Speravo de morì prima, l'esordio di Totti in Serie A fu davvero così imbarazzante?

Speravo de morì prima, l'esordio di Totti in Serie A fu davvero così imbarazzante?
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Speravo de morì prima, la serie tv Sky Original su Francesco Totti tratta dal libro Un capitano scritto insieme a Paolo Condò, ha ripercorso la carriera del capitano della Roma, compreso il giorno del suo debutto in Serie A che è stato molto particolare per vari motivi.

L'esordio in Serie A è indimenticabile per un calciatore, tutti i sacrifici, i sogni e le speranze si racchiudono in quel momento magico. Per Francesco Totti quel giorno è stato il 28 marzo 1993 in un Brescia-Roma.

La storia di questo esordio parte però dal sabato precedente a quella partita, quando Totti stava giocando con la Roma Primavera e alla fine del primo tempo gli dicono di farsi la doccia perché non sarebbe tornato in campo. Alla domanda sul perché di quella decisione gli dicono: “Devi raggiungere la prima squadra a Brescia, si è fatto male un attaccante”.

Il giovane Francesco, sedici anni e mezzo, inizia il suo viaggio verso la storia sedendosi in panchina quella domenica, senza sperare troppo di vedere il campo. Ma invece succede, la Roma stava vincendo per 0-2 e Mister Boskov in panchina si rivolge a Totti dicendogli di prepararsi.

Francesco rimane stordito, incredulo, credeva che l’allenatore si fosse rivolto al suo compagno Muzzi seduto al suo fianco, che invece gli dice: “Guarda che dice a te, muoviti”.

Totti scrive nella sua autobiografia: “Il cuore mi balza in gola. Scatto in piedi, comincio a sfilarmi i pantaloni della tuta ma, per fare più in fretta, non tolgo le scarpe, cosa che porta a un impaccio vergognoso, devo sedere a terra per farli passare faticosamente dai piedi, insomma un casino. Boskov a un certo punto è spazientito da tanta goffaggine, e mi fulmina: ‘Cosa c’è Totti, non ti va di debuttare?’”.

Ma superato quel momento d'imbarazzo Totti entra al posto di Rizzitelli al minuto 87’ di quella partita: “Faccio in tempo a toccare un pallone, lo porto alla bandierina per guadagnare secondi preziosi. Poi l'arbitro fischia la fine, e confusamente mi rendo conto di aver giocato in serie A”.

L’ironia della sorte vuole che anche l’ultimo pallone toccato in Serie A da Totti sia stato portato alla bandierina, per perdere secondi preziosi, in un Roma-Genoa finita 3-2 per i giallorossi che mettono in cassaforte l’obiettivo Champions League con quella vittoria.

Totti ha collezionato più di 700 presenze con la maglia della Roma, è diventato il capitano e il simbolo di una squadra e di una città, ha vinto uno scudetto, una scarpa d’oro e un Mondiale imparando anche a scrollarsi di dosso la paura come quando ha calciato quel rigore decisivo al Mondiale 2006 in Italia-Australia al 93’. Il calcio è una metafora della vita, da giovane spaventato e impacciato che incastra i pantaloni nei tacchetti, Totti si è trasformato in un leader e uno dei più grandi calciatori della storia di questo sport.

Leggete la nostra recensione di Speravo de morì prima e scoprite la vera storia dello sfottò di Cassano in un Roma-Sampdoria che per i giallorossi valeva uno scudetto.