Non siamo più vivi 2, le domande a cui la nuova serie Netflix dovrà rispondere

Non siamo più vivi 2, le domande a cui la nuova serie Netflix dovrà rispondere
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Sembra essere diventato il nuovo k-drama, ma anche il nuovo survivalist zombie del momento, Non siamo più vivi, serie dalla Corea del Sud tutta ambientata in una scuola (nel corso di un'epidemia zombie) e che è schizzata al primo posto su Netflix. Ecco tutte le domande cui la prossima stagione dovrà rispondere.

Schizzata al primo posto nella Top 10 globale delle serie Netflix, Non siamo più vivi è il titolo del momento e per tante ragioni. Sarà anche per questo che in molti si chiedono se e quando potranno vedere la prossima stagione di Non siamo più vivi, considerando anche tutte le domande lasciate irrisolte e i cliffhanger lasciati aperti proprio perché si rendesse necessaria, una seconda stagione, chiamata a gran voce dai tanti che hanno sete di risposte.

Quanti sono i superstiti? La risposta, apparentemente, è matematica. Al centro degli innumerevoli studenti alla disperata ricerca di salvezza da Hyosan City, abbiamo imparato a conoscere ed empatizzare per un gruppo in particolare composto da dodici membri. Apparentemente, una buona metà di loro è uscita sana e salva dalla città prima dei bombardamenti dell’esercito per mettere fine alla diffusione del virus. Ma in realtà, sappiamo che altri sono “salvi” o dati per dispersi. Abbiamo ritrovato Nam-Ra, dopo il lungo periodo di quarantena, sul tetto della scuola: non più umana né completamente trasformata, quanto piuttosto un ibrido senziente che rifiuta di unirsi ai suoi compagni sopravvissuti, conscia di appartenere a un nuovo gruppo. Che ci sia anche Cheong-San fra di loro?

La reazione del governo ha funzionato? Questa non è una vera e propria domanda irrisolta, ma ha delle conseguenze dal punto di vista della sopravvivenza dei non morti, che sarà da tener conto in un’eventuale seconda stagione. La risposta è no: non solo i bombardamenti non sono stati davvero a tappeto e hanno lasciato molte sacche di zombie illesi, ma sembrano anche inefficaci contro gli ibridi. La fame dovuta alla quarantena ha ucciso quelli completamente trasformati, ma ha permesso alle vie di mezzo di costituire una nuova società, nutrendosi dei corpi degli zombie.

Il siero ha funzionato? Tutta l’epidemia si origina a causa di Lee Byeong-chan, l’insegnante di scienze che sperava di creare un siero, da iniettare al figlio Jin-su, per permettergli di reagire contro i bulli che lo tormentavano. Il siero avrebbe dovuto renderlo più forte e soprattutto più impermeabile agli attacchi grazie a una sorta di impassibilità emotiva. La stessa che sembra contraddistinguere gli ibridi, ancora senzienti ma spinti verso comportamenti antisociali, quasi disinteressati alla vita umana, apatici. Oltre alla loro notevole forza e resistenza.

Quali sono i piani dell’esercito? Il seguito di Jin-su lo conosciamo: diventato il paziente zero, contagerà prima la madre e poi il resto della città. Alla fine dell’epidemia, l’esercito fa irruzione in casa del professore per requisire i suoi studi e, trovando figlio e moglie, invece di ucciderli li prende in custodia per studiarli. Considerando che avevano già tentato la via del vaccino senza successo, l’intento potrebbe essere quello di usarli come arma in un prossimo futuro. Ma le cose potrebbero sfuggire di mano, causando proprio una seconda epidemia/stagione.

Quale ruolo avranno gli ibridi? La loro particolarità sembra essere la chiave di volta e l’aspetto più interessante della serie. Ci troviamo di fronte a una specie intelligente, evoluta e senziente quanto gli umani ma molto più resistente, capace di creare comunità stratificate e spirito da branco. Che siano destinati a diventare la nuova razza dominante sulla terra? Secondo voi sarà questa la strada intrapresa dalla serie? Ditecelo nei commenti!