Schegge di paura, il finale del thriller con Richard Gere spiegato bene

Schegge di paura, il finale del thriller con Richard Gere spiegato bene
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Questa sera torna in tv Schegge di paura, il thriller del 1996, diretto da Gregory Hoblit e tra gli altri interpretato da Richard Gere, Laura Linney ed Edward Norton. La sceneggiatura del film è liberamente ispirata al romanzo giallo Primal Fear di William Diehl.

La pellicola è incentrata sulla storia del brillante avvocato penalista Martin Vail che decide di difendere il diciannovenne Aaron Stampler da una brutale accusa di omicidio. Il giovane ragazzo preda delle balbuzie è stato infatti accusato dell'omicidio dell'arcivescovo di Chicago Richard Rushman.

Il talentuoso avvocato interpretato da Richard Gere mira a salvare il suo cliente dalla pena capitale e per salvarlo fa in modo che gli venga riconosciuta l'infermità mentale. Il giovane infatti dichiara di avere una duplice personalità che si è resa responsabile dell'omicidio dell'arcivescovo. Il brutale gesto sarebbe dipeso proprio da un attacco d'ira di Rory che stanco delle oscenità a cui era costretto dal prelato, aveva deciso di ucciderlo con più di 60 coltellati.

Questa versione sembra convincere la giuria e lo stesso Martin ma, al termine del processo, quando l'avvocato si reca dal suo assistito, ha con lui un dialogo inquietante. Il diciannovenne rivela di aver finto di essere un ragazzo timido e balbuziente solo per non subire la pena di morte. Il finale di Schegge di Paura è considerato da molti come un vero e proprio capolavoro e ancora oggi dopo oltre 20 anni divide il pubblico. Alcuni pensano che Aaron abbia finto di soffrire di personalità multipla per evitare la pena capitale mentre altri pensano che nelle battute finali della pellicola di Hoblit, la personalità aggressiva di Rory abbia finito col prendere il sopravvento. Voi cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti.