
Nonostante i numeri e le ottime recensioni di Monster: The Jeffrey Dahmer Story, la serie sta raccogliendo diverse critiche collaterali per la sua incapacità di raccontare con tatto e sensibilità, come si era ripromessa, la storia delle vittime. Piccole sviste, ma abbastanza discutibili: come il tag usato per storie LGBT+.
Che Monster sia un successo di ascolti su Netflix, non è opinabile. Nella sola settimana di debutto, facendo leva sull’interesse sempre crescente per il true crime, la serie si è trasformata nella migliore première di ascolti dai tempi della quarta stagione di Stranger Things. Ma a margine delle tante recensioni positive di pubblico e critica, molte polemiche sono scaturite intorno alla promessa fatta da Netflix di trattare questa storia nel modo più attento possibile. Promessa, secondo alcuni, non rispettata.
I primi problemi sono nati quando uno dei familiari delle vittime originali di Dahmer ha fatto sapere che Netflix non aveva notificato in alcun modo la messa in lavorazione di Monster alle famiglie. Nonostante la piattaforma non dovesse ottenere il benestare delle famiglie, considerato che la storia è materiale d’archivio e dunque di pubblico utilizzo, si era imposta (su dichiarazione dello stesso Evan Peters) il maggiore tatto possibile. E mandare anche solo un avviso alle famiglie, avrebbe sicuramente aiutato.
Come avrebbe aiutato – a detta di molti che si sono scagliati contro la serie via social – pensarci due volte prima di aggiungere il tag normalmente associato a storie sulla comunità LGBTQIA+. Il ragionamento di Netflix è stato che le vittime di Dahmer erano effettivamente membri della comunità. Ma pubblicizzare una storia di violenza come qualcosa direttamente inerente al tema, poteva costituire un problema, come segnalano molti utenti: “Immaginate di aprire la categoria LGBTQ e trovarvi questo” – dice qualcuno. Gli fa eco un tweet più acceso: “L’audacia di Netflix nel mettere Dahmer sotto il tag LGBTQ+ è così appropriato, sfruttando il trauma delle vittime vere, gay e afroamericani, per il proprio guadagno finanziario. Trasformare le loro storie in un'attrazione da baraccone”.
Netflix ha quindi provveduto a rimuovere il tag dopo la bufera di tweet, di cui trovate alcuni in calce all’articolo.
imagine clicking on the "LGBTQ" category and this is what you get pic.twitter.com/DenEW0DzOd
— Quinton Reviews🎬 (@Q_Review) September 21, 2022
they cannot be marketing the new dahmer series as lgbt that is so fucked
— noahhh ♡ (@tamponxteabag) September 21, 2022
Netflix having the audacity to put Dahmer under the LGBTQ+ tag is literally so fitting - exploiting the trauma of real, gay, Black and Brown victims for their own financial gain. Turning their stories into a sideshow attraction
— Rea 🍓 (@thatsoreagan_) September 25, 2022
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Monster: The Jeffrey Dahmer Story

- Genere: Biografico
- Regia: Jennifer Lynch, Paris Barclay, Clement Virgo
- Interpreti: Evan Peters, Richard Jenkins, Molly Ringwald
- Sceneggiatura: Ryan Murphy, Ian Brennan
- Nazione: Usa
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