AMC è riuscita benissimo nell’impresa di dare una propria e riconoscibile identità a Better Call Saul, spin-off della blasonata Breaking Bad, ma lo ha fatto trasformando completamente il target e il tono della serie di ispirazione.

La speranza è, quindi, che Netflix trasformi completamente il prodotto e non si adagi sugli allori della serie madre, altrimenti ci ritroveremo qui, tra un po' di tempo, a commentare della sua precoce cancellazione.