Speravo de morì prima, la vera storia del litigio tra Totti e Cassano: ecco come andò

Speravo de morì prima, la vera storia del litigio tra Totti e Cassano: ecco come andò
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Speravo de morì prima racconta l'ultimo anno della carriera leggendaria di Francesco Totti, bandiera e capitano della Roma e campione del mondo nel 2006. Ripercorrendo la storia del Capitano interpretato da Pietro Castellitto ci vengono mostrati alcuni personaggi che lo hanno accompagnato lungo il cammino, tra questi non poteva mancare Antonio Cassano.

Nel terzo episodio della serie viene introdotto il talento di Bari Vecchia, Antonio Cassano, interpretato da Gabriel Montesi. Appare in sogno a Totti, che si sta concentrando sulla dieta e gli allenamenti per farsi trovare pronto quando Spalletti (Gianmarco Tognazzi) deciderà di farlo giocare. Antonio non era famoso solo per il suo enorme talento ma anche per le sue “cassanate”.

La serie si attiene ai fatti reali quando il barese approda nella capitale e Totti decide di ospitarlo a casa sua insieme alla sua famiglia prendendolo sotto la sua ala protettiva.

I due erano molto uniti, sia in campo che fuori, fino a quando l’assegno dello stipendio di Cassano sparisce dalla sua stanza. Infuriato se la prende con Totti e la sua famiglia, incolpando la domestica, e visto che il prezioso pezzo di carta non spunta fuori, decide di andarsene dalla loro casa rovinando così il rapporto con il Capitano.

Mentre accende la Ferrari nel vialetto di casa Totti, scopre che l’assegno che stava cercando era in macchina, ma non volendo tornare sui propri passi, se ne va. Così è stata raccontata la storia del loro litigio nella serie, un litigo che ha portato i due alla totale indifferenza dopo essersi tanto amati.

Antonio Cassano ha svelato a Bobo TV, su Twitch, aneddoti sulla sua vita in giallorosso e anche il vero motivo che lo portò a litigare con Francesco Totti e ad andarsene da Roma per il Real Madrid dei Galacticos.

"Eravamo come fratelli. Quando ho saputo che avrei avuto la possibilità di andare a giocare nella Roma, dissi alla Juventus che andavo nella capitale perché Francesco era il mio idolo" ha detto Cassano.

E sul motivo del litigio ha spiegato: "Dovevo rinnovare il mio contratto con la Roma, sia Totti che Montella avevano già rinnovato. Sfortunatamente per me, il Presidente Franco Sensi in quel periodo non stava bene e la figlia prese in mano la situazione. Io venivo da una stagione da 21 gol e avevo un accordo fatto con una stretta di mano con il presidente ma Rossella Sensi mi disse che avrei guadagnato quanto Montella. Gli stessi soldi? No! Io non giocavo più, andai negli spogliatoi e urlai contro di loro, mi avevano truffato. Non parlai più con loro per 4 anni.”

Potremmo dire che alla base del litigio c’è stato un problema economico, sia nella realtà che nella serie tv. Dopo la parentesi spagnola non troppo fortunata Cassano tornò in Italia, nella Sampdoria, e insieme a Pazzini formò una delle coppie di attaccanti più forti della Serie A, richiamando alla mente i gemelli del gol Vialli-Mancini, e portando la squadra a giocare un preliminare di Champions League.

Totti e Cassano si sono tanto amati ed è un vero peccato che il loro rapporto umano e sportivo si sia interrotto, chissà come sarebbero andate le cose se Fantantonio fosse rimasto nella capitale e quanto avrebbero fatto divertire i tifosi della Roma e gli appassionati di calcio.

Leggete le nostre impressioni sui primi episodi di Speravo de morì prima e se ancora non l'avete visto date un'occhiata al trailer di Speravo de morì prima.